La partenza e l'arrivo ad Albufeira, il primo giorno: via col vento d’Algarve
La carovana guidata da Mourinho parte da Fiumicino per arrivare dopo le 18 al fresco dell’Atlantico. Li attendevano alcuni tifosi, e il lupetto di Gratton
Dal nostro inviato ad Albufeira (Portogallo)
Fischia il vento, infuria ad Albufeira: c’era il timore che potesse ritardare il volo della squadra giallorossa, alla fine potrebbe finire per favorirlo, se per volo si intende “percorso vincente”. Perché lo aveva detto già al raduno Mourinho ai suoi giocatori, che boccheggiavano al caldo di Trigoria: in Portogallo farà più fresco. Che poi era la motivazione ufficiale per la scelta, inusuale per i club italiani (ma non per quelli inglesi) di venire a fare la preparazione in una terra rinfrescata dai forti venti dell’Atlantico, che abbassano di molto la temperatura percepita, mentre il termometro ieri segnava 28. Faceva fresco quando la Roma è arrivata al resort, poco dopo le 18, in pullman, dall’aeroporto di Faro: sulla vetrata era stata appesa una grossa riproduzione gialla del lupetto di Gratton, di fianco due stemmi, un altro paio li hanno appesi mentre intanto cominciava ad arrivare qualche tifoso.
Quelli che aspettano
C’è il padre di famiglia del Prenestino con figlio al seguito, la cui nonna è una di quei pensionati che hanno scelto di vivere in questo angolo di Portogallo meridionale, sfruttando clima mite, e costo della vita interessante: la venivano a trovare in periodo di mare, unendo l’utile al dilettevole, ora che la Roma viene in ritiro qui hanno fatto bingo. Sono in vacanza da queste parti anche tre adolescenti portoghesi, che vivono nel Nord: hanno approfittato per vedere i due connazionali e mezzo della rosa, Mourinho, Rui Patricio, e quello che considerano assimilato perché giocava con il Benfica, il belga naturalizzato serbo Mile Svilar. È il primo che nominano, con gli occhi a cuore: ha il capello lungo e quella faccia a metà tra il bravo ragazzo e il giovane ribelle il nuovo secondo portiere, il perfetto phisique du role per diventare l’idolo delle ragazzine, e non si sottrae al rito delle foto. Come non si sottrae Mourinho, come al solito il più richiesto: tutti volti sereni in questo primo giorno di raduno a casa sua, Zaniolo c’è, e passa quasi inosservato, e visto quanto gira intorno al suo nome di questi tempi è sicuramente una buona notizia. Ci sono i nazionali, tornati dal supplemento di ferie, c’è Mancini, che ha appena firmato un rinnovo che rischia di complicarsi, stringendo un legame rafforzato dal ruolo di primo sostituto del capitano titolare, Lorenzo Pellegrini, serio e concentrato.
Quelli che sperano
C’è Ivkovic, che a 16 anni avrebbe dovuto fare la prima settimana e poi scendere con la Primavera, che ha appena iniziato a lavorare, c’è Faticanti, preferito allo svedese Tahirovic, c’è Volpato, che continua a piacere al Sassuolo, ma intanto ha giocato la prima amichevole, con il Trastevere, segnando la prima doppietta stagionale. La sua situazione, per età e curriculum, ricorda quella di Zalewski un anno fa: l’italo-australiano ha quasi segnato al debutto in prima squadra (in realtà era la seconda presenza), l’italo-polacco pure (il quasi è perché l’Uefa gli ha tolto il gol al Manchester, considerandolo autogol). Quest’anno però, con l’addio a Mkhitayan e il ritorno di Spinazzola, unito alla mancata cessione di Viña, potrebbe lasciare la fascia e tornare a ruoli più congeniali alle sue caratteristiche, magari aggiungendo alla classe innata quella concentrazione e quell’intensità che gli hanno consentito di disimpegnarsi alla grande anche quando doveva contrastare gli attaccanti avversari.
Bove spera di fare in questa stagione quello che ha fatto l’amico in quella appena conclusa, Calafiori invece è reduce da una stagione deludente, 3 presenze in 6 mesi al Genoa, lui che per distacco era sempre stato il più pronto dei classe 2002. È rimasto scottato da come è finito il prestito della scorsa stagione, e proprio per questo non ha nessuna fretta di iniziarne un altro: lo vuole la Salernitana, ma lui prima di valutare un nuovo trasferimento vuole giocarsi le sue carte qui a Roma, magari sperando nella conferma della difesa a tre, in cui uno con il suo fisico non è detto che debba per forza fare l’esterno sinistro, ruolo in overbooking. Una scelta inusuale (chi va in prestito per trovare più spazio e non lo trova, l’anno dopo di solito ci riprova lontano, non rientrando alla base, dove era chiuso già qualche mese prima) che lo ha portato anche al divorzio dal gruppo Raiola, affidando la procura, due giorni fa, alla Promoesport. Il gruppo rimasto orfano di Mino intanto ha concordato con la Roma la scelta di non far partire per il Portogallo Justin Kluivert, che pure si era allenato con Mourinho (che lo apprezzava ai tempi dell’Ajax, quando lo sfidò con il Manchester United) nella settimana di Trigoria. Fanno sapere che il ragazzo ha un affaticamento muscolare, ma senza nascondere che ci sono discorsi di mercato in piedi: è uno dei cedibili della Roma, inutile rischiare infortuni. Ma lo hanno fatto sapere all’ultimo, dopo che la sua assenza era stata notata dai cronisti, quando la squadra, intorno alle 14, si è presentata a Fiumicino per la partenza. Il pullman ha scaricato i giocatori al Terminal 5, quello più defilato, utilizzato per i voli che richiedono particolari misure di sicurezza - principalmente Stati Uniti e Israele - ma anche per i charter: la cosa ha garantito un po’ di tranquillità in più ai giocatori, che in tempi normali ogni volta rischiavano di bloccare l’aeroporto. E questi non sono tempi normali, questa è l’estate della Conference. E quel vento soffia ancora.
(Ha collaborato Valerio Antonini)
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