La Roma vede rosso: tutto storto a Milano
Regalato un doppio vantaggio iniziale, i giallorossi rientrano in partita con Abraham. Poi Chiffi fa il resto: due espulsi, rigori negati e addio
Una Roma brutta, nervosa e distratta ha perso la prima partita dell'anno e del girone di ritorno, purtroppo l'ottava del campionato (su 20 giornate), complicandosi la vita da sola più di quanto non abbiano fatto anche l'arbitro Chiffi sul campo e l'ineffabile Aureliano al Var, autori di un'altra disastrosa interpretazione delle regole, sanzionate a senso unico. Così al danno della sconfitta maturata contro il Milan, privo peraltro di otto giocatori, si aggiunge la beffa di aver terminato la partita in nove per via delle espulsioni di Mancini e Karsdorp per quattro cartellini di cui almeno un paio decisamente immeritati e comunque determinati da evidenti scorrettezze avversarie: sta di fatto che tra due giorni all'Olimpico arriverà la Juventus e Mourinho già sa di dover fare a meno di due titolari insostituibili, soprattutto l'olandese, a meno che non si riesca a tesserare Maitland-Niles in tempo utile. Alla fine la sintesi della partita dice 5 tiri in porta per parte, ma risultato di 3-1, due rigori concessi al Milan assai dubbi (uno trasformato da Giroud, uno parato da Rui Patricio a Ibrahimovic), due negati alla Roma altrettanto discutibili, due espulsi romanisti, più tre ammoniti (due gialli ai milanisti). E nell'anima la frustrazione di un'occasione persa prima ancora di cominciare a valutarla. Il fatto è che quando cominci una partita e ti trovi sotto di due gol senza praticamente aver mai subito l'avversario è logico che la serata sia quasi automaticamente pregiudicata.
Questo è accaduto nei primi diciassette minuti: al 4° un bel tiro di Hernandez su una respinta giallorossa in area è stato deviato lateralmente con un tuffo plastico da Rui Patricio. Ma il Var Aureliano (sì, l'arbitro di Venezia-Roma) ha richiamato l'attenzione del collega Chiffi per una quasi impercettibile deviazione di braccio di Abraham sul tiro: e rivedendolo al microscopio, si è visto effettivamente l'arto del giocatore muoversi in direzione del pallone, ma il tocco non si è mai realmente percepito («mostratemi una clip dove si veda il tocco, per favore», ha ironizzato Mou a fine partita), però Chiffi ha convenuto lo stesso col collega al monitor che l'intervento andava comunque punito. Insomma uno di quei rigori da Var (ce ne poteva essere uno per la Juve ieri sera col Napoli, ma nessuno si è inventato di sanzionarlo) che nel caso specifico ha messo comunque a nudo l'ingenuità del giocatore giallorosso e del suo gesto incomprensibile: ha rischiato l'autogol e fatto comunque un danno alla Roma. Sia come sia, il rigore è stato freddamente trasformato da Giroud, spiazzando Rui. Come se non bastasse, su un innocuo palleggio basso dopo 17 minuti Ibañez ha servito Giroud in area invece del suo portiere, il francese ha aggirato Rui Patricio in uscita disperata e però ha colpito il palo, ma sulla respinta è piombato Messias che ha girato perfettamente la conclusione col sinistro a giro sul palo rimasto incustodito: al 17° 2-0, e senza colpo ferire. Eppure la Roma era sembrata messa bene in campo, con Pellegrini e Mkhitaryan interni del 352 e Veretout da vertice basso preferito a Cristante, gli esterni alti in pressione persino sui terzini del Milan, con Pioli costretto a schierare diversi interpreti alternativi per via delle numerose indisponibilità (Tatarusanu, Kjaer, Ballo-Touré, Kessié, Bennacer, Tomori, Romagnoli e Calabria). Assenti invece per la Roma il lungodegente Spinazzola e i due contagiati dal Covid Mayoral e il secondo portiere Fuzato (in panchina con Boer c'era Mastrantonio). Pioli ha scelto di costruire a tre, con i due centrali e Tonali, alzando invece Krunic al fianco di Diaz, alle spalle dell'unica punta Giroud (Ibra in panca), con Messias a destra e Saelemaekers a sinistra, per poi abbassare un più compatto 4411 in non possesso.
