Sassuolo-Roma: l'unico conforto arriva dalla mancata sconfitta
In vantaggio alla fine del primo tempo con un rigore di Abraham, la Roma si fa rimontare da un superbo Traorè. Fino al pareggio al 94° minuto firmato da Cristante
Dall'altalena di emozioni del Mapei la Roma è tornata a terra con un punto e la vaga sensazione di aver perso un altro treno, con la Lazio ora sola al sesto posto, due punti sopra la quota giallorossa che vale mestamente la settima posizione, e non varrebbe neanche l'Europa. L'unico conforto arriva dalla mancata sconfitta, scongiurata quasi all'ultimo respiro, al 94°, dalla bella capocciata di Cristante a deviare un corner di Veretout dopo che il Sassuolo aveva rimontato l'iniziale vantaggio su rigore di Abraham in chiusura di primo tempo (fallo di mano incontestabile di Chiriches): era stato prima un incommentabile pasticcio di Rui Patricio (incapace di bloccare un cross di Traorè deviato da Smalling e arrivato docile tra le sue braccia) a rimettere in carreggiata il Sassuolo in apertura di ripresa, poi un ancor più grave intervento flaccido di Karsdorp a dare allo scatenato ivoriano neroverde la possibilità addirittura di ipotecare la vittoria al 28' st. A favorire la Roma nell'assalto finale è arrivata poi l'espulsione di Ferrari per un doppio giallo maturato al 33' st: e Mourinho ha nuovamente mandato in campo tutti i suoi uomini più offensivi (tranne El Shaarawy, neanche partito per via di un indolenzimento muscolare) per un assedio che ha trovato ragione nel gol di Cristante a tempo scaduto.
Peccato perché nel primo tempo Mourinho aveva deciso di giocarsela come si conviene ad una squadra che voglia finalmente essere padrona del proprio destino, e quindi senza abbassare lo sguardo di fronte alla giovanile sfrontatezza del Sassuolo, ma alzando le pressioni altissime con il 3412 (confermato un po' a sorpresa), con i due attaccanti (Felix accanto a Abraham) a controllare la prima impostazione sui due centrali (Chiriches e Ferrari), con i quinti altissimi sui terzini (Viña a sinistra su Muldur, Karsdorp a destra su Kyriakopoulos), Pellegrini a trequarti a limitare il raggio d'azione di Maxime Lopez, Mkhitaryan inedito mediano a contrapporsi a Matheus Enrique, Oliveira a Frattesi e spesso i tre centrali (Mancini, Smalling e Kumbulla) sulle tre punte (a sinistra Traorè, a destra Berardi, in mezzo Defrel, con Scamacca e Raspadori squalificati), ovviamente col supporto del quinto opposto rispetto all'uscita del Sassuolo a ricomporre la linea a quattro. Tanto coraggio ha pagato a fine del tempo anche se inizialmente la Roma ha girato un po' a vuoto prima di registrare i meccanismi e i padroni di casa hanno avuto un paio di di occasioni, già al 6° con Berardi (con opposizione di Rui Patricio), con un inserimento di Traorè al 7° con rimpallo su Mancini e tap-in viziato da un controllo di braccio a vanificare il gol poi segnato (e quindi annullato subito da Guida), e al 12° con l'immancabile tiro a giro da destra rientrando sul sinistro di Berardi, fuori di pochissimo, proprio davanti agli occhi dei 2000 romanisti arrivati a colorare anche questo settore ospiti. Tra loro anche Daniele De Rossi, al Mapei come un semplice tifoso.
