Gorgoglio e pregiudizio
Che cosa ci insegna il (presunto) caso Zaniolo
Non hanno imparato a riconoscere e a rispettare il tifoso romanista neanche dopo l'imponenza del messaggio trasmesso lungo tutta la scorsa stagione, dal giorno della presentazione di Mourinho per finire alla notte di Tirana e alle feste dei giorni successivi. Niente. Non è bastato neanche quello per capire che questo popolo così numeroso, coeso e appassionato non si fa abbindolare da un titolo forzato o da un audio fintamente rubato "inoltrato molte volte" sulle chat di whatsapp. Ancora pensano che si possa giocare con la Roma e con quello che la Roma per milioni di persone rappresenta. E così portano avanti le loro ridicole strategie (?) comunicative che per qualche ora fanno persino presa sullo spiaggiato popolo dei tifosi in cerca di riparo da "Caronte", altro nome acchiappaclic e spaventaumani inventato da altri pseudoprofessionisti (in questo caso presunti meteorologi) da strapazzo per definire il normale caldo estivo. E passi se a idearle, magari durante cene pantagrueliche e abbondanti, forse troppo abbondanti, bevute siano procuratori riconosciuti o aspiranti re del mercato (delle chiacchiere). In fondo, che si tratti di un agente di calciatore o di qualche bislacco opinionista da social network, la confidenza al giornalista o la diretta attira-like serve ad uno scopo. Misero, ma riconoscibile. Persino l'audio dell'amico dell'amico fa sentire importante chi lo riceve: gli conferisce un ruolo in questo mondo che gira vorticosamente (dietro alle puttanate) per ritrovarsi il giorno dopo sempre allo stesso posto. Ci stupiamo semmai di chi dopo anni di professionismo si rende strumento di convidisione di questa gente, in barba a qualsiasi regola deontologica. Ma pazienza.
Così mentre da settimane sulle prime pagine dei giornali sportivi, come ritualmente accade, siamo inondati da notizie di milionarie trattative in entrata per Juventus, Inter e Milan, con giocatori che poi guarda caso evaporano giorno dopo giorno prima di ricomparire per la firma con altre società, quando si tratta della Roma ci ritroviamo quasi ogni giorno a dover discutere solo di cessioni (di Zaniolo) o della barzelletta dell'acquisto di Cristiano Ronaldo. Ieri si è arrivati al parossismo di un quotidiano che ha sparato la presuntissima lamentela del giocatore (Roma perché mi abbandoni, così, senza virgolette e senza punto interrogativo, ma con la foto di Zaniolo seduto per terra) pubblicando a coté nell'articolo di fondo un severo attacco "ai magnifici zufolatori del nulla che fanno sembrare Zaniolo un orfano lasciato sui gradini di una chiesa sconsacrata da una madre snaturata". Giuriamo: c'erano davvero sullo stesso giornale questo articolo e quel titolo in prima pagina. Ovviamente i più ingenui tra i tifosi si sono chiesti perché mai Niccolò avesse usato quelle parole così forti proprio adesso. Vai a spiegar loro che Zaniolo finora pubblicamente ha solo detto "che non può certo escludere di andare a fare un'esperienza all'estero" (ad Athletic, ad aprile) o che "la corte di club come Juventus o Milan lo lusingano" (a Sportweek, scorsa settimana), corte (del Milan) che peraltro il suo procuratore Vigorelli ha definitivo "una bellissima notizia". Ma non può aver (e non ha mai) fatto cenno ad un presunto abbandono della Roma perché sa benissimo che la Roma non solo non ha mai pensato di abbandonarlo, ma è anche la società che l'ha preso dalle giovanili dell'Inter per farne un titolare in pianta stabile, che l'ha accompagnato per mano in due dolorosissimi percorsi durante i suoi due gravi infortuni, che l'ha difeso da tanti attacchi strumentali di chi voleva insegnargli la vita e che l'ha fatto diventare uomo e giocatore maturo, e, sia detto en passant, anche piuttosto ricco. Questo Nicolò lo sa bene e lo dovrebbero sapere tutti quelli che volessero discorrere del tema. Ma forse lo dimenticano (loro, non lui, che invece alla Roma è riconoscente e a Roma e ai suoi compagni è legatissimo).
Non escludiamo che a far passare certi messaggi sia l'esperto Vigorelli e in fondo sta nel gioco delle parti. Solo che, nel gioco delle parti, chissà perché di parti ne manca sempre una: la Roma. Che invece porta avanti le sue strategie con il rigore di professionisti di riguardo e ha messo in agenda il rinnovo del ragazzo a settembre, a quasi due anni dalla scadenza dell'attuale contratto. Sempre che nel frattempo non si materializzi a viale Tolstoj l'offerta irrinunciabile che però a quanto pare nessuno in Italia sembra disposto a mettere per iscritto, ovviamente su carta intestata, non su quella velina dei giornali che ogni giorno ne parlano.
Questo significa che Zaniolo il prossimo anno giocherà nella Roma? Boh, nessuno può saperlo. E lo stesso Tiago ha detto pubblicamente che nessuno è incedibile. Come potrebbero essere ceduti Skriniar, Koulibaly e De Ligt e come è stato liberato l'anno scorso Donnarumma dal Milan poi campione d'Italia. Solo che le trattative per le altre società si svolgono al chiuso di mura poco penetrabili. E invece a Roma si pretenderebbe di farle nelle riunioni di redazione. Manca ancora un week end prima del ritiro della squadra: quale sarà il prossimo "affare" accollato a Trigoria tra una settimana? Ne suggeriamo qualcuno: lo scambio col Psg tra Messi e Pellegrini (con Lionel presentato al Circo Massimo mentre Venditti e De Gregori ricantano Grazie Roma), la cessione di Abraham all'Inter alla ricerca del vice Lukaku e l'incredibile offerta del Liverpool (stanco di Klopp) per Mourinho, che naturalmente accetterà perché si è già stancato dell'immobilismo dei Friedkin. E tra un bagno e l'altro gli utenti dei social si interrogheranno l'uno con l'altro in attesa della dritta giusta, Tiago Pinto si chiederà una volta di più in quale manicomio sia capitato e i tifosi più carnali della Roma tirando lo sciacquone scaricheranno nel gorgoglio i pregiudizi dei re del mercato e conteranno i giorni per tornare a tifare come pazzi la squadra che quel giorno sarà in campo.
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