L'Europa da dieci con lode: cosa serve alla Roma per arrivare in Champions
Cammino duro per sognare il quarto posto. Per i giallorossi sei trasferte con due confronti diretti e un doppio impegno esterno contro Napoli e Inter
Dieci con lode. Serve una Roma capace di meritare il massimo dei voti per pensare di poter tornare a sentire il profumo della Champions League. E, pure, serve un voto comunque alto per potersi garantire (Conference a parte) l'Europa League che, almeno, vorrebbe dire un passo in avanti rispetto alla passata stagione (settimo posto finale a pari merito con il Sassuolo). Dieci come sono, appunto, le partite che mancano al rompete le righe estivo (Atalanta e Fiorentina ne devono giocare undici, in casa entrambe, rispettivamente contro Torino e Udinese). E' vero che la convincente vittoria contro l'Atalanta, ha alimentato ulteriormente l'entusiasmo che accompagna la Roma da sempre e, nello specifico, in questa stagione, ma numeri e calendario, non sono certo dalla parte della Roma mourinhana che è chiamata a realizzare un'impresa. I sei punti di distanza dal quarto posto occupato da quella Juventus che, pare, non possa fallire la qualificazione alla coppa più ricca che c'è, la partita in meno rispetto alla Dea appena battuta, pur volendo dimenticarsi di Lazio e Fiorentina, pesano come un macigno sulle ambizioni romaniste. Soprattutto se si ripensa a quei folli sette minuti contro la Juventus (dimenticando pure qui tutte le questioni arbitrali) che rappresentano un punto di svolta, speriamo reversibile, di questo campionato giallorosso. Basti pensare se quella partita si fosse conclusa senza quei sette minuti, per capire come sarebbe profondamente diversa la classifica, con tutte le conseguenze del caso.
Come detto, serve un'impresa. Da dieci con lode, appunto. Perché se si vanno ad analizzare i novecento minuti (più recuperi che come abbiamo sperimentato la loro importanza ce l'hanno nel bene e nel male) che mancano alle vacanze, confrontando il calendario delle cinque contendenti ai quattro posti rimasti (le prime tre le diamo ovviamente qualificate e si spera pure che la Fiorentina non vinca la coppa Italia), non bisogna essere laureati in scienze calcistiche all'università di Coverciano, per notare come il cammino della prima Roma mourinhana sia quello più complesso. Intanto perché i giallorossi saranno gli unici ad affrontare sei trasferte (Udinese, Sampdoria, Napoli, Inter, Fiorentina, Torino) rispetto a tre delle altre (Juventus, Atalanta e Fiorentina) che avranno equamente divisi gli impegni, cinque in casa e altrettanti in trasferta, con la squadra di Sarri, poi, che da questo punto di vista è quella che è messa meglio visto che giocherà sei partite all'Olimpico più il derby, in pratica sarà impegnata lontano da Roma soltanto in tre occasioni (Genoa, Spezia e Juventus).
Pellegrini in campo contro l'Atalanta (As Roma via Getty Images)
Se si trasferisce il discorso sugli scontri diretti che rimangono da giocare, c'è l'Atalanta che non ne avrà più nessuno, mentre tutte le altre ne avranno due: la Juventus contro Lazio e Fiorentina negli ultimi due impegni di campionato, la Roma che avrà derby e Fiorentina, stesso discorso per la Lazio, mentre i viola sfideranno in casa i giallorossi e i gobbi, come li chiamano lungo l'Arno. Se si va poi a riflettere sulle sfide che le cinque contendenti devono ancora affrontare contro le prime tre della classe, tutte in corsa per lo scudetto, la Fiorentina è quella che è messa peggio dovendole affrontare tutte e tre, due toccheranno a Roma (Napoli e Inter entrambe in trasferta) e Atalanta (Milan e Napoli), una soltanto a Juventus (Inter) e Lazio (Milan).
Per i giallorossi, come si vede, il cammino è di quelli che potrebbero indurre a non lasciarsi prendere da uno sfrenato ottimismo. E' vero che rispetto al passato campionato, serviranno meno dei settantotto punti che garantirono la Champions, ma la Roma per continuare ad alimentare la massima ambizione, avrà bisogno di un percorso netto o quasi. In qualche modo le prossime quattro partite possono lasciare spazio a un sogno: se con Udinese in trasferta, derby, Sampdoria a Marassi e Salernitana all'Olimpico, si riuscisse a conquistare non meno di dieci punti, allora le due gare successive, Napoli al Maradona e Inter San Siro, potrebbero rappresentare l'esame finale per capire dove potrà arrivare la prima Roma mourinhana. La logica, oggi come oggi, consiglia di pensare di poter arrivare davanti a Lazio e Fiorentina, le uniche peraltro che non hanno impegni europei (i viola hanno la gara di ritorno della semifinale di coppa Italia da giocare ad aprile a Torino contro la Juventus). Se poi Mou e i giocatori volessero stupirci, saremmo i primi a fare festa.
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