La Roma ha avuto comunque il merito di non disunirsi dopo il doppio schiaffo, ha tenuto alte le pressioni e ha trovato con buona continuità i due attaccanti, raccogliendo così anche qualche spunto utile per impensierire Maignan. Al 24° ad esempio su un mancato intervento di Kalulu (in un'inedita interpretazione di coppia difensiva con Gabbia) Abraham ha mandato di prima nello spazio Zaniolo che forse ha aspettato troppo prima di tirare, chiudendosi da solo l'angolo per la conclusione respinta poi di piede in corner dal portiere francese. Che al 40° si è reso protagonista di una parata spettacolare, opponendo una mano ad una deviazione ravvicinatissima di Abraham su conclusione di Zaniolo. Ma sul corner Pellegrini ha tirato forte dal secondo palo e stavolta neanche Maignan ha potuto far nulla sull'intelligente tocco di esterno ancora di Abraham a pochi metri dalla linea di porta: 2-1 e partita riaperta. Al 44° Hernandez è stato protagonista di un gesto veramente scorretto: mentre Krunic era a terra, il francese ha finto di accompagnare il pallone oltre la linea per far soccorrere il compagno, poi è partito dritto ingannando Mkhitaryan accanto a lui, e solo quando poi si è trovato chiuso nella sua azione ha messo la palla fuori. Logica la reazione rabbiosa di Karsdorp che l'ha affrontato, poi è arrivato Chiffi e li ha ammoniti entrambi, aggiungendo Pellegrini che mostrava le sue comprensibile rimostranze per l'evidente disparità di trattamento. Dunque scorrettezza milanista, due ammoniti giallorossi e uno rossonero. Un altro minuto e Karsdorp è stato affrontato di nuovo dalla panchina milanista, e nel parapiglia stavolta è stato mostrato il rosso al team manager rossonero, l'ex arbitro Romeo. Infine al 49° Zaniolo è entrato solo in area milanista, con Tonali ad affrontarlo lateralmente e a strappargli quasi la maglia di dosso, ma Chiffi ha fatto segno che nulla era accaduto, stavolta trovando la piena complicità di Aureliano.
Nella ripresa, dopo una traversa quasi estemporanea di Brahim Diaz, la Roma ha preso possesso del centrocampo e ha sfiorato due volte il pareggio, al 14° con una gran girata di Abraham ben servito da Mkhitaryan, con Maignan bravissimo ad allungarsi in tutta la sua estensione, e al 17° con un ciclonico sinistro di Mkhitaryan su respinta da corner stoppato da un altro strepitoso intervento del portiere (bravo anche sul successivo tap-in di Ibañez, in realtà in fuorigioco). Pioli è corso ai ripari inserendo Bakayoko per Krunic e Leao per Saelemaekers, immaginando perfettamente lo sviluppo della partita. L'abbrivio è subito cambiato, Diaz e Messias hanno concluso male due potenziali occasioni, poi è intervenuto Mourinho che però ha pericolosamente sbilanciato la squadra, inserendo El Shaarawy per Viña, Cristante per Pellegrini e Felix per Veretout, disegnando un 343 con tre punte, il Faraone a tutta fascia e due soli mediani, Cristante e Mkhitaryan. Forse non per caso Hernandez ha trovato subito un varco stroncato fallosamente da Karsdorp, inevitabile il secondo giallo: e sulla punizione Florenzi ha colto l'incrocio dei pali. Ma Mou non ha abbassato il baricentro, ha chiesto a El Shaarawy di fare il terzino a quattro, lasciando tre punte con due centrocampisti, togliendo Abraham per far spazio a Shomurodov. Con la Roma così sbilanciata il Milan ha dilagato, e Leao si è presentato solo davanti a Rui Patricio dopo aver ricevuto una sponda da Ibra su rilancio addirittura dalla difesa: implacabile il portoghese nel controllo e nel destro dal basso verso l'alto. Al 40° Ibañez ha subito un altro "falletto" in area da Ibra, Chiffi ha lasciato correre e Mancini si è arrabbiato: ammonito. Errore grave perché al 48° Leao l'ha puntato e l'ha saltato in velocità, il romanista gli si è un po' appoggiato addosso in corsa e l'ha fatto cadere, altro rigoretto che stavolta Chiffi ha reso rigore vero, mostrando il secondo giallo a Mancini. Magra consolazione, Rui ha parato il rigore a Ibra, 5° errore su 7 tentativi.
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