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Un milanese per Inter-Roma: il curioso caso di Sozza

Scelto un arbitro nativo del capoluogo lombardo ma il regolamento non lo vieta. Ai giallorossi non è mai capitato un fischietto dei dintorni della Capitale

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
22 Aprile 2022 - 10:22

25 chilometri. Sarà la distanza che il signor Simone Sozza si troverà a percorrere per ottemperare ai suoi doveri di arbitro. Percorso simile a quello che separa il centro di Roma dal litorale, tanto per capirsi. Un tragitto, quello dalla sua residenza di Seregno, provincia di Monza (alla cui sezione arbitrale appartiene) a Milano - dove è stato designato per dirigere il big match fra Inter e Roma - che probabilmente il fischietto ha colmato diverse volte. Nel capoluogo lombardo è nato e come molti milanesi ha scelto di abitare in Brianza, un po' come capita con chi si trasferisce dalla Capitale ai Castelli. Mai però Sozza era stato chiamato a una trasferta tanto breve per il campionato di Serie A, cui si è affacciato dal 2019-20. L'unico precedente a San Siro per lui è recentissimo: 9 febbraio di quest'anno, ma con il Milan e in Coppa Italia (4-0 senza storie rifilato ai biancocelesti di Sarri). Mentre nella sua carriera ancora agli albori (ha 34 anni) l'incrocio con l'Inter è un inedito, anche nella versione gare in trasferta.

A prima vista potrebbe sembrare non così strano, per il luogo di nascita. Ma il regolamento parla chiaro: non esiste alcun veto che riguardi la registrazione all'anagrafe. La discriminante è fornita unicamente dalla sezione di appartenenza. Diversa è la questione che riguarda l'opportunità di designare per una sfida tanto delicata (in ballo il titolo in casa nerazzurra e l'Europa per i giallorossi) un direttore di gara nato nella città di una delle due squadre e comunque residente in un comune che si trova a una distanza irrisoria. Come era prevedibile, la scelta ha scatenato una ridda di polemiche sui social. Sulla pagina di Wikipedia dedicata a Sozza è perfino apparsa una presunta fede nerazzurra dell'arbitro. Boutade a parte, in una fase nella quale fra la classe arbitrale e la Roma qualche attrito (già palese con decisioni più che discutibili) è deflagrato anche nelle esternazioni, forse ci sarebbe voluta maggiore cautela da parte del designatore. Anche se il fischietto scelto appare uno dei più promettenti e la scelta più preoccupante agli occhi più attenti resta quella di Irrati al Var, visti i suoi precedenti in sala video.

D'altra parte non è la prima volta che ai giallorossi tocca un arbitro appartenente a una sezione limitrofa (o comunque della stessa regione) rispetto agli avversari di turno. Per restare soltanto agli ultimi anni, Fiorentina-Roma del 2018 è stata diretta da Banti di Livorno; le gare col Parma del 2019, 2020 e 2021 due volte da Fabbri di Ravenna e una da Piccinini di Forlì; il debutto della scorsa stagione a Verona da Chiffi di Padova; il match con l'Udinese del febbraio 2021 da Giacomelli di Trieste. Con alterne fortune. Lo stesso Collina, residente a Viareggio ma bolognese di nascita, ha arbitrato diverse volte i rossoblù, la prima guarda caso proprio con la Roma. È prassi. Anche se un arbitro dei dintorni della Capitale ai giallorossi non è mai capitato.

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