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Perché Nicola ce sa fa': Zalewski, la scommessa vinta di Mourinho

Dalla Primavera a Tirana in poco più di un anno. Con José è diventato la rivelazione della stagione rimanendo il tifoso che canta in campo i cori della Curva

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
01 Giugno 2022 - 08:35

C'è un video che gira sui social dal giorno dopo il trionfo della Roma a Tirana che è probabilmente la miglior sintesi possibile della bellezza della storia di Nicola Zalewski. C'è il ventenne polacco ma nato a Tivoli che, con una bandiera giallorossa in mano (o meglio, soltanto l'asta, ma conta il gesto) nel rettangolo verde dell'Arena Kombëtare, canta "Campo Testaccio" sotto al settore festante dei tifosi giallorossi. Lui è uno di loro, al collo ha la medaglia di campione della Conference League appena vinta giocando da titolare in finale e negli occhi (come in quelli di Bove che canta insieme a lui) c'è la gioia di un ragazzino che ha portato a un trionfo europeo la sua squadra del cuore, quando urla "Roma! Roma!" alla fine dello storico inno sta cantando anche a se stesso, lui che ha saputo diventare una risorsa fondamentale per la squadra nel corso di una stagione lunga e impegnativa ed esserne la scoperta più bella (oltre che debuttare a settembre con la sua nazionale).

E non è "solo" un romanista in campo, fattore a cui i tifosi giallorossi sono storicamente abituati al contrario di quanto accade nella maggior parte delle altre squadre, Zalewski è stato anche un esempio della dedizione alla causa che Mourinho chiede ai suoi giocatori, della capacità di mettersi in gioco, pur mantenendo l'indole da ragazzino romanista (quella che lo ha portato a versare la birra in testa a Pellegrini durante l'intervista post Feyenoord per poi farsi abbracciare dal suo capitano, romanista pure lui e quasi un fratello maggiore).Tutte queste caratteristiche, legate alle innegabili qualità tecniche, hanno attirato l'attenzione di Mourinho. Il numero 59 ha debuttato con Fonseca il 6 maggio 2021 in Europa League contro il Manchester United, ma con lo Special One ha trovato una dimensione tutta diversa.

"Il bambino" lo ha chiamato più volte il tecnico romanista, ricordando la straordinarietà del fatto che un talento così giovane, arrivato a Trigoria all'età di nove anni e cresciuto nel vivaio, abbia saputo cogliere le occasioni che gli ha concesso dopo esserselo inventato come esterno sinistro. Era un centrocampista offensivo fino a pochi mesi prima in Primavera (aveva indossato anche la maglia numero 10), ma in quel Roma-Verona del 19 febbraio lo Special One lo ha buttato dentro al posto di Viña come tutta-fascia a sinistra. Dalla sua spinta e dai gol degli altri due giovani Volpato e Bove è arrivato un pareggio in extremis e su quell'out il polacco ha iniziato a superare le gerarchie fino a diventare titolare nel 3-4-1-2, con Karsdorp dall'altra parte. Ha lavorato in silenzio per la squadra, anche perché la sua velocità e la capacità di puntare l'uomo sulle fasce possono diventare letali in fase offensiva, dimostrando ancora una volta attaccamento alla maglia, come non fosse bastato mettersi a disposizione del mister per il derby di settembre nonostante il padre fosse venuto a mancare poche giorni prima della gara: ha deciso di esserci e poi la squadra gli è stata vicina nel giorno dei funerali, come una vera famiglia. Si è abituato piuttosto rapidamente a giocare in quel ruolo, mettendo al servizio del gruppo anche una personalità e una convinzione nei propri mezzi che vanno ben oltre quello che ci potrebbe aspettare da uno della sua età.

Scommessa vinta

Col passare delle partite la sua incisività in campo si è rivelata determinante e la Roma ha contato tanto su di lui: da quella gara col Verona, è sceso in campo in tutte le giornate di campionato, percorrendo anche la striscia di risultati utili positivi, fino alla conquista della qualificazione all'Europa League. Anche in Conference è diventato un imprescindibile: è stato titolare in tutte le gare dai quarti di andata fornendo anche due assist (uno a Zaniolo contro il Bodø e l'altro, decisivo, in casa del Leicester a Pellegrini).Oggi Zalewski è la scommessa vinta di Mourinho e una risorsa importante del futuro giallorosso. Perché Nicola ce sa fa'.

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