AS Roma

Chi sale e chi scende dopo il ritiro portoghese in Algarve

Da Smalling a Pellegrini le solite certezze per Mourinho, Zalewski e Bove hanno dimostrato voglia. Svilar da rivedere, Veretout e Ibañez distratti

Zalewski, Karsdorp e Abraham dopo il gol segnato al Nizza

Zalewski, Karsdorp e Abraham dopo il gol segnato al Nizza (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
25 Luglio 2022 - 09:45

Ha tenuto al riparo la squadra dal caldo di luglio, il vento fresco dell’Algarve, ma non è stato vento di novità: i promossi e i rimandati a settembre, quando chiuderà il calciomercato e si tireranno le somme (i bocciati a luglio non ci sono, semmai a giugno) non sono molto dissimili da quelli della seconda parte della prima stagione a  Roma di José Mourinho. Bene i giovani, come quasi sempre d’estate, Zalewski e Bove su tutti, bene l’asse portante della squadra, da Rui Patricio a Smalling, passando per capitan Pellegrini, da rivedere soprattutto le riserve dell’attacco, con Carles Perez e Shomurodov che non hanno avuto lampi, mentre Felix ha fatto il suo, segnando all’esordio. Buone impressioni da Matic, conoscendo le difficoltà che può avere uno con quel fisico, specialmente a 34 anni, non ha segnato Abraham, il che è sempre curioso, ma pure lui ha una struttura che richiede tempo e lavoro per mettersi in moto. Per quanto riguarda il modulo, nessuna novità in vista, almeno stando alle indicazioni delle amichevoli, giocate sempre con lo stesso, con la difesa a tre, e un trequartista alle spalle di una prima e una seconda punta. Di difesa a quattro, al momento, non se ne è parlato se non sui giornali.

Portieri

Nessuna sorpresa, il titolare sarà Rui Patricio, e non potevano essere due settimane in Portogallo (dove c’era la fila per avere i suoi autografi, e il portiere della nazionale di casa non si è sottratto mai) a sovvertire le gerarchie. Anche perché Svilar, che ha giocato 4 gare su 4, la prima per intero e l’ultima dall’inizio, è apparso rivedibile nei due gol presi martedì contro lo Sporting Lisbona, unica gara persa in queste due settimane (3-2, il primo gol lo aveva subito Rui Patricio, su rigore), mentre quello di sabato sera con il Nizza non c’è neanche bisogno di rivederlo, anche in diretta si è notato l’errore sul piazzamento, che ha permesso a Brahimi di portare in vantaggio i suoi dopo 41’. In fondo c’era da aspettarselo: con il Benfica ha giocato pochissimo, è un portiere ancora da costruire. Il suo obiettivo a 23 anni non può che essere quello di diventare l’erede di un titolare che ne ha 34 compiuti, però sembra veramente  difficile che la successione possa arrivare nel corso di  questa stagione. Boer ha continuato a lavorare con Nuno Santos e ha fatto un paio di minuti con la Portimonense, che non cambieranno la sua carriera.

Difensori

Se Smalling sta bene, è il più forte: lo ha dimostrato a Tirana, in questo ritiro stava bene, non c’è da aggiungere altro. Non ha avuto impegni con la sua nazionale in tempi recenti, così ha potuto fare la preparazione dall’inizio: contro il Sunderland ha portato la fascia di capitano, e non certo perché contro una squadra inglese poteva sentire aria di casa. Mancini (che al contrario degli altri centrali ha cominciato in ritardo, post nazionale) sicuro come sempre, Kumbulla ordinato, qualche sbavatura di troppo per Ibañez, specialmente nella gara persa contro lo Sporting, in cui ha commesso fallo da rigore e perso l’uomo sul 2-1. Ma a prescindere dal rendimento del brasiliano la Roma ha bisogno di un difensore in più, tanto che nei tre dietro sono stati provati Tripi (due presenze da 45’ e un gol) e Calafiori. Il ragazzo che aveva segnato sotto la Sud, tornato da un prestito al Genoa in cui ha fatto tanta panchina e tre sole presenze, era stato arretrato di qualche metro, ma l’esperimento si è interrotto subito per un fastidio muscolare che lo ha costretto a tornare a Roma dopo la prima amichevole. Contro il Nizza è stato provato nei tre dietro anche Viña, che nelle prime amichevoli era rimasto a guardare, e rischia di farlo anche in campionato, visto l’ottima forma di Spinazzola e Zalewski: l’esperimento di schierarlo difensore centrale non verrà riproposto, lo hanno saltato con troppa facilità.

