I Friedkin votano Mourinho: i conti si faranno a fine stagione
Nessun ripensamento sul piano triennale stilato quando è stato scelto il portoghese. Sarà lo Special One a tirare le somme che dovranno indirizzare verso un futuro migliore
C'erano. E, volendo, la cosa può costituire anche una piccola notizia, visto che nelle ultime settimane, dopo aver quasi sempre risposto presente all'appello, non si erano visti in tribuna in occasione delle partite dei giallorossi. Dan e Ryan Friedkin sono tornati alle vecchie abitudini, presenti all'Olimpico sabato scorso, seduti uno a fianco all'altro, un paio di file più su rispetto a Francesco Totti e Daniele De Rossi, roba che gli basterebbe ritrovarne uno solo ai livelli di quei due per risolvere buona parte dei problemi con cui la Roma si sta confrontando in questa tormentata stagione.
Nell'attesa, però, bisogna fare i conti con un presente che non si può definire un successo. La proprietà, da quando è sbarcata da queste parti, ci ha abituato a un totale silenzio e si può scommettere che continuerà su questa linea. Seguono con estrema attenzione tutti i settori del club, scelgono, decidono, non vola una mosca senza il loro benestare, ma non chiedetegli di farci sapere cosa ne pensano di come stanno andando le cose. Ovvio, non ci vuole uno sforzo di immaginazione per sostenere che una certa delusione faccia parte della loro quotidianità, ma non per questo sono sfiorati dall'idea di mandare tutto all'aria e ripartire con un nuovo progetto. Da americani pragmatici quali sono, hanno stilato un programma triennale e lo vogliono rispettare, pur nella consapevolezza che in questa prima stagione qualcosa di più si aspettavano dal punto di vista dei risultati dopo che nel mercato estivo dello scorso anno avevano chiuso le trattative con un meno ottanta milioni, allenatore escluso. C'è anche la consapevolezza che la stagione non è finita e che, volendo, ci sarebbe ancora lo spazio per trasformare l'attuale delusione in un abbozzo di sorriso (Conference e una parziale risalita in campionato). La questione allenatore che fin qui, per molti motivi, non è riuscito a incidere come la sua carriera avrebbe potuto oggettivamente far credere, non è all'ordine del giorno. Il progetto triennale andrà avanti con lo Special One. Nelle questioni tecniche non hanno nessuna intenzione di intromettersi. Semmai, fin qui, sono rimasti perplessi (eufemismo) dal trattamento arbitrale che la Roma ha subito con una continuità quasi scientifica, compresa la partita di sabato scorso contro il Verona, con Mou protagonista di uno show vecchie maniere che porterà a una squalifica del tecnico (quando con l'Inter nel duemiladieci il portoghese fece il gesto delle manette rimediò tre turni di stop, quanto costerà il gesto del telefono?).
I Friedkin continueranno a sostenere la società come hanno fatto finora con versamenti mensili tra i dieci e i venti milioni, nella convinzione che la strada intrapresa abbia solo bisogno di tempo per trasformarsi in un successo. Possibilmente con segnali di ottimismo già in questo finale di stagione, sia dal punto di vista dei risultati, sia da quello delle prestazioni.
I conti sono abituati a farli alla fine della stagione. Sapevano che il percorso non sarebbe stato facile, si aspettavano di più, ma non ci sono stati ripensamenti. Semmai qualche dubbio è nato relativamente ai giocatori, a una rosa che costa oltre cento milioni di euro lordi all'anno, ma che fin qui non è stata all'altezza delle buste paga che incassa, con puntualità, alla fine di ogni mese. Le scelte tecniche, ovviamente, sono di assoluta competenza del tecnico e del suo staff, toccherà a Mourinho tirare le somme che dovranno indirizzare verso un futuro migliore. Si può dire, però, che la proprietà è piuttosto delusa dal rendimento di diversi giocatori. Delusione che sfocia nell'incredulità quando viene a sapere che i procuratori continuano a bussare per nuovi contratti e stipendi più alti. Una cosa assolutamente inconcepibile per la mentalità a stelle e strisce, soprattutto quando i contratti in corso vanno in scadenza tra oltre due anni e oltre. Per gli aspetti calcistici, peraltro, tutto è stato delegato a Pinto con cui i Friedkin hanno un confronto quotidiano (spesso anche con Mourinho) per il presente e il futuro. C'è la sensazione che parecchi dei giocatori dell'attuale rosa la prossima estate possano salutare. La rivoluzione voluta dai Friedkin è cominciata l'estate scorsa, l'impressione forte e chiara è che continuerà nella prossima. Che non ci siano incedibili è una verità assoluta nel calcio del terzo millennio, alla Roma ancora di più. I Friedkin, sempre molti attenti al vivaio avendo come idea base quella di costruire i giocatori in casa, una piccola consolazione l'hanno avuta dai progressi dei ragazzi del settore giovanile. Mourinho in questa stagione ne ha fatti esordire parecchi, Felix, Zalewsky, Bove, Volpato, Missori, le risposte sono state positive. Si costruirà pure con loro. In ogni caso, però, nel prossimo mercato ci sarà bisogno di investire ancora. I Friedkin non si tireranno indietro.
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