Un signore di nome Alberto De Rossi
È rassicurante sapere che, da quasi vent'anni, il futuro dei giovani giallorossi passi dagli insegnamenti di chi ha a cuore la Roma
Quante cose sono cambiate dal 1993 ad oggi? Anzi, forse faremmo prima a chiederci quante cose sono rimaste uguali in questi ultimi ventinove anni. E se state facendo mente locale - sfogliando l'album dei vostri ricordi tra gelati ormai scomparsi e accessori finiti totalmente in disuso - una risposta ve la suggerisco io: Alberto De Rossi con la divisa della ROMA addosso. Lui che quell'estate ormai così lontana, nel tempo in cui si navigava solamente al mare e no in rete, era in vacanza con la sua famiglia quando Bruno Conti lo cercò per affidargli i pulcini giallorossi. Da quei bambini, e per dieci stagioni, attraversando tutte le categorie giovanili fino a quella Primavera che poi sarebbe diventata, a tutti gli effetti, casa sua. Un proprietario di casa di personalità ma discreto, dal tono di voce pacato: un insegnante di calcio che ha sempre messo la crescita del suo gruppo prima ancora dei risultati della squadra.
«Se perdiamo qualche partita non succede niente. L'importante è non perdere mai di vista l'idea primaria: formare calciatori con valori giusti che possano rappresentare un patrimonio per la società. E per il futuro della nostra ROMA». Queste le sue parole il giorno dell'ultimo rinnovo. Che a leggerle ripensando a quanti giovani sono riusciti a fare quel salto si comprende, ancora meglio, la qualità del suo lavoro. Lavoro che però, a prescindere da questo ragguardevole contributo tecnico, ha portato anche scudetti, coppe, successi e, durante questo campionato, dieci punti di distacco dalla seconda in classifica.
Crescita, numeri, senso di appartenenza. Che in un calcio che brucia tutto così rapidamente - non ultimo il cervello di alcuni giovani calciatori che si sentono arrivati prima ancora di… partire - è quasi consolatorio sapere che, da quasi venti anni, il futuro dei giovani giallorossi passa attraverso gli insegnamenti di quest'uomo così preparato che con il pensiero della ROMA ci va a dormire e ci si risveglia pure. Si dice che il lupo fa i lupetti. E non a caso il figlio di Alberto De Rossi, di lupetti, nella sua vita ne ha disegnati parecchi…
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