Zalewski: ''Il mio sogno era vincere un trofeo internazionale da titolare''
Il centrocampista polacco: ''A Roma sto bene, spero che il futuro sia pieno di soddisfazioni. Tra Mourinho e me un rapporto normale tra allenatore e calciatore"
Dalla Primavera alla Nazionale, passando per la Conference a Tirana, sicuramente è stato un anno fantastico per Nicola Zalewski. Il calciatore polacco è diventato titolare dopo la partita contro l'Hellas Verona e da quel momento non è più uscito. Il classe 2022 si ha rilasciato una intervista a SportWeek, in cui ha raccontato della stagione appena passata, della famiglia e della Nazionale. Queste le sue parole:
Sulla vittoria a Tirana.
"Se mi avessero chiesto un sogno, avrei detto: vincere un trofeo internazionale giocando da titolare".
Sui momenti migliori della stagione appena finita.
"Tante cose. L'occasione che mi ha dato Mourinho, il lavoro fatto per adattarmi a terzino, cioè in un ruolo che non è il mio naturale, l'emozione di una finale in cui posso essere sembrato timido, per quanta pressione avevo addosso. E poi per mille motivi extracampo che hanno reso questa annata molto particolare".
Sulla storia della famiglia.
"Confesso che non mi sono mai voluto informare più di tanto, ma so che mio padre Krzysztof fuggì dalla Polonia nel 1989 per evitare i due anni di servizio militare. Prese questa decisione perché aveva capito che c'era bisogno di dare una svolta alla vita di tutti. Così venne in Italia e l'anno successivo fu raggiunto dalla famiglia".
Sul padre.
"È stato un percorso. Piano piano i dottori ci hanno iniziato a far capire che la situazione non stava migliorando. La sua morte non è stata improvvisa. Io in particolare mi ero preparato al peggio. Questa esperienza purtroppo mi ha aiutato a crescere. È successo circa un mese dopo l'esordio in nazionale. Almeno ha fatto in tempo ad avere quella gioia".
Sull'interessamento della Nazionale italiana.
"Diciamo che ero venuto a sapere di un interessamento, ma non è mai arrivata una chiamata ufficiale".
Sulla scelta della Nazionale polacca rispetto a quella italiana.
"La nazionale polacca mi ha chiamato sin dall'Under 15. Per rispetto nei loro confronti e della mia famiglia non ho mai avuto dubbi".
Su Lewandowski.
"Mi ha messo subito a mio agio, è venuto a parlarmi, mi ha abbracciato. È stato molto bello".
Su Bruno Conti e Boniek.
"Chi mi ha scoperto è stato Stefano Palmieri, poi Conti mi ha fatto firmare con la Roma. Con Boniek abbiamo un rapporto quasi familiare, quando ci sentiamo non parliamo solo di calcio. Aveva un ottimo rapporto con papà".
Sulla somiglianza con Iniesta.
"Io non ho mai avuto miti calcistici, ma è un paragone grande. Se parliamo del ruolo, però, magari fare la mezzala di centrocampo non mi dispiacerebbe. Anche il mio amico Lorenzo Pellegrini dice che potrei giocare nel suo ruolo".
Sul rapporto con Mourinho.
"Un rapporto normale tra tecnico e giocatore. Niente di più e niente di meno".
Sullo scandalo del video pubblicato su Instagram.
"Non è stata una situazione piacevole. Le persone che mi sono vicino mi hanno fatto capire quello che è meglio per me e il discorso è stato chiuso subito. È un'esperienza che mi ha aiutato a capire che nella vita ti devi circondare di gente che ti vuole bene. Non ho mai avuto più a che fare con quella persona, era una conoscenza occasionale".
Sul futuro.
"Spero sia pieno di soddisfazioni, anche perché a Roma sto bene. Ma ora penso solo alla nazionale. Visto che vado di corsa, provo anche ad andare al Mondiale, no?"
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