Riecco l'asse portante: con il Bodø rientrano Mancini e Pellegrini
Assenti domenica, Capitano e vice sono al rientro. In Norvegia Lorenzo in gol, poi le accuse a Knutsen a fine partita. Gianluca ko all'andata, domani tocca le 120 da romanista
Rieccoli. Per motivi differenti hanno saltato l'ultimo impegno con la Salernitana, andato in scena domenica scorsa in un Olimpico gremitissimo. Ma domani Lorenzo Pellegrini e Gianluca Mancini saranno regolarmente ai propri posti, di nuovo davanti alla folla delle grandissime occasioni. La seconda in pochi giorni, ma sarebbe più corretto definirla l'ennesima della stagione (i romanisti hanno decretato coi fatti che quando gioca la Roma è sempre una circostanza importante, tanto da riempire perennemente gli spalti al massimo della capienza consentita). Due rientri basilari, non soltanto per il valore intrinseco dei giocatori, ma anche per la tempra di entrambi, non a caso in cima alle gerarchie dei graduati di Mourinho.
Capitano e vice in campo nella sfida che vale una stagione e che potrebbe indirizzare nel miglior verso possibile la prima annata del ciclo dello Special One. La Roma ha la possibilità di centrare la terza semifinale continentale dell'ultimo quinquennio, un traguardo mica da ridere che la confermerebbe nel lusinghiero ruolo di italiana più continua in Europa. Prima però c'è da superare lo scoglio Bodø, rimontando la rete di svantaggio relativa alla gara d'andata, compito tutt'altro che agevole, come già emerso dai tre scontri diretti fin qui disputati. Il primo nato storto e finito peggio, sia pure con una formazione più che sperimentale e mai più riproposta; gli altri due non fortunati nell'esito rispetto a quanto visto in campo. In quello della scorsa settimana disputato in Norvegia proprio Pellegrini e Mancini sono stati fra i protagonisti. Il numero 7 è risultato nettamente l'uomo più pericoloso fra i giallorossi, fin dalle prime battute. Sue le migliori occasioni, suo il gol del provvisorio vantaggio romanista. I movimenti di Abraham alla ricerca di palloni giocabili verso zone di campo più "basse" del solito hanno spalancato a Lorenzo spazi inattesi nei pressi della porta avversaria, nei quali si è fiondato sfruttando al meglio le proprie doti. Nella ripresa, con la squadra meno propositiva, è stato ancora il primo a provarci, quanto uno degli ultimi ad arrendersi. E il confronto del Capitano con gli avversari è proseguito perfino dopo il triplice fischio arbitrale, quando si è presentato davanti ai microfoni per denunciare l'aggressione del tecnico del Bodø Knutsen nei confronti del preparatore dei portieri giallorossi Nuno Santos (la cui genesi i norvegesi hanno provato a capovolgere), poi costata la sospensione a entrambi.
Anche Mancini è finito sotto i riflettori nel match d'andata, sia pure suo malgrado: dopo 69 minuti una forte contusione al ginocchio destro lo ha costretto ad alzare bandiera bianca. Comportamento tutt'altro che usuale per un leone come lui, che sulle prime ha contribuito a far temere il peggio. Fortunatamente già dal rientro a Roma i presagi più nefasti sono stati scongiurati: gli esami hanno chiarito l'assenza di lesioni e distorsioni e il numero 23 è perfino andato in panchina con la Salernitana. Seduto accanto a staff tecnico e compagni ha seguito la rimonta, trovando così modo di riposare (altro evento raro per lui) proprio in vista della sfida di domani. Pelle ha rifiatato scontando il turno di squalifica in campionato, Mancio in via precauzionale dopo la botta ricevuta sul «campo di plastica» norvegese. Stavolta ci saranno entrambi e il difensore potrà celebrare le 120 presenze in giallorosso, si spera festeggiando un traguardo anche più importante. Di squadra.
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