Da Trebisonda al delirio di Tirana: un anno magico in 10 step
Dalla corsa e le lacrime di Mourinho al derby a senso unico. La sconfitta decisiva in Norvegia col Bodø, così come lo stadio con capienza al 100%
Dieci mesi in dieci scatti: dieci momenti clou per la stagione della Roma di Mourinho, trionfatrice a Tirana e accolta trionfalmente al ritorno nelle strade della Capitale. Dalla Turchia all'Albania, una stagione intensa, che ha messo a dura prova i cuori di tutti i tifosi e che, alla fine, ci ha fatto esplodere di gioia. Non solo la prima stagione dello "Special One": il 2021-22, oltre ovviamente per la vittoria della Conference, verrà ricordata anche per il ritorno degli stadi al 100% della capienza e per un feeling tra squadra e tifosi che mancava da troppo tempo. Ecco le istantanee più emozionanti:
La prima vittoria
1. La stagione comincia il 19 agosto con i playoff di Conference League: il debutto di Mou con la Roma è un'insidiosa trasferta sul campo del Trabzonspor, poi laureatosi campione di Turchia. La Roma vince 2-1 grazie ai gol di Pellegrini e Shomurodov (inframezzati dalla rete di Cornelius per i padroni di casa): un successo che getta le basi per l'ingresso nella fase a gironi e, di conseguenza, per la lunga cavalcata conclusa nel delirio di Tirana.
L'esultanza di Pellegrini in gol contro il Trabzonspor (AS Roma via Getty Images)
La corsa di Mou
2. Il 12 settembre i giallorossi, reduci da quattro vittorie nelle prime quattro uscite, ricevono il Sassuolo in quella che è la millesima panchina per José Mourinho. Gara difficile e sofferta, con Rui Patricio che salva il risultato in almeno due circostanze: il 2-1 al 91' di El Shaarawy fa esplodere l'Olimpico, la squadra e il tecnico portoghese, che si lancia in una corsa epica sotto la Curva Sud. Se c'è un momento in cui l'amore tra tecnico e tifosi divampa in maniera irrevocabile, è proprio questo.
L'esultanza di Mourinho col suo staff al gol di El Shaarawy contro il Sassuolo (AS Roma via Getty Images)
Gelo norvegese
3. Nella terza gara della fase a gironi della Conference una Roma rimaneggiata per il turnover viene sorpresa e travolta sul campo dei norvegesi del Bodø/Glimt: finisce 6-1, e Mou dopo la gara si sfoga, mettendo di fatto alla porta alcuni calciatori (che infatti a gennaio partiranno). Da quel momento in poi, però, la squadra non sbaglierà mai un approccio nelle partite europee. E quando troverà di nuovo il Bodø nei quarti di finale, pur perdendo in trasferta venderà cara la pelle: Abraham verrà fatto oggetto del lancio di palle di neve e, nel post-partita, l'atmosfera si farà infuocata tra il loro tecnico Knutsen e Nuno Santos. Ma all'Olimpico, il 14 aprile, saremo noi a prenderli a pallonate con un 4-0 che ci lancerà verso le semifinali col Leicester.
Abraham e Pellegrini vanno a salutare i tifosi della Roma in trasferta in Norvegia (AS Roma via Getty Images)
Tammy alza l'asticella
4. Il 18 dicembre la Roma torna a battere una "big", e lo fa in trasferta: a Bergamo l'Atalanta viene annichilita con un 4-1 che non ammette repliche. Gara perfetta dei giallorossi, con Abraham sugli scudi: l'inglese segna una doppietta, e da quel momento in poi continuerà a timbrare il cartellino con una continuità impressionante, tanto da diventare il miglior attaccante per numero di reti alla prima stagione nella Capitale.
Abraham e compagni festeggiano con i tifosi giallorossi in trasferta a Bergamo (AS Roma via Getty Images)
Il teatro dell'assurdo
5. Ahinoi, una costante della stagione sono state le decisioni arbitrali, spesso a dir poco scellerate. Sviste, errori e cartellini ci sono piovuti addosso in autunno, inverno e primavera, da Roma a Torino, da Venezia a Milano. Uno degli episodi più clamorosi avviene in Roma-Genoa del 5 febbraio: Zaniolo al 90' segna il gol che varrebbe l'1-0, con tanto di esultanza di gruppo sotto la Sud. Poi però entra in gioco il Var Nasca, che intima all'arbitro Abisso di attendere la ripresa del gioco: dopo 4', la rete viene annullata per un ridicolo step-on-foot di Abraham a 40 metri dalla porta, e la gara termina 0-0.
