Da Batistuta a Dzeko: quando i tifosi giallorossi sprizzano “Joya”
Gli acquisti top della Roma e le reazioni dei sostenitori. Gabriel Omar per il tricolore: allo Stadio Olimpico ad accoglierlo furono in 15mila circa
Argentino come Gabriel Omar Batistuta, ventinovenne (lo diventerà a novembre, per l’esattezza) come Edin Dzeko quando approdò alla Roma: Paulo Dybala, straordinario colpo di Tiago Pinto nel mercato estivo 2022, accende l’entusiasmo dei tifosi e fa sognare un popolo ancora in estasi dopo il trionfo in Conference League. Niente paragoni con i due mostri sacri succitati, ma l’arrivo de “La Joya” alla corte di José Mourinho è un autentico capolavoro di mercato, come non se ne vedevano da tempo nella Capitale. L’entusiasmo è una naturale conseguenza di un’operazione che in tanti - quasi tutti - ritenevano impensabile fino a pochi giorni fa.
Bagni di folla
Lo sbarco in Portogallo ha evitato a Dybala il primo contatto con il calore dei suoi nuovi tifosi, ma ci sarà tempo e modo per recuperare. Il 6 giugno 2000 le porte dello Stadio Olimpico furono aperte per accogliere il “Re Leone” Batistuta, salutato da una Curva Sud stracolma e carica d’amore per il biondo centravanti che arrivava dalla Fiorentina per 70 miliardi di lire. Circa 15.000 tifosi in delirio intonarono cori per lui: era il miglior numero 9 d’Italia e forse anche del mondo. Arrivò per vincere lo Scudetto e ci riuscì al primo colpo, con 20 reti stagionali, nonostante i 32 anni compiuti e i problemi alle ginocchia. Gli bastò una stagione per entrare nella storia della Roma.
Fu accolto da un bagno di folla anche Edin Dzeko, prelevato dal Manchester City nell’estate 2015 dall’allora ds Walter Sabatini a cifre irrisorie, se si tiene conto del valore che all’epoca aveva il bosniaco (15 milioni di euro tra prestito e diritto di riscatto): il 6 agosto, all’aeroporto di Fiumicino, 4.000 romanisti sfidarono il caldo torrido per dargli il benvenuto. Edin, sorridente, indossò una sciarpa ed elargì sorrisi e applausi ai suoi nuovi tifosi, dando ufficialmente inizio a una storia durata sei anni, nel corso dei quali ha segnato 118 gol che gli valgono il terzo gradino del podio nella classifica dei migliori goleador della storia giallorossa.
A ritmo di tango
L’arrivo di Dybala, oltre a rappresentare un rinforzo top, rinsalda il legame tra la Roma e l’Argentina, da sempre solido. Basti pensare che il primo straniero in assoluto a vestire il giallorosso fu proprio un albiceleste, Arturo Chini Luduena, attaccante che tra il 1927 e il 1934 collezionò 166 presenze, condite da 57 gol. Per una stagione, ebbe come compagni due connazionali: Enrique Guaita e Alejandro Scopelli, rispettivamente 62 e 65 gettoni nel biennio tra il 1933 e il 1935. C’era un argentino anche nella squadra che vinse lo Scudetto nel 1941-42: quel Miguel Angel Pantò che fece le fortune di Schaffer e la gioia del popolo romanista assieme ad Amadei, Masetti e compagni. Nella squadra che l’11 ottobre 1961 vinse la Coppa delle Fiere, capitanata da Losi, c’erano invece Francisco Lojacono, Antonio Angelillo e “Piedone”, Pedro Manfredini, centravanti da 104 reti in 164 partite con la Roma.
E nella Roma tricolore del 2000-01, oltre a Batistuta, c’era Samuel a guidare la difesa, e Balbo (primatista argentino di presenze in giallorosso con 182 gare) leader non in campo, forse, ma nello spogliatoio. E poi, a seguire, Lamela e Burdisso, Perotti e Fazio in tempi recenti, fino alla “Joya”, Paulo Dybala. Il gioiello che fa felici i tifosi romanisti e - siamo pronti a scommetterci - anche José Mourinho. Benvenuto a Roma, Paulo.
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