"La Roma il suo più grande amore, la vittoria l'abbiamo dedicata a lui"
In redazione è giunta questa toccante testimonianza con dedica speciale per il trionfo di Tirana allo zio da poco scomparso: "So che tu continuerai a tifarla sempre"
Caro direttore, qualche giorno fa è scomparso mio zio, romano "di dentro le mura", come ci teneva a precisare lui, e tifoso appassionato della Roma. Cresciuta in una famiglia di tifosi non romanisti, è stato lui a introdurmi alla passione per la Magica; con lui e i miei cugini ho visto tutti i derby più spettacolari, e l'immagine delle sue indimenticabili esultanze ai gol della Roma è tra i ricordi più belli della mia adolescenza. Zio Enzo – così si chiamava – stava aspettando con trepidazione la finale di Conference League, nonostante avesse appena subito un delicato intervento al cuore. Lo avevo sentito qualche giorno dopo l'intervento, e avevamo parlato a lungo della partita. Gli dicevo che con un fresco intervento al cuore forse non era il caso di guardare una finale della Roma, e lui ridendo mi aveva risposto che a quella sofferenza non si sarebbe mai sottratto. Lui era cosí, con la battuta sempre pronta, sempre sorridente e di buon umore, buono e generoso: il lato più bello della romanità. Alla finale non ci è mai arrivato, se ne è andato pochi giorni prima, con grande sgomento di tutti noi. La partita l'ho vista con mio cugino Roberto, suo figlio, proprio la sera prima del funerale; l'abbiamo guardata allo stesso tavolo, sulla stessa sedia dove l'avrebbe guardata lui. È stata un'emozione intensa e dolorosa. La sua assenza era assordante, ma allo stesso tempo lo sentivamo là con noi. La vittoria l'abbiamo dedicata a lui, e ci piace pensare che ci sia anche il suo zampino - la Roma, il suo più grande amore insieme a mia zia. Le scrivo per chiederle se fosse possibile, a pochi giorni dalla sua scomparsa, ricordarlo qui sul Romanista (ne sarebbe stato felice!) e fargli arrivare il mio messaggio: "Zio, ti penserò durante ogni partita della Roma che vedrò nella mia vita, e so che tu continuerai a tifarla sempre. Anche dalla curva Paradiso. Ciao zio, ti voglio bene!"
Alessandra
risponde Daniele Lo Monaco
Carissima Alessandra, la sua lettera ci ha commossi. Se 18 anni fa è nato un giornale come questo, e se un anno e mezzo fa abbiamo deciso di dargli un'anima ancor più popolare aprendo il suo azionariato ai tifosi, questa sua tenerissima testimonianza non può che trovar spazio nella nostra prima pagina. Per come lo descrive, sono sicuro che "zio Enzo" sarebbe stato un perfetto commensale nelle rituali e periodiche cene tra soci a raccontarci una volta ancora le sue belle storie romaniste del passato. Scrivendo la partita, a Tirana, mi sono chiesto se non fosse intervenuto qualcuno d'entità immateriale a deviare sul palo quella traiettoria di Malacia spezzata da Rui Patricio o a spostare il pallone dal piattone cui sembrava destinato, a un metro dalla porta, in quel cross al 92' che pareva proprio indirizzato verso Linnsen. Mi piaceva immaginare, in un delirio mistico post-vittoria, che Dino o Ago o Luisa o qualcun altro avesse avuto un ruolo in quelle tremebonde fasi di gioco. Lei avrà pensato ad Enzo. Ora penso solo a quanto sia ingiusto che se ne sia andato prima. Questa vittoria deve essere anche un po' sua.
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