E dopo questa finale nulla sarà più come prima
Il fiume di entusiasmo partito dall’Albania è tornato a casa con noi e ora ci accompagna
Una settimana fa, oggi. Dopo tanti voli pindarici questa volta un volo, ma per davvero, verso la storia. Sì, senza nessuna certezza d'andare a scriverla ma con la coscienza di dover essere lì, accanto alla ROMA. Con la ROMA.
Tirana, per chi ha avuto la fortuna di viverla, è stata uno spartiacque: c'è un prima e un dopo. E quel dopo ci si è appiccicato addosso come la resina che protegge un albero, come i superpoteri di quei giochetti anni ottanta che pure se ti sbattevano addosso le navicelle nemiche non poteva accaderti nulla: tutto questo ha un nome, si chiama felicità. E questa felicità ce la siamo andati a prendere in migliaia, un'invasione festosa. Arrivando in Albania dal cielo, dal mare, dalla terra: Romanisti dappertutto. Che se pure non avessimo trovato un modo… probabilmente saremmo andati ugualmente a piedi. Con gli amici di sempre ma anche nei tanti incontri, negli abbracci, le birre, le risate e gli stati d'animo condivisi da chi, come me-te-noi, era lì solamente per lei: la ROMA. Guardate che tutto questo va oltre il calcio perché investe, travolge e sconvolge la vita stessa delle persone. Tanto che, mentre camminavamo verso lo stadio come fossimo un fiume in piena che si gonfia ma che sceglie di rimanere civilmente dentro i suoi argini, nessuno aveva voglia di affrettare il passo perché c'era troppa voglia di viverci tutto.
E poi eccoci, dentro lo stadio. Spalla a spalla, un muro giallorosso di ogni età, sesso, estrazione sociale. Che se nel corso della storia i muri hanno sempre diviso, questo invece è stato l'emblema dell'unione. Una voce, quella di tutti. Un boato, collettivo. Al gol di Zaniolo e al triplice fischio tra pianti di gioia, lacrime liberatorie, sorrisi poetici e pensieri speciali. Perché seppur in mezzo al delirio il dopo ognuno l'ha vissuto intimamente: attimi, ricordi in calce. Con quell'entusiasmo incontenibile addosso che ci siamo riportarti a casa e che, ancora oggi, ci rende riconoscibili in mezzo a tutta quell'altra gente che di quella vittoria non aveva saputo nulla prima di scoprirlo da noi, dal nostro sorriso, dalla nostra felicità. Perché Tirana non ce la dimenticheremo mai. E perché siamo ovunque, rassegnatevi. Siamo speciali. Siamo Romanisti!
© RIPRODUZIONE RISERVATA