Mou e il ko di Rotterdam che inaugurò il trionfo
Con lo United sfidò il Feyenoord nel girone dell’Europa League 2016-17. Sconfitto nella prima gara, al ritorno rifilò un 4-0 agli olandesi. C’erano anche Micki e Karsdorp
L'ultimo trionfo europeo in ordine cronologico di José Mourinho partì proprio dal Feyenoord, ma con una sconfitta. Ampiamente vendicata nella gara di ritorno di quella fase a gironi dell'Europa League 2016-17 che sollevarono anche Chris Smalling e Henrikh Mkhitaryan. Tutto ebbe inizio con un ko, al De Kuip di Rotterdam, contro gli olandesi allenati da Giovanni van Bronckhorst, che nel ruolo di terzino destro schieravano un ventunenne Rick Karsdorp. C'è tanta Roma in quel doppio confronto, unico precedente ufficiale dello "Special One" contro la squadra biancorossa nell'arco della sua carriera ultra-ventennale.
L'andata
Il 15 settembre 2016, per la prima giornata del Gruppo A, i Red Devils si recarono in terra olandese, capitanati da Smalling in campo e guidati dal tridente offensivo composto da Mata, Rashford e Martial, con Ibrahimovic inizialmente in panchina. Per il tecnico portoghese e i suoi non fu una gara facile: il Feyenoord, campione d'Olanda in carica, si rivelò un avversario ostico, capace di resistere agli attacchi degli inglesi e di rendersi pericoloso, grazie alla solita, impagabile spinta del caldissimo De Kuip. A decidere l'incontro, un gol di Tonny Vilhena, centrocampista centrale attualmente in forza all'Espanyol. Nell'altra gara del girone fu 1-1 tra gli ucraini dello Zorya Luhansk (che la Roma ha affrontato proprio nel girone di questa Conference League) e il Fenerbahçe. Non la partenza ideale per i rossi di Manchester, che però si rifecero subito nelle due gare successive (1-0 allo Zorya e 4-1 al Fenerbahçe), prima di incassare un'altra sconfitta, stavolta in casa dei turchi.
La vendetta
Chiamati a restituire pan per focaccia al Feyenoord a Old Trafford per ipotecare il passaggio del turno, gli uomini di José affrontarono di nuovo gli olandesi il 24 novembre. Stavolta fu tutta un'altra musica: Karsdorp e soci furono travolti con un perentorio 4-0 firmato da Rooney, Mata, Jones e Lingard. Nonostante tre dei quattro gol arrivarono negli ultimi 20', l'esito dell'incontro non fu di fatto mai in discussione. Nel 4-2-3-1 schierato da Mourinho c'era Henrikh Mkhitaryan (assente all'andata) nel ruolo di ala destra, mentre Smalling era out a causa di un lieve infortunio muscolare. Da lì in avanti, il Manchester United proseguì imbattuto la sua cavalcata verso la finale in programma alla Friends Arena di Solna: sei vittorie e tre pareggi valsero alla banda dello "Special One" l'accesso all'ultimo atto; in nove partite, 13 gol segnati e soltanto 4 subiti. Il 24 novembre, contro l'Ajax dei "ragazzini terribili" di Peter Bosz che schierava - tra gli altri - de Ligt, Ziyech, Schöne, Frenkie de Jong, van de Beek e Justin Kluivert - decisero i gol di Pogba e Mkhitaryan. Il 2-0 permise a José di sollevare il suo quarto trofeo internazionale da capo allenatore, a 14 anni di distanza dalla Coppa UEFA conquistata con il Porto dei miracoli.
L'amichevole al De Kuip
Figura anche un incrocio non ufficiale tra José Mourinho (all'epoca sulla panchina del Chelsea) e il Feyenoord: si tratta di un'amichevole precampionato, giocata l'8 agosto 2006 proprio a Rotterdam. Davanti a più di 30.000 spettatori, i Blues vinsero 1-0 grazie a un gol di Frank Lampard. Fu l'inizio di un'altra delle tante stagioni proficue per il tecnico di Setubal che, dopo aver vinto la Premier League pochi mesi prima, avrebbe portato nella bacheca dei londinesi anche la FA Cup e la Coppa di Lega. Stavolta invece è proprio il club olandese l'ostacolo tra Mourinho e un trofeo che, a Roma, si attende da quattordici anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA