«La coppa di tutti» e il senso della Roma
L’emozione di Michela e dei non vedenti dell’ASDD Roma 2000 che ieri ad un evento dedicato è stata portata loro la coppa. Il trofeo è nostro: toccare per credere
«Questa coppa è nostra, è di tutti!». Questa frase riassume il significato della vicinanza tra una squadra e i suoi tifosi, è una sintesi efficace del senso della Roma. L'ha detta venerdì pomeriggio Michela, ragazza ipovedente e romanistissima, dopo aver toccato la coppa della Conference League. Lei è la tifosa che nel 2019 ha recitato a memoria il discorso d'addio di Totti sorprendendo anche il Dieci lì presente, la stessa che ora gioca nella squadra femminile dell'ASDD Roma 2000, Associazione che promuove e sviluppa gli sport per disabili visivi. Insieme a Michela, agli Studios di via Tiburtina c'erano tutti i ragazzi e le ragazze del calcio a cinque non vedenti delle squadre dell'associazione, riprese in un video pubblicato sui social nel momento in cui "incontrano" il trofeo alzato al cielo da Pellegrini a Tirana neanche un mese fa. L'emozione nel mettere le mani su quella coppa e sentirla anche loro, sta tutto lì il senso della Roma.
«Non potendo vederla, se la sono coccolata - ci ha raccontato il responsabile tecnico dell'ASDD Roma 2000 Sauro Cimarelli - ed erano emozionati, l'ho notato anche da come ci adagiavano le mani. Però si è avvertito qualcosa di speciale anche nella sala degli Studios: quando i ragazzi lo accarezzavano il pubblico è rimasto in silenzio, quel momento lo hanno vissuto tutti come stessero toccando insieme». L'Associazione è una delle realtà che la Roma sta coinvolgendo nel tour della coppa partito da Garbatella e passato anche per Testaccio e appunto Tiburtina. Mourinho aveva definito la Conference come un trofeo «della gente» ed è a quella gente che ora il club sta riportando il simbolo di uno dei successi più importanti della sua storia, un successo che può regalare emozioni enormi come quella di Michela.
Ridarla al popolo
È il ringraziamento per il sostegno continuo e l'ennesimo messaggio di vicinanza al proprio popolo da parte della Roma. Un serie di eventi a numero chiuso, in cui la coppa viene esposta in una teca (per i ragazzi e le ragazze non vedenti si è fatta una comprensibile eccezione) e dove vengono invitate tutte quelle associazioni, squadre dilettantistiche e realtà che siano state in qualche modo parte dell'impegno sociale del club nell'ultima stagione. Dal piccolo Sirio e la madre con l'Associazione Tetrabondi, passando per la Roma Calcio Amputati, fino ad arrivare a tutti i Roma Club che hanno dato aiuto logistico alla società nel supportare i più bisognosi nei quartieri popolari durante la pandemia, o aprendo le proprie sedi per le vaccinazioni o le raccolte di beni per l'Ucraina: perché è davvero, la coppa di tutti i romanisti.
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