Diawara è ormai ai saluti, nasce così il lungo addio
Si avvicina lentamente la chiusura dell’esperienza a Roma per Amadou. Da qualche mese si è affidato a un’agenzia di procuratori tedesca, per lui c’è l’Hertha
Una delle possibili destinazioni di Amadou Diawara è Berlino, dove gioca e potrebbe accoglierlo l'Hertha, una delle squadre lo che lo ha chiesto in prestito, l'ultima in ordine temporale. Nel suo futuro, questa è la certezza, non ci sarà la Roma di Mourinho. L'avventura del guineano va verso la chiusura a 3 anni dall'arrivo, in un modo o nell'altro, tramite il mercato (la soluzione preferita dalla società, per ovvi motivi), o tramite l'esclusione dal gruppo squadra, in quello che è sempre di più un lungo addio. Il centrocampista, infatti, non dovrebbe far parte del gruppo squadra per il ritiro pre-campionato. Una scelta netta della dirigenza, che ricalca quanto avvenuto la scorsa stagione con esuberi che di lì a pochi mesi hanno detto addio ai colori giallorossi. Le cose tra Diawara e la Roma, però, non sono andate sempre così, addirittura ci sono stati momenti in cui la sua presenza in campo era garanzia di qualità e rendimento. Il presente, però, racconta una realtà ben precisa: il guineano è di troppo ed è così ormai già da qualche sessione di mercato. Semplicemente a seguito di alcuni, troppi a giudicare dalla scelta presa dalla Roma, rifiuti in sede di trattativa, la misura è colma.
Per capire come si sia arrivati a questo punto, però, sarebbe il caso di fare un piccolo passo indietro. La Roma ha ufficializzato l'arrivo di Diawara il 1° luglio del 2019, nell'ambito della trattativa che ha contestualmente portato Kostas Manolas a Napoli (un accordo utile per entrambi i club dal punto di vista economico) l'ex Bologna era fresco di firma e arrivava con la benedizione di Paulo Fonseca, raccontato e descritto come suo grande estimatore già dai tempi dello Shakhtar: il portoghese durante la stagione lo aveva impiegato dal 1' per ben 26 volte delle 31 presenze stagionali. Un dato che può essere tradotto con la parola "fiducia". Quando non giocava era per motivi fisici, soprattutto per il menisco, problema per il quale lui preferì non essere operato e di procedere con una terapia conservativa.
Quello è stato uno degli snodi della sua esperienza giallorossa, perché i problemi fisici (svariati e tutti piuttosto impegnativi) hanno frenato la sua crescita con la maglia della Roma. La seconda stagione agli ordini dell'ex allenatore portoghese è stata più complicata della prima: è sceso il minutaggio, è calato il numero di occasioni in cui è stato chiamato in causa nella formazione titolare (solo 7 volte in campionato). Discorso leggermente diverso in Europa League, competizione in cui Diawara è risultato protagonista, iniziando da titolare tutti i match a cui ha preso parte. Il 4 maggio, giorno in cui è iniziata la rivoluzione romanista che (per ora) ha avuto il proprio picco nella notte di Tirana, le cose per il guineano sono cambiate in maniera definitiva. Mourinho lo ha identificato subito come uno dai giocatori da sostituire per migliorare la rosa, soprattutto perché il centrocampo è il ruolo dove ancora oggi il tecnico attende rinforzi capaci di alzare il livello della squadra. Lo Special One pochi giorni prima della fine della sessione estiva aveva detto: "Il mercato è aperto fino al 31, ma se rimarrà non sarà un problema per la Roma". Amadou è rimasto, ma ha giocato solo 306', tra questi anche 60' contro il Bodo, in una notte che si è trasformata in un vero e proprio crocevia per alcuni giocatori in campo quella sera. Tra questi c'era anche lui, finito poi in tribuna per tre gare consecutive.
Alcuni "no" durante l'estate, a gennaio il "vi farò sapere" al Valencia, che dopo quattro giorni di fiduciosa attesa si è tirato fuori dai giochi e ha scelto di non aspettare più. Ad aprile Amadou ha deciso di cambiare agente, ha chiuso il rapporto lavorativo con Daniele Piraino e ha deciso di affidarsi a un'agenzia tedesca, manifestando così la volontà di dire addio ai colori giallorossi, aprendosi anche una via privilegiata per la Bundesliga. Non a caso ora è arrivata l'offerta dell'Hertha Berlino, squadra pronta a dargli un'opportunità di rilancio, anche se per ora la proposta dei tedeschi prevede il prestito, a fronte della richiesta di un trasferimento a titolo definitivo del club giallorosso. Diawara è ancora giovane, è alle porte dei 25 anni, il suo destino è tutto da scrivere e non è detto che altrove non possa tornare a far vedere quanto promesso nei primi anni di carriera, Napoli compreso.
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