Cristante l'equilibratore: quando manca si sente e il centrocampo ne soffre
A Udine, vicino casa sua, Bryan può tornare titolare. Il 4 è considerato indispensabile da Mourinho. Anche in coppa il suo ingresso ha ridato stabilità.
Casarsa dolce casa. Della Delizia, tanto per rimanere in tema. Ovvero il piccolo centro del Friuli in cui Bryan Cristante è cresciuto e ha dato i primi calci a un pallone, prima di spiccare il volo verso il professionismo. A meno di quaranta chilometri di distanza da lì, questo pomeriggio il numero 4 giallorosso sarà impegnato contro l'Udinese. Alla Dacia Arena saranno presenti parenti e amici del centrocampista ancora di stanza in quelle zone, dove il romanista è una sorta di eroe locale (dopo la vittoria agli ultimi Europei è stato insignito di riconoscimenti, ma già qualche anno fa il piccolo comune d'origine gli ha dedicato iniziative e premi). Tutti sugli spalti, a seguirlo dal vivo in un'altra sfida decisiva per dare continuità al buon momento suo e della squadra, prima della settimana della verità. Quando cioè ci si tufferà nel match che vale l'accesso ai quarti di finale di una coppa europea e nel derby, in rapida sequenza. Poi sarà di nuovo sosta, l'ultima della stagione dedicata alle nazionali, che determinerà la presenza o meno dell'Italia (e quindi dello stesso Cristante) ai prossimi Mondiali in Qatar, prima del rush conclusivo.
In quella fase che potrebbe schiudere alla Roma traguardi impensabili per buona parte di un'annata troppo condizionata da alti e bassi, Bryan fa parte della schiera su cui fare affidamento. Fra i giocatori di movimento, è uno di quelli ai quali José Mourinho rinuncia poco e malvolentieri, come testimoniato dalle 35 presenze collezionate agli ordini dello Special One su 39 gare ufficiali disputate. Le quattro mancanti sono state dovute a squalifiche o indisponibilità fisiche. Tradotto: se è a disposizione, prima o poi il numero 4 giallorosso gioca. Anche a partita in corso, come nell'ultimo impegno europeo ad Arnhem contro il Vitesse, dove il suo ingresso ha coinciso con il ritorno alla stabilità di una mediana fin troppo in sofferenza nella prima parte. O come sul campo del Sassuolo (l'ultima di campionato cominciata in panchina), quando un suo gol ha ristabilito le sorti del match proprio in prossimità del triplice fischio.
Cristante lì nel mezzo vuol dire equilibrio, giusta distanza fra i reparti, capacità di capovolgere il fronte anticipando i tempi di gioco con quei lanci lunghi e precisi che fanno parte del suo bagaglio tecnico. Vuol dire anche sostanza, grazie al fisico possente e a un'ottima predisposizione al gioco aereo; e aiuto alla difesa, in soccorso della quale è sempre fra i primi ad accorrere. Perché esserci è più importante che apparire e se Bryan non ruba l'occhio, non si può certo negare che ci sia sempre per i compagni, con quella dedizione che fece spendere parole importanti a De Rossi e che Mou premia coi fatti.
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