Centrocampisti

Vedi sopra: Spinazzola sembra tornato ai livelli pre-infortunio, Zalewski sta dimostrando che le ottime prestazioni dello scorso anno non sono state un fuoco di paglia, Mourinho avrà l’imbarazzo della scelta. Così come a destra: Karsdorp e Celik sono stati meno devastanti dei loro colleghi a sinistra (anche se l’olandese ha propiziato l’autogol del pari contro il Nizza, e Celik si era presentato bene contro il Sunderland), ma tra i due sarà un bel duello, in cui chiaramente chi già c’era parte avvantaggiato, ma non può dare nulla per scontato. Al centro c’è il sospetto che Matic e Cristante non siano una coppia: troppo simili come caratteristiche e ritmi. Il serbo non è un fulmine di guerra (e con quel fisico sarebbe stato inspiegabile il contrario) ma sa sempre dove piazzarsi per fermare l’azione avversaria. Ha già “adottato” il giovanissimo croato Ivkovic, che ha caratteristiche simili: è un 2006, in età da Under 17, ha fatto un solo spezzone di un paio di minuti, e va bene già così: Faticanti, che ha due anni in più, e quando scenderà in Primavera farà il capitano, ha raccolto due presenze, la seconda per sostituire Darboe, che stava provando a rilanciarsi ma si è dovuto fermare nella seconda gara per una lesione del legamento crociato che lo terrà fuori fino al 2023. Veretout ha giocato 4 gare, di cui 3 da titolare: è sul mercato ma non arrivano offerte, in ritiro non ha fatto molto per far cambiare idea a Mourinho, perdendo qualche pallone banale per errori di distrazione. Occhio a Bove: il ragazzo può scalare posizioni, si è adattato a giocare anche in difesa, ma ovviamente è a centrocampo che riesce a esprimersi al meglio. Ha tecnica, cattiveria e senso dell’inserimento: può essere la rivelazione dell’anno.

Trequartisti

Per Pellegrini vale il discorso di Smalling: se sta bene, non c’è niente da dire. E sembra stare già benissimo: la prima partita l’ha saltata come tutti i reduci delle nazionali, con la Portimonense ha giocato alla grande, e avrebbe meritato il gol, con lo Sporting lo ha trovato, ed era pure molto bello, all’incrocio dei pali di prima intenzione. Per due volte è partito titolare Carles Perez, le altre due è subentrato, pochissimi i segnali di vita: quando c’è lo spagnolo al posto del capitano è un’altra Roma e non è un complimento. Paradossalmente ha fatto vedere più cose il giovane Volpato, nella sua unica presenza, i secondi 45’ contro il Sunderland, in cui ha anche sfiorato il gol con un sinistro a giro. La seconda amichevole l’ha saltata per un problema alla caviglia, nelle altre due era in panchina, ma a quel punto Mourinho ha fatto meno cambi, preferendosi affidare a una formazione più simile a quella titolare.

Attaccanti

Abraham non ha segnato, sbagliando anche un rigore con la Portimonense (portiere spiazzato, palla alta), però ha fatto un grande assist per Pellegrini con lo Sporting, e comunque lui non è uno che deve ancora dimostrare qualcosa. Al contrario di Shomurodov, che viene da una stagione deludente, e deve dimostrare di non essere stato pagato troppo: in questa trasferta, con 3 presenze e zero gol, non ci è riuscito. A secco anche El Shaarawy, tornato  a fare solamente la seconda punta, mentre Felix ha segnato il primo centro del ritiro, contro il Sunderland: nelle ultime due partite ha giocato 18’, per cui un gol non è un bottino da buttare via. Ne ha fatti due Zaniolo, che è partito circondato dalle voci che lo davano in partenza: ha fatto un bel ritiro, si è impegnato, e si è pure concesso volentieri ai tifosi, mostrando una serenità che non era scontato avesse. Ancora non si sa se Dybala (che in questo ritiro non è mai andato neppure in panchina, anche perché quando è stato tesserato mancava solo la partita col Nizza, che Mourinho ha deciso di risparmiargli) giocherà al suo posto, mentre lui andrà a cercare fortuna altrove, o se il tecnico portoghese avrà la piacevole incombenza di far coesistere tanta abbondanza. Ma nel frattempo il numero 22 ha dimostrato di starci con la testa e con la fede. E i ritiri servono anche a questo, oltre che a mettere benzina nelle gambe, e schemi nella testa: da oggi pomeriggio però si torna a lavorare a Trigoria.

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