Napoli-Roma, la sfida nella sfida: i precedenti tra Lucio e Mou
Col toscano la prima in assoluto di José in Italia. Da "zero tituli" a "Spallettone", storia di una rivalità particolare e davvero sui generis
Partiamo dall'inizio, e quindi da quel 24 agosto 2008 in cui la Roma di Luciano Spalletti tenne a battesimo l'Inter di José Mourinho, appena sbarcato in Italia per tentare l'assalto alla Champions League, ossessione mai nascosta dell'allora presidente nerazzurro Massimo Moratti. In palio c'era la Supercoppa Italiana, che l'anno precedente i giallorossi si erano presi a San Siro grazie a un rigore di Daniele De Rossi. Quella sera, per l'esordio dello "Special One", il dischetto ci è però fatale: dopo il 2-2 maturato nell'arco dei 120', gli errori di Totti e Juan dagli undici metri permettono al tecnico di Setubal di portare a casa il primo dei cinque titoli conquistati in un biennio a Milano.
È appena iniziata una stagione che per la Roma, reduce da due secondi posti, si rivela più complicata del previsto: la prima parentesi di Spalletti nella Capitale mostra qualche crepa, che porterà alle dimissioni dell'anno successivo. L'Inter prende subito il comando della classifica, la Roma fa bene in Champions durante la fase a gironi, ma non è mai in corsa per la vetta in Serie A: alla settima giornata Mou strapazza Spalletti all'Olimpico (4-0) e a gennaio ci elimina nei quarti di Coppa Italia (2-1). Il ritorno di campionato a San Siro va in scena l'1 marzo ed è un rocambolesco 3-3 in cui i giallorossi si fanno rimontare dal 3-1 negli ultimi 30'. Lucio, inviperito dopo la gara per il rigore che ha permesso all'Inter di riaprire i giochi, tuona: «Non ci sto a passare per coglione. La verità è che il rigore non c'era e che la Roma meritava di vincere, ma non l'ha potuto fare per colpa di quel penalty».
2 giorni dopo, nella conferenza alla vigilia di Samp-Inter (semifinale d'andata di Coppa Italia, vinta 3-0 dai blucerchiati), Mou pronuncia il suo discorso più celebre, entrato ormai negli annali del calcio italiano e purtroppo ben noto anche ai tifosi romanisti. Prima se la prende con la stampa: «Non mi piace la prostituzione intellettuale, mi piace l'onestà intellettuale. Negli ultimi giorni c'è stata una grandissima manipolazione intellettuale, un grandissimo lavoro organizzato per manipolare l'opinione pubblica». Quindi piazza l'affondo dialettico: «Negli ultimi giorni non si è parlato di una Roma con grandissimi giocatori, con tanti giocatori che io volevo avere con me, che finirà la stagione con zero tituli». Nel bersaglio finiscono anche il Milan e la Juventus, quest'ultima capace di conquistare «tanti, ma tanti punti con errori arbitrali».
12 anni dopo
Mourinho e Spalletti si sono ritrovati di fronte quest'anno, rispettivamente a Roma e Napoli, dopo una lunga "separazione". A 3 settimane dalla sfida d'andata, giocata all'Olimpico il 24 ottobre scorso e terminata 0-0, i due si incrociano in un doppio collegamento ai microfoni di Dazn: «Grande Spallettone, grande!», esordisce José. «Ma che, vuoi vincere tutte le partite? Secondo me tu devi perdere la prossima partita fuori casa». Il riferimento è appunto alla gara dell'Olimpico, che arriva dopo il 6-1 incassato a Bodø e vede la Roma disputare un'ottima gara, senza però riuscire a ottenere la vittoria. Finisce 0-0, primo pari in campionato del Napoli dopo 8 vittorie consecutive. I due tecnici vengono espulsi: Mou durante la gara, Lucio dopo il triplice fischio. Domani si ritroveranno l'uno di fronte all'altro: chissà se, durante i saluti del pre e del post-gara, avranno modo di rivangare i trascorsi di un rapporto a volte burrascoso, a volte amichevole, sicuramente sui generis.
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