Il bilancio del mercato: con Oliveira e Maitland-Niles rosa più forte e profonda
Tra spese e incassi, gennaio è stato chiuso in pareggio come richiesto dai Friedkin dopo gli 80 milioni spesi in estate. E l'organico è migliorato soprattutto in ampiezza
Quando finisce una sessione di mercato, sono due i bilanci che si possono e devono fare. Il primo tecnico, il secondo economico. Riguardo a quello tecnico, ognuno la può pensare come ritiene più opportuno, ma l'unica risposta vera la potrà dare solo il campo. Fermo restando che, per onestà intellettuale, qualsiasi parere dovrebbe comunque tener conto di tre fattori:
1) Nel precedente mercato estivo, il saldo, ingaggio di Mou a parte, è stato negativo per circa ottanta milioni (squadra italiana che ha speso di più), il tutto reso possibile da una proprietà che mensilmente continua a mettere nelle casse una cifra tra i dieci e i quindici milioni;
2) In questo momento la Roma che ovviamente punta a prendere giocatori di primo livello, sul piatto di qualsiasi trattativa non può inserire la parola Champions League, cioè quel palcoscenico ambito da tutti i calciatori;
3) Un bilancio tecnico non può non tener conto anche del lavoro in uscita e, in questo senso, tra il mercato estivo e quello invernale, sono stati praticamente piazzati tutti gli esuberi che, oltretutto, per ora di sicuro in estate garantiranno venti milioni e quattrocentomila euro (i riscatti obbligati del Marsiglia per Pau Lopez e Ünder), cifra che può lievitare fino intorno ai cinquanta milioni (si pensi a Kluivert, Florenzi, Olsen, Coric, Bianda).
Detto questo passiamo ad analizzare i conti con cui la Roma ha chiuso questa sessione invernale. Anche qui bisogna tornare alle direttive che la famiglia Friedkin ha indicato al direttore sportivo Tiago Pinto come imprescindibili per muoversi sul mercato:
1) Il budget non c'è per quello che si è speso in estate e perché c'è bisogno di continuare a sistemare i numeri del bilancio, al massimo si può pensare di spendere tre-quattro milioni per realizzare un paio di entrate (in prestito ovviamente) per arricchire e migliorare la rosa;
2) Lavorare sulle uscite con l'obiettivo possibilmente di salutare gli esuberi e cercare di limare ancora di più un monte ingaggi che rimane esagerato per il fatturato di questi anni della Roma.
Gli obiettivi della proprietà sono stati raggiunti. Lo ha detto il campo almeno nelle prime partite disputate da Sergio Oliveira e Maitland-Niles. Lo dicono i numeri che sono stati rispettati. Proviamo a esaminarli questi numeri. Come si sa a Trigoria sono arrivati due nuovi giocatori, Sergio Oliveira dal Porto in prestito con un diritto di riscatto fissato a tredici milioni, Maitland-Niles in prestito secco dall'Arsenal. La Roma non ha comunicato l'entità del costo dei due prestiti, ma crediamo di non andare lontano dalla verità dicendo che la spesa complessiva si può fissare intorno ai due milioni e trecentomila euro. In più si devono aggiungere gli ingaggi dei due per sei mesi, cifra che al lordo si aggira intorno ai quattro milioni e cinquecentomila euro. Sommando, la spesa complessiva è stata, euro più, euro meno, di circa sei milioni e ottocentomila euro. Cifra che, soprattutto se i due dovessero essere acquistati (Sergio Oliveira quasi sicuramente, l'inglese si vedrà), potrebbe diminuire in considerazione del decreto crescita che diventa sfruttabile quando un lavoratore arrivato dall'estero rimane in Italia almeno per due anni. Vediamo le entrate. Intanto c'è stata la bella sorpresa del trasferimento di Ciervo dalla Sampdoria al Sassuolo. In prestito fino a giugno, ma con un obbligo di riscatto fissato a due milioni. Poi ci sono state le partenze di cinque calciatori: Villar, Borya Maioral, Calafiori, Reynolds, Fazio. Villar, Calafiori e Reynolds si sono trasferiti in prestito gratuito. Fazio è stato preso dalla Salernitana a cinque mesi dalla naturale scadenza del suo contratto. Borja Mayoral è andato al Getafe, cosa che ha consentito al club giallorosso di risparmiare mezzo milione sull'uno che era stato pattuito con il Real Madrid, legittimo proprietario del cartellino del centravanti. In più ci sono da considerare i cinque mesi di ingaggio che saranno risparmiati visto che le squadre che li hanno preso si sono almeno accollate il peso degli stipendi. Che in tutto ammontano, al lordo, a circa sei milioni e mezzo: due milioni Fazio e Borja Mayoral, un milione Villar, ottocentomila Reynolds, settecentomila Calafiori. Sommati ai due per Ciervo, fanno otto milioni e mezzo. Cifra che garantirebbe un piccolo attivo, ma che sarà azzerato dal fatto che per Villar, Borja Mayoral e Reynolds sul pregresso non potrà essere sfruttato il decreto crescita e questo di fatto andrà a coprire, più o meno, il piccolo utile di questa sessione di mercato. Spesa più o meno zero, come richiesto. E in più, almeno a nostro giudizio, la Roma ora è sì ancora incompleta, ma è più forte e profonda in panchina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA