Tammy tutto: un sogno che abbiamo atteso per sessant'anni
Questo è il giorno. Stasera Roma e Feyenoord si contendono la finale di Conference League. L'inglese è pronto a guidare la squadra verso la storia
«Ma 'sta Roma?». Eccola lì la domanda che speriamo di non sentire più per un po', se stasera le cose vanno come da troppi anni non sono andate. 61 anni che non si porta a casa un trofeo internazionale, 31 che non si vive una finale di coppa europea, 14 che non si vince un titolo, in quel caso era la Coppa Italia. «Ma 'sta Roma», stasera, sarà lì dove in tanti vorrebbero essere e solo in pochi arrivano. Ci siamo andati vicino quattro anni fa con Di Francesco e l'anno scorso con Fonseca, ma quel vicino è diventato lontano dopo le semifinali d'andata di Liverpool e di Manchester e si è rivelato poi approdo solo intravisto e presto sparito in quelle di ritorno. Stavolta ci siamo arrivati, stavolta gli inglesi (del Leicester) si sono arresi, stavolta in finale (di Conference League, terzo tentativo dopo la Champions e l'Europa League) ci stanno altri inglesi, Abraham che ci guida e pure Smalling, contro il Feyenoord. La spedizione romanista è partita ieri pomeriggio, anticipata e seguita oggi da migliaia di tifosi speranzosi. E dopo quest'ultima giornata di attesa, nella tiepida sera di Tirana (ore 21, Arena Kombëtare, telecronaca su Tv8, Sky e Dazn) il pallone diventerà protagonista quando il romeno Kovacs fischierà l'inizio, togliendo peso all'improvviso alla valanga di parole che hanno anticipato l'evento.
L'attesa sta consumando milioni di tifosi, non solo quelli arrivati in questo straccio di terra arsa dal sole eppure così accogliente. Le autorità hanno provato a separare i contingenti sin dall'arrivo all'aeroporto, i gruppi di squadrano e si sfidano a sguardi in attesa del controllo passaporti, ma l'atmosfera resta rilassata. Qui e lì arrivano echi di piccoli confronti, quelli con poco sale in zucca con il caldo stanno provando a rovinare l'atmosfera di festa, ma i provocatori sembrano in evidente minoranza rispetto ai festaioli, così la lunga giornata di vigilia è trascorsa senza grossi intoppi, a parte le risse serali.
Il grosso degli olandesi, stando almeno ai cori che si sono sentiti levare al cielo dalle parti dello stadio sin dalla tarda mattinata, sono già in città da ieri, il più dei romanisti arriverà solo oggi. Il ritorno per tutti dipenderà dal risultato: la tifoseria della squadra sconfitta sarà convogliata e spedita all'aeroporto subito, a festeggiamenti ancora in corso dentro lo stadio per l'altra, per chi vince si prospetta invece una notte insonne con partenze assai ritardate, fino all'alba, ma chissenefrega se ti riporti indietro la coppa. Quello il pensiero fisso: vincere è l'unica cosa che conta.
Lo sa bene Mourinho che quando arriva all'ultimo atto è un caterpillar: quattro successi su quattro tentativi, Coppa Uefa col Porto, Champions League con Inter e Real Madrid, Europa League con il Manchester United. E ce ne sarebbe un altro in Coppa delle Coppe come assistente di Robson. Vincesse stasera sarebbe peraltro il primo tecnico al mondo ad aver vinto tutte le competizioni europee esistenti. Ma anche il Feyenoord non scherza in quanto a concentrazione al momento decisivo: nella sua storia ha vinto tre finali su tre, magari non recentissime: Coppa Campioni 69-70, Uefa 73-74 e 2001-02.
Impossibile parlare di favoriti in una finale tanto aperta, ma certo una strada per farsi un'idea c'è. I bookmakers, ad esempio, non sono certo dei sentimentali e non si fanno influenzare dalla passione o dal tifo: e secondo tutte le principali società di betting la Roma è favorita rispetto al Feyenoord. La vittoria giallorossa è quotata mediamente 2,30, quella olandese 3,10 mentre il pareggio, che porterebbe ai supplementari è l'ultima opzione, si gioca a 3,30. Mourinho ha fatto allenare i ragazzi anche sui rigori, ma non può esserci una lista certa: dipenderà da chi arriverà lucido al 120'. Di sicuro, se saranno in campo, Abraham, Pellegrini, Zaniolo, Veretout e Oliveira.
© RIPRODUZIONE RISERVATA