AS Roma

Smalling sei magico: è un leader ritrovato con Mourinho

Stagione da incorniciare dopo i ko del 2021. A Tirana è stato nettamente il migliore in campo. Alla faccia di chi, un anno fa, lo dava in partenza

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
30 Maggio 2022 - 07:18

Quando, al 60' della sfida amichevole col Raja Casablanca del 14 agosto scorso, Chris Smalling si accasciava a terra ed era costretto a chiedere il cambio, per il difensore inglese si temeva un'altra stagione all'insegna degli infortuni. Come la precedente, in cui era riuscito a totalizzare soltanto 21 presenze tra tutte le competizioni a causa dei continui stop muscolari patiti nel 2021. Timori che si rafforzavano a inizio ottobre quando, appena rientrato, si fermava di nuovo, sentendo tirare il flessore proprio nei minuti finali della gara casalinga con l'Empoli.

E invece, con l'avvento del nuovo anno, Chris è riuscito partita dopo partita a trovare la tanto agognata continuità, quella che gli era mancata nella seconda stagione con Paulo Fonseca: nel 2022, il centrale inglese ha saltato soltanto quattro partite, due delle quali per infortunio (contro il Lecce in Coppa Italia e col Cagliari); a Torino, nell'ultima di campionato, Mou ha preferito tenerlo a riposo in via precauzionale - Chris era reduce da un lieve fastidio muscolare - perché all'orizzonte c'era la finale di Conference. Gara, quest'ultima, nella quale Smalling ha dimostrato tutta la sua importanza tattica nella guida della retroguardia, la sua leadership in campo e la personalità figlia di oltre 300 partite con la maglia del Manchester United.

La palma di Man of the Match è stata meritatissima: il numero 6 si è rivelato un autentico baluardo, di fronte al quale Dessers, Sinisterra, Nelson e gli altri del Feyenoord non hanno potuto nulla; al resto, hanno pensato Rui Patricio e i legni (finalmente a nostro favore). Come già li era capitato con ottimi attaccanti della Serie A (Zapata, Osimhen, Immobile), in marcatura il 32enne di Greenwich non ha lasciato agli avversari neppure le briciole. E così ha potuto festeggiare il suo primo trofeo in maglia giallorossa, il nono in carriera e il quarto sotto la guida di José Mourinho.

Al centro del progetto

Proprio in virtù dei suoi trascorsi con lo "Special One", molti addetti ai lavori vedevano Smalling come un probabile partente dopo l'annuncio del portoghese da parte della Roma: si tirarono in ballo dei presunti rapporti non idilliaci, così come si disse per Mkhitaryan. Ma alla fine lo stesso Mou, non più di venti giorni fa, ha ribadito la sua stima nei confronti dell'inglese: «È un giocatore fantastico - disse il tecnico a Sky Sports - e sono davvero felice del rendimento che sta avendo quest'anno».

Del resto, Chris era stato messo al centro del progetto fin dal primo giorno di José in Italia: durante tutto il precampionato, nel 4-2-3-1 erano lui e Mancini i centrali titolari, con Ibañez e Kumbulla pronti a far tirare loro il fiato. I guai fisici della prima parte di stagione hanno complicato le cose per il numero 6, che però ha saputo rialzarsi e tornare a rendere ad altissimi livelli: gli stessi che gli avevano permesso di alzare più di un trofeo ai tempi del Manchester United.

Senso della posizione, intelligenza tattica, abilità nell'anticipo e nell'uno contro uno sono le doti per cui la Roma l'ha acquistato - dopo un anno in prestito - portando avanti una trattativa estenuante con i Red Devils nell'estate del 2020. Doti che, in questa stagione, si sono rivelate determinanti: ben coadiuvato dai compagni di reparto, Smalling ha preso in mano le chiavi della retroguardia, dando anche prova di uno spirito battagliero che in passato (erroneamente) non gli veniva riconosciuto. Magari il soprannome di "Smalldini" citato da Mou in quella famosa intervista risulta esagerato, ma rende bene l'idea di quanto questo esperto difensore sia importante negli equilibri della squadra.

Il suo contratto è in scadenza tra un anno, e non è escluso che in estate ci sia un incontro fra l'entourage dell'inglese e Tiago Pinto per rinnovare di un anno. Nonostante a novembre spegnerà 32 candeline, Smalling è uno dei senatori oltre che un uomo di Mou, e perciò si cercherà di trovare un'intesa. Senza fretta: sia lui sia la sua famiglia a Roma sta bene, e in ogni caso all'orizzonte c'è ancora un anno ricco di sfide. Con la ritrovata consapevolezza che il successo di Tirana porta inevitabilmente con sé.

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