Roma, storia di un'annata memorabile: nuovo anno in crescendo tra derby ed Europa
Inverno 2021-2022: si parte con due sconfitte. La rimonta della Juve fa da spartiacque. La Roma inanella 9 risultati utili di fila in A. Lazio travolta, ai quarti in Conference
Ipotecato il 2021 tra alti e bassi, la Roma di Mourinho (e "dei romanisti", per usare le parole del portoghese) inizia il nuovo anno solare con due big-match. Il primo, il 6 gennaio, è a San Siro contro il Milan e anche stavolta, come all'andata, la direzione arbitrale ci penalizza fortemente. Già in avvio ci ritroviamo sotto a causa del gol di Giroud su rigore; rigore concesso con l'ausilio della Var per un presunto fallo di mano in area di Abraham, ma il tocco con il braccio è praticamente indimostrabile nonostante le decine di replay. Messias raddoppia, poi lo stesso Abraham riapre la partita prima dell'intervallo. Ci sarebbe un penalty netto per noi (trattenuta evidente di Tonali su Zaniolo), ma Chiffi in campo e Aureliano al Var lasciano correre. Nel finale Leao firma il 3-1 definitivo. I giallorossi tornano in campo tre giorni dopo, all'Olimpico, contro la Juve: i primi 70' sono di dominio assoluto, tanto che ci portiamo sul 3-1 (reti di Abraham, Mkhitaryan e Pellegrini per noi) nonostante non ci venga concesso un altro rigore solare per fallo di mano di de Ligt su tiro di Pellegrini. Poi, 7' minuti di totale blackout bastano ai bianconeri per ribaltare la partita con Locatelli, Kulusevski e De Sciglio: finisce 3-4, con Pellegrini che fallisce il calcio di rigore del possibile pareggio. "Il gol del 3-2 ci ha causato un collasso psicologico - dice Mou dopo la partita - che mi fa male all'anima. Dobbiamo uscire dalla comfort zone del sesto-settimo posto: ho detto ai ragazzi che devono essere loro a venire nella mia direzione, non sono io a dover andare verso di loro sotto il profilo psicologico. Abbiamo qualità, ma ci sono delle carenze dal punto di vista della personalità".
Pellegrini si dispera dopo il rigore sbagliato con la Juventus
Il mercato e la ripartenza
Proprio per guadagnare in termini di personalità, Tiago Pinto preleva in prestito dal Porto il centrocampista Sergio Oliveira, classe 1992 che giusto pochi mesi prima ha eliminato proprio la Juve dalla Champions con una doppietta negli ottavi di finale. Arriva anche l'esterno inglese Maitland-Niles dall'Arsenal, sempre in prestito. Di contro, vengono ceduti Reynolds, Calafiori, Villar e Mayoral, utilizzati pochissimo nella prima parte della stagione e di fatto messi alla porta dopo la disfatta di Bodø.
Le leadership Oliveira la dimostra fin da subito: appena sbarcato a Roma, viene schierato titolare il 16 gennaio contro il Cagliari e si fa carico di calciare il rigore che decide l'incontro. Il portoghese si ripete una settimana più tardi ad Empoli, dove alla Roma bastano 45' per sbrigare la pratica toscana: doppietta di Abraham, gol di Zaniolo e del portoghese nel primo tempo migliore da inizio stagione; nella ripresa la squadra di Andreazzoli può solo accorciare, finisce 4-2 per noi. In mezzo alle due vittorie, ce n'è un'altra negli ottavi di Coppa Italia contro il Lecce: l'ex Calabresi porta in vantaggio i salentini, poi Kumbulla, Abraham e Shomurodov fissano il 3-1 che ci porta ai quarti di finale contro l'Inter.
