AS Roma

Il nostro patrimonio più grande: i bambini

Ogni volta che ve ne ritrovate davanti uno, con la maglia giallorossa addosso, conoscerete un attimo di quello che sarà. Di quello che questa squadra continuerà ad essere

PUBBLICATO DA Danilo PER LA ROMA
15 Giugno 2022 - 10:31

Se i custodi della storia della ROMA sono le persone anziane, i bambini ne rappresentano il futuro. Per questo ogni volta che ve ne ritrovate davanti uno, con la maglia giallorossa addosso, conoscerete un attimo di quello che sarà, saremo. Di quello che questa squadra, insomma, continuerà a essere. Non siamo mai andati di moda ma ci siamo sempre stati, ci siamo sempre fatti sentire e se durante il corso degli anni – per qualcuno – siamo stati incudine l'abbiamo sempre vissuta con lo stesso orgoglio, imperturbabile senso d'appartenenza.

Per questo, poi, quando siamo martello non lasciamo scampo. Perché nella realtà dei fatti i risultati non ci condizionano. E torno, allora, ai bambini passando però per gli adulti che ne influenzano – in positivo o in negativo – le prospettive, le necessità, il modo stesso di affrontare la vita e per questo, naturalmente, anche la maniera di vivere i loro sentimenti. Perché la ROMA va considerata proprio lì, tra i sentimenti. Come la persona che si ama, gli amici di sempre, lo spirito di protezione nei confronti della famiglia.

I bambini osservano, traggono ispirazione, prendono esempio. Anche per questo la stagione appena conclusa rimarrà indimenticabile: sì, per Tirana. Ma anche, forse addirittura di più, per il ritorno – dopo due anni di chiusure per via del Covid – allo stadio: tantissimi piccoli Romanisti hanno invaso l'Olimpico. E per molti di loro c'è stata l'indimenticabile prima volta: la bandiera, i colori, l'aria elettrica e poi, finalmente, quelle scalette da scalare tutte d'un fiato per arrivare prima possibile a vedere quello che, fino a un istante prima, si era solamente immaginato.

Sapete una cosa? Il calcio è cambiato molto da quando i ragazzini eravamo noi… eppure quel prato e l'entrata in campo della ROMA – come fosse un quadro in movimento – regalano ancora la stessa felicità a ogni bambino di oggi che vive i suoi primi novanta minuti senza sapere che li ricorderà per sempre. Come mia figlia Bianca che, una volta tornata a casa, mentre le davo il bacio della buonanotte m'ha detto: «Quando mi ci riporti papà?». «Presto», le ho risposto. Augurandole sogni d'oro. Mentre io, uno dei miei, lo avevo realizzato proprio quella sera andando con lei a vedere la ROMA. La nostra ROMA.

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