AS Roma

Broda di paglia

Il mondo parallelo dipinto ieri: anziché incassare il regalo e avere il buon gusto di tacere, da quel versante si è ritenuto opportuno puntualizzare. Sull'episodio? Macché. Su Mourinho

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
03 Maggio 2022 - 08:25

Benvenuti nella tana del Bianconiglio. Eccolo lì, il mondo parallelo dipinto ieri. A due giorni dalla nuova frontiera valicata dal Var («sul fuorigioco non ci può essere margine d'errore», era la certezza fino a sabato sera), il fulcro del problema è artificiosamente ricollocato. Dal macroscopico errore di Pairetto e Nasca (talmente marchiano da farli sospendere fino a fine stagione) alle reazioni del club beneficiario. Dal «difetto di comunicazione» alla creatività nella comunicazione evidentemente il passo è breve. Già, succede anche questo nel Paese delle Meraviglie pallonare. Anziché incassare il regalo e avere quantomeno il buon gusto di tacere, da quel versante si è ritenuto opportuno puntualizzare, con tanto di nota ufficiale. Sulla controversia dell'episodio? Macché. Su eventuali meriti e demeriti? Figuriamoci. L'oggetto del j'accuse è nientepopodimeno che José Mourinho.

Lo Special One sarebbe reo - secondo il surreale comunicato intriso anche di lezioni di giornalismo - di aver fatto riferimento in conferenza a «presunti» favori arbitrali a favore di squadre concorrenti. Non solo. Perché quando l'iperbole si inerpica su sentieri scoscesi, non può che sfociare nel grottesco. E allora si scopre che i pensieri di Mou sarebbero «ossessivamente» rivolti ai biancocelesti. Il motivo? Per «distogliere l'attenzione dai risultati mancati». Eh sì, proprio José Mourinho: venticinque trofei vinti in carriera, alla guida dei club più prestigiosi del globo, e restando alla mera attualità, tecnico dell'unica squadra italiana ancora in corsa in Europa.

La fiera dei paradossi però non termina mica qui. Al potere la fantasia del comunicato, laddove recita che il tecnico avrebbe bisogno di parlare di arbitri per deviare gli sguardi «da clamorosi episodi avvenuti in casa propria, a proprio favore, sotto gli occhi di tutti». Se in casa propria vuol dire all'Olimpico, la lista è densa, anche se in senso opposto. Basterebbe ricordare la certosina attenzione di Nasca, stesso Var di La Spezia (toh), nell'annullare il gol last minute di Zaniolo al Genoa. O ancora il derby - non quello citato in coda alla nota e chiuso in pochi minuti da un dominio incontrastato - in cui sempre Nicolò è stato buttato giù in piena area senza intervento alcuno e sul capovolgimento di fronte è stata realizzata la rete che ha fatto la differenza nel punteggio finale.

O la scandalosa espulsione di Pellegrini nella gara precedente, costata al Capitano la presenza proprio in quel derby. O diversi altri episodi che allungherebbero ulteriormente l'elenco. Quelli sì, sotto gli occhi perfino di chi indossa i panni di Alice nel suo universo fantasioso. Oppure, molto più semplicemente, sarebbe da chiedersi se chi ha costruito buona parte della propria fama - per quanto macchiettistica - su bizzarre citazioni in latino, conosca una delle più famose: Excusatio non petita, accusatio manifesta. Ma in quel caso sembrerebbe di rubare la marmellata a un bambino. Non è il caso. Lasciamo che chi ha contribuito ad affossare il calcio italiano possa godersi senza eccessivi travasi di bile il percorso della squadra della Capitale. Che con tre semifinali nelle coppe in 4 anni fa in modo che la Serie A non sia dimenticata in Europa. Nonostante certi suoi rappresentanti. È la differenza fra Paese delle Meraviglie e Meraviglia di questo Paese. Quella che guida Mou. Stacce

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