Zalewski, buona la prima sotto gli occhi del ct: "In una posizione nuova"
Presente sugli spalti del Picco Michniewicz, allenatore della Polonia. Anni da trequartista o ala, un passato da interno: ora sta sostituendo l’amico Calafiori
Sabato scorso, nel 2-2 con il Verona, la Roma era stata salvata da ragazzi che meno di un anno fa stavano ancora con la Primavera. Volpato aveva segnato il gol che aveva dimezzato lo svantaggio, Bove quello del pareggio: Zalewski aveva giocato bene, in un ruolo del tutto inedito, quinto difensore a sinistra appena entrato, dopo l'intervallo, al posto di Viña, quarto nel finale, con l'uscita di Maitland-Niles per Bove, ma i due compagni erano andati in gol per cui la sua prestazione era passata in secondo piano. Per molti, non per Mourinho, che ieri lo ha messo in campo dall'inizio, titolare in prima squadra per la prima volta in carriera, alla decima partita nel calcio dei grandi: le prime due le aveva fatte con Fonseca, che lo aveva lanciato contro il Manchester United (quando il ragazzino lo ripagò propiziando l'autogol del 3-2), e facendolo esordire in serie A la domenica dopo, insieme all'amico Bove, con cui gioca dal 2012.
Con Calafiori aveva iniziato un anno prima, quando venne allestito per la prima volta il gruppo dei 2002, solo che il difensore a metà gennaio è passato in prestito al Genoa. E mai Zalewski avrebbe potuto immaginare che quel trasferimento avrebbe aumentato il suo minutaggio: ha fatto anche la mezzala, ma negli ultimi anni ha giocato più che altro da trequartista, al limite da ala sinistra. «È una posizione nuova - ha dichiarato a Dazn - Mourinho mi chiedere di fare bene i compiti difensivi principalmente, e puntare l'uomo in fase di possesso. Non c'è stato un momento preciso in cui ho capito che sarei partito titolare: il mister ha provato alcune cose in allenamento, e questa mattina (ieri, ndr) me l'ha confermato».
Arretrato senza Mancini
Aveva iniziato da laterale di centrocampo nel 3-4-1-2, quel laterale che poi quasi sempre è un terzino di spinta, e quasi mai un centrocampista, poi ha giocato il secondo tempo da terzino vero e proprio, con l'uscita dell'ammonito Mancini per Zaniolo e il cambio di modulo, con passaggio alla difesa a 4. Qualche difficoltà in fase difensiva l'ha avuta, in particolare quando si è trovato a dover fare a spallate con un gigante come Nzola, ma ha tenuto, riuscendo anche a farsi vedere a supporto della manovra d'attacco, in particolare negli ultimi minuti prima di lasciare il campo. A La Spezia per lui c'era Czeslaw Michniewicz, commissario tecnico della nazionale polacca, che ha preso il posto di Paulo Sousa, che lo conosceva bene, e lo aveva fatto esordire. «Gli darò la maglia della partita - ha concluso Zale - il ricordo più bello sono i 3 punti all'ultimo minuto, con un gol che ci siamo meritati».
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