Destinazione San Siro
Ai calciatori vengono risolti i problemi da altri per poter dedicare ogni pensiero alla Roma. Sono d'accordo. A patto, però, di non rimanere per dieci minuti nello spogliatoio
La sciarpa al collo invece del beauty firmato. Il giubbetto pesante, perché a Milano farà freddo, invece della giacca del completo sociale. Anziché cento grammi, pesati, di spaghetti al pomodoro fresco nella sala da pranzo dell'albergo a cinque stelle, un panino - di gomma - consumato senza masticare per far prima. E pure per far quadrare i conti. Dividendo la benzina in quattro, anzi fai venire anche quell'altro amico tuo. Stretti in cinque in macchina per dieci ore, tra andata e ritorno, anziché su una poltrona nella business di un aereo con il check-in fatto senza fare fila, senza aspettare, senza rotture di palle. Quelle, casomai, risolte da qualcun altro per azzerare i problemi e lasciare la mente libera da tutto e poter pensare solo, ed esclusivamente, al calcio, al pallone, alla partita, agli avversari. Alla ROMA.
Eccola, finalmente, una cosa in comune tra l'andare, e il tornare, di un calciatore da una trasferta e un tifoso che va a sostenerlo: la ROMA. Che per il primo, ci sta, è un lavoro. Per l'altro, invece, un vero chiodo fisso. Per il quale ogni inconveniente - compreso il giorno di ferie o il non dormire per niente per andare, la mattina successiva il ritorno, a lavoro - non è considerato un problema nonostante i costi, il tempo e, a posteriori, la sofferenza. Attenzione: queste differenze sostanziose, e sostanziali, tra chi scende in campo e chi è sugli spalti per tifare non è una contrapposizione. Né, tantomeno, voglio fare un discorso qualunquista, anzi: un calciatore guadagna tanto perché c'è qualcuno che quei soldi glieli dà. E li prende perché, calciando il pallone, innesca un enorme giro di denaro tra sponsor, televisioni e tutti gli altri meccanismi accessori, mica tanto, che ruotano intorno a questo sport milionario.
E allora? Allora, semplicemente, voglio tornare ai problemi risolti da qualcun altro per non generare pensieri, alle comodità, al conto in banca, la bella vita, fidanzate fantastiche, la salute garantita con ogni studio e/o macchinario. Tutto per fargli dedicare ogni pensiero al campo, alla ROMA. Bene, sono d'accordo. A patto, però, di non rimanere per dieci minuti negli spogliatoi di San Siro mentre l'Inter passeggia e si mette immediatamente il risultato in tasca. Perché a quel punto quella Rustichella consumata in piedi fuori la porta di un Autogrill risulterebbe ancora più indigesta. Un giorno, sarebbe bello, dovrebbero assaggiarla.
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