Si entra nel vivo della stagione: 40 giorni per capire chi siamo
In un mese e mezzo 10 (o 11) partite. Dal Genoa al derby, passando anche per le coppe. La Roma di Mou si gioca l'annata e il futuro, concentrata su tre diversi fronti
Nel calcio c'è chi sostiene che ogni partita valga come un'altra, stessa posta in palio e stessa importanza. Seguendo questo sillogismo le porzioni di stagione dovrebbero avere tutte lo stesso peso per il bilancio finale. Guardando però al mese e mezzo che attende la Roma - l'arco temporale che va da Roma-Genoa di sabato pomeriggio al derby, ultimo impegno prima della prossima sosta per le nazionali, la sensazione di essere di fronte ad un inevitabile punto di svolta, in un senso o nell'altro, è forte. Nelle prossime 6 settimane la formazione di José Mourinho dovrà scendere in campo 10 volte - 11 qualora Pellegrini e compagni dovessero riuscire a espugnare San Siro eliminando l'Inter dalla Coppa Italia - e dall'esito di questi incontri si capirà molto di cosa la Roma potrà fare da grande, le sue reali ambizioni e che ruolo vorrà recitare fino a fine maggio. Si parte sabato alle 15 con il match dell'Olimpico contro il Genoa del nuovo tecnico Blessin. Forte anche del ritorno dei suoi tifosi sugli spalti col ritorno della capienza al 50%, la Roma proverà a riprendere il discorso da dove lo aveva lasciato prima del break. Dopo un brutto inizio di 2022, sono arrivate 3 vittorie consecutive contro Cagliari, Lecce negli ottavi di finale di Coppa Italia ed Empoli. Una reazione cercata e voluta anche nelle dichiarazioni dello stesso Mourinho, che alla vigilia della gara in Toscana aveva chiesto ai suoi di «Aprire un ciclo di vittorie». Pur non volendo sminuire la difficoltà di nessuna partita, il calendario di Serie A dà alla Roma l'opportunità di estendere questo periodo positivo, affrontando nelle prossime 4 giornate i rossoblù ed Hellas Verona tra le mura amiche e le trasferte contro Sassuolo e Spezia. Con una zona Champions che al momento dista cinque lunghezze - anche se l'Atalanta quarta deve recuperare una partita contro l'Udinese - raccogliere un buon bottino di punti non solo permetterebbe di non perdere contatto con chi è davanti, ma garantirebbe la riduzione inevitabile del gap, visti i diversi scontri diretti che attendono le altre pretendenti al quarto posto: Fiorentina-Lazio, Atalanta-Juventus, Fiorentina-Atalanta e Lazio-Napoli, escludendo per ragioni ovvie al momento Inter, Milan e Napoli da questa lotta.
Mai più tabù
Rimanendo con l'obiettivo puntato sul campionato, una volta terminato il mese di febbraio e affrontate le 4 gare di cui sopra, marzo si aprirà con la Roma che dovrà sfidare nel giro di 2 settimane - 6 e 20 le due date indicative, ma non ancora fissate - Atalanta e Lazio. Il match d'andata a Bergamo e i primi 70 minuti della sfida casalinga alla Juventus devono aver insegnato qualcosa dentro e fuori Trigoria. I così detti big match non possono più rappresentare degli spauracchi, quanto piuttosto delle opportunità da cogliere per rilanciarsi e regalarsi un finale di stagione migliore. Il successo netto - con buona pace di Gasperini e delle sue fantasiose ricostruzioni - del Gewiss Stadium può aver liberato mentalmente la squadra da quel tormentone fastidioso che la Roma si trascinava dallo scorso anno e che Mourinho ha voluto spazzare via nel postpartita, a modo suo: «Sono 20 minuti che non vinciamo con una big». Incastonata tra queste partite, nel fine settimana del 12-13 marzo, la trasferta in Friuli contro l'Udinese, formazione che nonostante il cambio in panchina da Gotti a Cioffi deve ancora ritrovare se stessa e rischia seriamente di essere coinvolta nella lotta per non retrocedere.
Di coppe e di campioni
La corsa al quarto posto può catalizzare su di sé l'attenzione dei più, ma per rendere lieta questa prima parte di 2022 romanista ci sono anche altre vie. Ai 7 impegni in Serie A elencati fin qui, vanno aggiunti altri 3 appuntamenti: il quarto di finale di Coppa Italia in gara secca contro l'Inter a Milano e i 2 match degli ottavi di finale di Conference League. Partendo dalla competizione nazionale, il tabellone ha messo senza dubbio la Roma di fronte all'avversario più temibile. Gli uomini di Inzaghi sono la migliore formazione in Italia e sono i favoriti al momento per la vittoria dello Scudetto, che sarebbe il secondo consecutivo. I nerazzurri hanno dato dimostrazione della loro forza, purtroppo, anche nella vittoria all'Olimpico in campionato, chiudendo la pratica nei primi 45 minuti. Sulla carta l'impegno dell'8 febbraio - fischio d'inizio ore 21 - è proibitivo, ma fortunatamente nel calcio non sempre le equazioni danno i risultati attesi e in 90 minuti può succedere di tutto. Se all'imprevedibilità si aggiunge il romanticismo del ritorno di Mourinho nel San Siro nerazzurro là dove ha scritto la storia, allora nulla appare più così scontato e deciso. In più c'è da aggiungere che l'Inter ha in calendario i 2 scontri diretti per il primo posto, il derby contro il Milan e la trasferta a Napoli, rispettivamente 3 giorni prima e 4 dopo la partita di coppa. Vista la profondità della rosa a disposizione di Inzaghi, il rischio per Dzeko e compagni non è quello di subire un calo di energie fisiche quanto mentali. Chi avrà la meglio affronterà la vincente di Milan-Lazio nella doppia semifinale, con l'andata in programma il 2 marzo. Per quel che riguarda la neonata competizione europea invece, l'avversario dei giallorossi non è ancora noto. Il primo posto nel girone - grazie Zorya - permette alla Roma di potersi sedere e guardare i playoff in programma giovedì 17 e 24 febbraio (date in cui invece Atalanta, Lazio e Napoli scenderanno in campo per le gare di Europa League). Dagli spareggi, e dal conseguente sorteggio in programma venerdì 25 febbraio, uscirà la squadra da affrontare giovedì 10 e 17 marzo, con il ritorno a ridosso della stracittadina. Al di là dell'esito dell'urna di Nyon, la Roma sembra avere tutte le carte in regola per compiere un percorso importante in Conference, almeno al pari di quello effettuato lo scorso anno in Europa League, con una finale sfiorata e buttata in 45 minuti a Manchester, nel teatro degli incubi. Ci attende un mese e mezzo denso e ricco di appuntamenti. Tutto è ancora lì, intatto. A Mourinho l'arduo compito di gestire le forze a disposizione e di indicare, grazie alla sua sconfinata esperienza, la strada da percorrere per arrivare al successo. Una strada a lui nota e qui da troppo tempo smarrita.
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