I giocatori della Roma protestano la decisione di Abisso (AS Roma via Getty Images)
Nicola spicca il volo
6. Il 19 febbraio, all'intervallo di Roma-Verona, siamo sotto di 2 gol: Mourinho manda in campo Zalewski, poi Volpato e Bove; questi ultimi due trovano i loro primi centri in Serie A, permettendoci di strappare un pareggio comunque prezioso. Ma è il ragazzo polacco, risultato il migliore in campo dei giallorossi, a entrare stabilmente nell'undici titolare. José lo reinventa esterno di sinistra nel 3-5-2 o 3-4-2-1, e il ventenne ripaga la fiducia con tre mesi straordinari per tecnica, personalità, gioco di squadra e spirito di sacrificio. È nata una stella.
Zalewski in azione all'Olimpico contro L'Hellas Verona (AS Roma via Getty Images)
3-0 e tutti a casa
7. Reduce dalla qualificazione (con brivido) ai quarti di finale ai danni del Vitesse, la Roma è attesa dal derby. Si potrebbe temere un po' di stanchezza, ma Abraham indirizza subito la partita, portandoci in vantaggio dopo nemmeno un minuto. La gara si rivela un dominio assoluto: il centravanti inglese raddoppia al 22' e, ancor prima dell'intervallo, i giochi vengono chiusi da una parabola fantascientifica di Lorenzo Pellegrini su calcio di punizione. Il 3-0 chiude di fatto i giochi, regalando ai romanisti una giornata memorabile e alla squadra l'ottavo risultato utile consecutivo.
I giocatori della Roma festeggiano la vittoria del Derby sotto la Sud (AS Roma via Getty Images)
Emozioni forti
8. 10 aprile, una data che non può non evocare ricordi dolcissimi nelle menti dei romanisti: quattro anni dopo l'impresa col Barcellona, la Roma ospita la Salernitana in quella che è la prima partita con l'Olimpico di nuovo al 100% della capienza. In una cornice del genere, si inserisce anche il commovente ricordo di Agostino Di Bartolomei, di cui due giorni prima ricorreva l'anniversario della nascita. «Agostino nel cuore!», recita uno striscione che fa il giro di campo prima del fischio d'inizio, applaudito all'unisono da entrambe le tifoserie. La partita inizia male, con i campani che passano in vantaggio: nel secondo tempo è un assedio, che si concretizza soltanto nei minuti finali con i gol di Carles Perez e Smalling, mettendo a dura prova le coronarie di tutti i romanisti.
Lo striscione della Curva Sud prima di Roma-Salernitana (AS Roma via Getty Images)
José in lacrime
9. Istanti finali di Roma-Leicester, semifinale di ritorno di Conference League: grazie alla rete di Abraham, siamo a un passo dalla nostra prima finale dopo 31 anni. Mou gesticola in trepidante attesa, pressoché in lacrime, attorniato da tutta la panchina. Quando l'arbitro fischia, lo staff tecnico si riversa sullo "Special One": ora sì, piange davvero. «Le mie lacrime sono per tutti i romanisti», dice poco dopo, visibilmente emozionato. E ribadisce come un mantra la parola «famiglia», con la voce spezzata dall'emozione. Siamo a un passo dal sogno...
Mourinho quasi in lacrime chiede il fischio finale all'arbitro (As Roma via Getty Images)
Campioni!
10. Perfetti. Eroici. Storici. Indimenticabili. L'ennesima vittoria per 1-0 stavolta ci consegna una coppa attesa 61 anni: a sollevarla nel cielo di Tirana, il 25 maggio, è Lorenzo Pellegrini, romano e romanista, che riesce in un'impresa sfuggita a Di Bartolomei, Gianni, Totti e De Rossi. È il trionfo meritatissima di una squadra, di una città, di un popolo che si riversa nelle strade al fischio finale e vi resta fino alla sera seguente. La parata della squadra per le vie del centro è uno spettacolo che abbiamo atteso a lungo, ma che finalmente è diventato realtà: il pullman è accompagnata da una fiumana di gente innamorata e festante. Siamo campioni!
La squadra e lo staff festeggiano la Conference a Tirana (As Roma via Getty Images)
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