La presentazione di Maitland-Niles, arrivato in prestito dall'Arsenal
Gioia negata
Prima di affrontare i nerazzurri a San Siro, il 5 febbraio affrontiamo il Genoa in casa: i liguri sono con l'acqua alla gola, ultimi in classifica e appena passati sotto la guida tecnica di Blessin. Primo tempo blando della Roma, che nella ripresa assedia letteralmente la porta difesa da Sirigu: al 91' Nicolò Zaniolo trova il colpo vincente sotto la Sud, facendo esplodere lo stadio. Festa sotto la Curva, con Nico che si toglie anche la maglia (e per questo verrà ammonito). Il gioco però non riprende, c'è un check al Var: Nasca richiama l'arbitro Abisso al monitor per un ridicolo step-on-foot (un lieve pestone del tutto involontario) di Abraham a circa 40 metri dalla porta genoana: dopo 4' con il fiato sospeso, Abisso annulla e Zaniolo viene espulso per proteste. Soltanto l'ennesimo episodio a nostro sfavore di una stagione che ne farà registrare a bizzeffe.
A San Siro perdiamo 2-0 con l'Inter e vediamo terminare la nostra corsa in Coppa Italia. In campionato, dopo quello con il Genoa, arrivano altri due pareggi: 2-2 a Sassuolo (con Cristante che al 94' ci evita la sconfitta) e 2-2 a Roma contro il Verona. Quest'ultima sfida ha un ruolo centrale per il prosieguo della stagione: sotto 0-2 all'intervallo, Mourinho decide di mandare in campo Nicola Zalewski prima, quindi gli altri giovanissimi Volpato e Bove; l'australiano accorcia le distanze e il centrocampista romano firma il pari, ma è il fantasista polacco a brillare più di tutti. Da quel momento in poi, diventerà un titolare inamovibile e uno dei principali protagonisti della cavalcata giallorossa in Conference League. Nella sfida contro i gialloblù Mourinho, su tutte le furie per le decisioni di Pairetto, protesta mimando anche il gesto del telefono, e il Giudice sportivo lo squalifica per due turni.
In panchina al suo posto va Foti (che ha preso il posto di Joao Sacramento come vice dello "Special One"): i giallorossi tornano alla vittoria il 27 febbraio a La Spezia, e lo fanno nella maniera più rocambolesca possibile: in superiorità dal 45' per l'espulsione di Amian, soltanto nel finale riusciamo a conquistare un calcio di rigore; dopo i consueti check, la decisione viene (finalmente!) confermata e sul dischetto va Tammy Abraham, che al 99' ci regala i tre punti. La settimana seguente stesso risultato (1-0), sempre con la firma del centravanti inglese, contro l'Atalanta: sfida combattuta, a tratti persino sofferta, con la Roma che si porta in vantaggio al 32' e nella ripresa resiste agli assalti dei bergamaschi. È proprio in questo periodo, a cavallo tra febbraio e marzo, che la squadra comincia a manifestare la solidità difensiva e psicologica che in precedenza era mancata. A Udine arriva un pari in extremis (1-1) grazie al rigore trasformato da Pellegrini nel recupero, ma è il 20 marzo che arriva l'apoteosi.
All'Olimpico, contro la Lazio, la gara è a senso unico e, di fatto, dura 40': Abraham la sblocca dopo nemmeno un minuto sugli sviluppi di un calcio d'angolo; al 22' l'ex Chelsea raddoppia e al 40' è un magistrale calcio di punizione dai 25-30 metri di Lorenzo Pellegrini a calare il tris. Il secondo tempo è una pura formalità. "È una stata una grande vittoria - dichiara Mou nel post-partita - e il merito è tutto dei ragazzi. Non c'è dubbio su chi meritasse la vittoria".
Mourinho accompagna fuori dal campo Zaniolo dopo l'espuslione col Genoa
Avanti col brivido
Nel frattempo, ci sono anche gli ottavi di Conference League, che ci vedono affrontare gli olandesi del Vitesse: avversario ostico, e il campo lo conferma. In Olanda vinciamo 1-0 grazie alla zampata di Sergio Oliveira (poi espulso nella ripresa). Al ritorno all'Olimpico, il 17 marzo, un gol di Wittek al 62' apre le porte ai fantasmi dei supplementari; fantasmi che durano fino al 90', quando Karsdorp rifinisce per Abraham un pallone che l'inglese deve solo spingere dentro. Andiamo ai quarti, e il destino ci mette di nuovo di fronte al Bodø/Glimt: è tempo di vendetta...
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