Mercato, obiettivo Ruben Neves: Pinto alla ricerca di 40 milioni
Il portoghese del Wolverhampton è il più gradito per il centrocampo. Ma "Costa troppo", dicono a Trigoria. Se però i soldi arrivassero dalle cessioni...
«Costa troppo». Non dicono non ci interessa, a Trigoria, quando rispondono all'interrogativo, «ma Ruben Neves può essere il nome giusto per il centrocampo?». No, costa troppo dicono. Che è diverso, molto diverso, da tutte le altre risposte date in questi mesi, «cancella quel nome», «non è il giocatore che ha il profilo che ci interessa», «non ci convince» e via di questo passo. Quindi quel «costa troppo» tutto è meno che una smentita. Perché non bisogna essere Einstein per dedurre che le due parole valgono un'affermazione. Nel senso ci interessa. Ma non ci sono i soldi per provare a prenderlo.
Per ora, aggiungiamo noi. Perché il mercato, ovviamente, non è fatto solo di acquisti. Per concretizzarli si può immaginare di mettere in pratica una strategia che preveda la cessione di alcuni giocatori che, se portata a termine, può garantire quei soldi per puntare all'assalto del cartellino del centrocampista portoghese, venticinque anni, contratto con il Wolverhampton (dove gioca un altro centrocampista come il belga Leander Dendoncker che a Trigoria non dispiace) fino al trenta giugno del 2024, ma un procuratore, Jorge Mendes, che non ha bisogno neppure di avvertire per presentarsi a Trigoria.
Altro elemento, questo di Mendes, che in questa storia può rivelarsi determinante perché quel costa troppo diventi meno troppo. Che poi, fanno a sapere dalla Roma, sarebbe cinquanta milioni. Esagerando perché, a fronte della volontà del giocatore di lasciare la perfida Albione, quei cinquanta diventerebbero dieci di meno. A meno che non si materializzi una concorrenza importante. E questo, oltre al cash, è l'altro aspetto che può risultare un ostacolo alla voglia della Roma di vestire di giallorosso Ruben Neves. Ostacolo che diventerebbe quasi insormontabile (sempre che Mendes voglia), se come dicono in Spagna il Barcellona avesse messo gli occhi sul portoghese.
Per Tiago Pinto, comunque, il primo obiettivo della strategia rimane quello di vendere. Per una cifra tra i trenta e i quaranta milioni, quelli necessari per presentarsi con solidi argomenti nella sede del Wolverhampton. Si può fare, aggiungiamo noi. Come? Noi abbiamo preso in considerazione quattro giocatori per arrivare al tot, due in rosa, due in prestito ma comunque ancora con un contratto in corso con il club giallorosso: Veretout, Carles Perez, Kluivert, Olsen. Dieci milioni per il francese, otto per lo spagnolo, quindici per l'olandese, tre e mezzo (quelli già offerti dall'Aston Villa) per il portierone (nel senso di grande) svedese. Sommando, trentasei milioni e mezzo più che sufficienti, ne siamo convinti, perché il Wolverhampton si metta seduto attorno a un tavolo per trattare. Per la Roma, inoltre, vendere questi giocatori vorrebbe dire sottrarre al peso a bilancio dei cartellini dei quattro, una cifra di circa sedici milioni, molto superiore a quella eventuale da sommare in caso di arrivo di Ruben Neves (in Inghilterra ha uno stipendio da tre milioni e mezzo, pur portandoglielo a quattro peserebbe per sei visto che per il portoghese si potrebbe sfruttare il decreto crescita, in sostanza ci sarebbe un risparmio a bilancio di dieci milioni).
Si può fare. Veretout sa da tempo che il suo futuro deve immaginarlo da qualche altra parte. Lo ha chiesto il Marsiglia, con cui i rapporti sono ottimi, ma la Roma si augura che possa materializzarsi un club della Premier per venderlo ancora meglio. Olsen, come detto, è a un passo dall'Aston Villa. Carles Perez è destinato a tornare in Liga, il Villareal (e pure il Maiorca) ha già manifestato il suo interesse, ci vogliono sette-otto milioni che possono materializzarsi anche con la formula del prestito con obbligo di riscatto. Infine Kluivert. Difficile che il Nizza lo riscatti per i quattordici milioni e mezzo fissati lo scorso anno, il club francese sta cambiando allenatore (Galtier potrebbe andare al Psg) e ds. Ma l'orange può avere un mercato in Inghilterra e Germania in grado di garantire i quindici richiesti. Sommando: Ruben Neves.
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