Da quel momento è stata la Roma a salire in cattedra, sempre più motivata anche dall'attenzione con cui portava proprio le sue pressioni. Al 14° una spizzata di testa di Abraham ha permesso a Felix di far assaggiare la sua velocità ai centrali di Dionisi, dal sandwich è spuntato lui davanti a Consigli, bravissimo però a sbarrargli la strada. Al 21° un'altra efficace pressione ha spalancato la strada a capitan Pellegrini, al rientro dopo un mese dal primo minuto e non ancora brillantissimo dal punto di vista fisico: il suo tiro è stato respinto. Pesanti le ammonizioni rimediate dai più aggressivi dei difensori delle due squadre in questa fase: entrambi diffidati, Ferrari e Mancini salteranno i prossimi impegni, il neroverde poi pagherà anche con il rosso. Altre ripartenze tra il 24° (Felix egoista non ha servito Abraham) e il 30° (bella verticale di Viña per Abraham che in spaccata ha mandato fuori) hanno incoraggiato la Roma ad insistere, poi al 33° è arrivato anche un gol, annullato per un fuorigioco di posizione di Mancini su calcio di punizione deviato prima da Smalling e poi da Abraham a due metri dalla porta: Mancini non pareva attivo, ma era comunque dalle parti della parabola e tanto è bastato al Var Mazzoleni per confermare il fuorigioco rilevato dall'assistente Lo Cicero. Al 45° la possibile svolta; un'ottima uscita della Roma da Mkhitaryan a Viña ha mandato Felix al cross per Abraham, ad impattare la traiettoria è stato Chiriches con un pugno decisamente largo. Rigore inevitabile, visto da Guida, confermato da Mazzoleni e trasformato da Tammy con freddezza. Per lui gol numero 18 in stagione (11° in campionato). Per le proteste Berardi si è beccato un giallo.
Purtroppo però la Roma è stata accolta dal secondo tempo con una doccia fredda che ne ha bagnato le aspirazioni: inaugurando la sua terribile serata, dopo un primo tempo da arruffone, Karsdorp ha deciso di lasciare tempi e spazi in profondità a Traorè, sul cross verso Defrel è intervenuto Smalling a deviare verso Rui Patricio e quando il pericolo sembrava scampato, la palla era già sfuggita come un'anguilla dalle mani del portiere portoghese ed era scivolata in porta. La Lega assegnerà il gol prima a Traorè, poi a Smalling, sbagliando entrambe le volte: in realtà andrebbe archiviato come autogol di Rui Patricio, non solo l'ultimo a toccare la palla, ma anche il responsabile del pastrocchio. Tanta fatica per ritrovarsi in parità. E qui la Roma forse ha commesso l'errore decisivo, abbassando i ritmi e rinunciando all'aggressività con cui comunque nel primo tempo aveva a poco a poco costruito il suo vantaggio. Fino ai cambi di metà tempo l'unica occasione vera è stata per i padroni di casa, per una palla stupidamente persa da Felix che ha consentito a Traorè di mettere Frattesi solo davanti a Rui Patricio da posizione defilata, ma la conclusione in diagonale si è spenta lontano dai pali. Mou ha inserito Cristante e Shomurodov richiamando Sergio Oliveira e (ovviamente) Felix, Dionisi ha messo il marocchino di passaporto olandese Harroui al posto del brasiliano Matheus Henrique per non perdere la qualità del palleggio. Al 28° Berardi ha mandato un taglio dei suoi da destra in area e lì Karsdorp ha completato il disastro, marcando da dietro Traorè, cercando l'anticipo con una gamba alta e lasciandogli il corpo per far perno e girarsi, in pratica spalancandogli la strada per la gloria, per il 2-1 che ha virato verso il buio la stagione romanista. Al 30° Shomurodov ha sbagliato l'ultimo tocco di una corsa assai promettente e ha permesso a Consigli di intervenire. A quel punto serviva una scossa: Mourinho ha provato a darla inserendo Veretout per Mancini e Maitland-Niles per Viña, e mettendo la Roma col 4312, con Pellegrini alle spalle delle punte, ma la svolta vera è arrivata col secondo giallo a Ferrari, peraltro ben speso perché con una gran finta Abraham lo aveva lasciato sul posto. Dionisi ha messo il difensore brasiliano Ruan Tressoldi al posto di Defrel e il turco Ayhan per Frattesi, Mou ha mandato in campo anche Perez per Karsdorp lasciandolo curiosamente a fare il terzino destro (con il destro Maitland-Niles a sinistra). La Roma ha preso d'assalto la porta e Cristante al 94° ha trovato il varco giusto.
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