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Verso Roma-Atalanta: giallorossi contro il loro tabù ma ripensando all'andata

A dicembre gli uomini di Mourinho vinsero 4-1. Oggi si entra nel periodo decisivo della stagione: dopo Gasp sotto con Vitesse, Udinese e Lazio

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
05 Marzo 2022 - 08:33

Due mesi e mezzo dopo la più bella vittoria della Roma di Mourinho l'Atalanta torna di fronte ai giallorossi. Era il 18 dicembre, penultima d'andata, e dopo uno dei suoi periodi meno brillanti, la Roma affrontò la trasferta di Bergamo divisa tra la speranza di un insperato riscatto e il timore (confortato dal pronostico dei bookmakers, che oggi invece sono orientati verso l'equilibrio delle quote) di una nuova sconfitta. Invece Mourinho tirò fuori dal cilindro la sua partita tatticamente più azzeccata, messa indubbiamente in discesa dalla rete in apertura di Abraham e dal perfetto raddoppio di Zaniolo, compendio di uno stratagemma tattico studiato bene e perfettamente rifinito sul campo. Un pizzico di fortuna aiutò poi la Roma nel momento di massimo sforzo nel tentativo di rimonta bergamasca e il finale fu sul velluto grazie alle reti di Smalling e al secondo sigillo di Abraham. Quella gara rappresenterà uno spunto di riflessione in vista di questo pomeriggio, purtroppo per entrambi i contendenti. L'errore di Gasperini fu di affrontare la Roma alzando al massimo i giri del proprio motore, scoprendo però inevitabilmente il fianco alla qualità delle ripartenze di prima della squadra giallorossa. La gara di oggi potrebbe scivolare sullo stesso binario o complicarsi molto di più se l'Atalanta non concederà tutti quegli spazi o la Roma non sarà brava a prenderseli.
Della formazione parliamo a parte, ma la questione più interessante della vigilia riguarda la capacità della Roma di sopportare una formazione con quattro giocatori offensivi come Pellegrini, Zaniolo, Mkhitaryan e Abraham - soprattutto in vista dei prossimi impegni che vedranno la Roma impegnata in Europa nel doppio confronto col Vitesse e in campionato con Udinese e Lazio - mantenendo l'equilibrio tattico che il 4231 di inizio stagione a un certo punto aveva negato a questa squadra. All'andata Mourinho scelse il 352, dovendo però rinunciare a Pellegrini. Rispetto a quella formazione, oggi Lorenzo sarà in campo a dispetto di Veretout o Cristante. Non sarà una scelta facile.

I percorsi diversi delle due società in questi anni portano indubbiamente ad ammirare quanto compiuto dalla famiglia Percassi e spingono a riconsiderare la lunga lista di errori commessi invece dalla Roma nelle diverse versioni dirigenziali e nel passaggio di proprietà tra Pallotta e Friedkin. Un gruppo americano ha appena preso la maggioranza delle quote dell'Atalanta e chissà che cosa riserverà il futuro. Fare meglio di quanto abbia fatto Percassi sembra indubbiamente difficile visto il miracolo compiuto di coniugare la salute del bilancio economico e finanziario con il progressivo miglioramento della squadra a dispetto della mancanza specifica di trofei. Non sarà valso un successo, ma resta un merito inalienabile il fatto di aver costretto per esempio il Real Madrid a cambiare il suo sistema di gioco in un appassionante sfida di Champions League. Gran parte del merito della realizzazione di questo progetto va ascritto al lavoro sapiente e certosino di un uomo che non brilla certamente per simpatia e di sicuro non può essere considerato da nessuno un modello di educazione sportiva. Ma sulle sue virtù da allenatore non esiste più alcun dubbio. Peraltro ha iniziato uno stile che ora vanta diversi tentativi non sempre riusciti di imitazione.
L'Atalanta resta una squadra difficilissima da affrontare. Guai a darla in disarmo. Nel silenzio di questi giorni (quando è squalificato l'allenatore portoghese non concede interviste né prima né dopo la partita) avrà studiato la formula migliore per affrontare Gasperini, uno che peraltro dal confronto con il portoghese non è mai uscito vincitore. E non inganni il risultato dell'andata neanche dal punto di vista cabalistico: basti pensare che da queste parti l'Atalanta non torno a casa sconfitta da otto anni, 2014. Occhio.

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