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De Rossi: ventinove anni sui campi di Trigoria tra trofei e giovani

Una lunga carriera in C, girando la Toscana. Nel 1993 il ritorno in giallorosso, prendendo i '84,nel 1999 il primo scudetto, poi tre finali perse in quattro anni

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
02 Giugno 2022 - 11:39

Si decidono non oltre giugno, gli allenatori del settore giovanile: Claudio Cassano, ultimo giocatore messo in campo da Alberto De Rossi nel campionato Primavera, al posto di Tripi al 12' del tempo supplementare della finale con l'Inter, nel vano tentativo di trovare il 2-2 e portare la gara ai rigori, non era ancora nato quando al tecnico di Ostia era stata affidata la Primavera. Con un anno di ritardo, perché le ingerenze della prima squadra non sono cosa infrequente nella gestione della squadra più importante del vivaio, e già dall'estate del 2002 Bruno Conti aveva deciso di promuovere il tecnico degli Allievi, sostituendo dopo una sola stagione Guido Ugolotti, che nel 2001 aveva preso il posto di Mauro Bencivenga. Prima di lui le gestioni pluriennali di Luciano Spinosi, Ezio Sella e Aldo Maldera, il primo per nove stagioni, superando anche Guido Masetti, leggenda traslata dalla porta alla panchina.  Alberto De Rossi ha stracciato i loro record di permanenza, nonostante l'anno di ritardo con cui approdò nella categoria. Perché nel 2002, quando era il giovane allenatore in rampa di lancio che aveva fatto benissimo con le categorie inferiori, la sua promozione in Primavera venne rinviata da Fabio Capello, che chiese la conferma di Ugolotti.

 Alberto De Rossi non ha mai allenato il figlio, quell'anno sarebbe potuto succedere, ma non con continuità: nel 2000-01 Daniele era andato per la prima volta in panchina coi grandi, al posto dell'altro Primavera Ferronetti, nel Fiorentina-Roma di lunedì del "Siamo tutti parrucchieri", nel 2001-02 aveva debuttato in prima squadra contro l'Anderlecht in Champions League e fatto 3 apparizioni in Coppa Italia, nel 2002-03 sarebbe dovuto stare tutto l'anno in prima squadra. E invece, pur allenandosi coi grandi, e segnando i primi due gol in A nelle ultime gare dell'anno, giocò metà delle partite di regular season coi ragazzi. Con lui c'erano Scurto, Ferronetti, Aquilani, Corvia, Galloppa e De Martino, ma non bastarono: complice qualche infortunio la Roma fece un finale di campionato pessimo, 7 punti nelle ultime 7 partite, perdendo con Ternana, Ancona, Ascoli ed Empoli, e non si qualificò per la fase finale, evento raro e nefasto.

E Alberto De Rossi, che nel frattempo aveva centrato la finale scudetto con gli Allievi Nazionali, perdendola contro il Milan (che schierava all'ala destra Ignazio Abate) fu l'uomo della Provvidenza. Era passato per la Primavera giallorossa anche da giocatore, dopo gli inizi con l'Ostiamare, poi si era tolto le sue soddisfazioni tra C2 e C1, vincendo campionati e portando la fascia di capitano. In Toscana era conosciutissimo: nel 2001, al suo primo Torneo di Viareggio, Daniele era il figliolo dell'Alberto, il libero che aveva giocato con Siena, Montevarchi, Prato, Livorno e Lucchese. Nel '91 chiuse la carriera, con l'Ostimare, poi si affacciò alla Nuova Tor Tre Teste, dove fece le prime esperienze da allenatore, prima di tornare a Trigoria, nel 1993, prendendo i Pulcini, quelli nati nel 1984. Li tenne per sei anni, salendo di categoria con loro, fino a arrivare nel 1998-99 a giocarsi il primo scudetto, a Catania, contro il Cesena, categoria Giovanissimi Nazionali. Lo vinse, e il giorno dopo vinsero anche gli Allievi di Bencivenga, classe 1982, Lanzaro, D'Agostino e Amelia: in tribuna c'era Zeman, che aveva appena saputo di non essere stato confermato da Sensi, ma volle venire lo stesso a vedere i giovani giallorossi. C'erano Aquilani, Ferronetti e Corvia in quella squadra, plasmata dal tecnico di Ostia, che l'anno dopo rimase nei Giovanissimi, con i classe 1985, arrivò di nuovo in finale, con Galloppa e Curci, ma la perse.

Nel 2000-01 ebbe la possibilità di vincere due scudetti nello stesso giorno: per il terzo anno di fila aveva iniziato la stagione con i Giovanissimi, allora i classe 1986. Trascinati dai gol di un fenomenale Simonetta, che sembrava destinato a una grande carriera, e invece non è andato oltre un breve passaggio in C, vinsero il girone con un margine imbarazzante sulla Lazio. Ma Franco Sensi, che era proprietario del Palermo, esonerò a due giornate dalla fine l'allenatore dei rosanero, che stavano perdendo una promozione in B che sembrava già certa, e mandò in Sicilia Ezio Sella, che era nello staff di Capello. Che lo sostituì con Ugolotti, allora tecnico degli Allievi: al suo posto venne promosso De Rossi. Al centro sportivo di Misano Adriatico, con in sottofondo il rumore delle moto che giravano nel vicino autodromo, vide da bordocampo i Giovanissimi che aveva allenato fino a poche settimane prima perdere contro una Lazio ben più debole, al termine di una serie interminabile di rigori in cui tirarono anche i portieri, e poi ricominciò il giro. Poi andò in panchina, con la squadra che aveva preso da poco (ma che conoceva meglio di chiunque altro, visto che erano gli '84 che aveva già guidato per 6 stagioni) e perse la seconda finale della giornata, sempre ai rigori, contro un Bologna imbottito di stranieri, cosa che allora faceva ancora scandalo. Rimase altri due anni con Allievi, poi, nell'estate del 2003, passò in Primavera.

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