Il pagellone: Pelle, Rick e Tammy sono i migliori della prima parte di stagione
Le medie voto del Capitano, di Abraham e di Karsdorp le più elevate della rosa. Fra chi gioca meno svetta Felix. Delusione spagnola. Otto le insufficienze totali
Metà stagione è andata. È tempo di primi (parziali) bilanci. Seguendo le medie voto de Il Romanista, abbiamo scandagliato il rendimento della rosa giocatore per giocatore (fra quelli con almeno 4 valutazioni), tenendo conto delle pagelle di campionato e coppa. Fra molte conferme e qualche sorpresa.
Rui Patricio: 6,18
Di suoi errori marchiani se ne ricordano pochi e tanto sarebbe bastato per compiere il salto di qualità rispetto alle ultime stagioni. Ma la prima scelta sul mercato di Mou concede anche sicurezza e affidabilità. Garanzia.
Riccardo Calafiori: 5,91
La promessa per eccellenza degli ultimi anni di vivaio poggiava su solide premesse tecniche (un po' meno fisiche). Ma i fiori non sono ancora sbocciati.
Roger Ibañez: 6,13
È l'esempio di come ampie potenzialità necessitino di continuità per assestarsi: unico sceso in campo in tutti i 27 impegni stagionali, a conferma della fiducia di cui gode. Motivata: sempre più rare le amnesie, sempre più incisivo quando si stacca con le sue 4 reti.
Rick Karsdorp: 6,48
L'assenza di un'alternativa credibile lo ha reso punto fermissimo. E la risposta è stata maiuscola: terzino o esterno a tutta fascia, il suo serbatoio sembra non finire mai. E la fase difensiva non è più sconosciuta.
Marash Kumbulla: 5,44
Sparute presenze nel primo scorcio stagionale, seguite da qualche affanno di troppo in coppa. Si spiega così la media decisamente sotto le attese. Ma la linea a tre gli apre nuove prospettive.
Gianluca Mancini: 6,19
Guerriero lo è sempre stato, ma con Mou ha forse trovato il tecnico che più può esaltarne l'indole. Sua trasposizione (e riferimento) in campo, paga ancora qualche cartellino di troppo.
Chris Smalling: 6,37
Quando è rientrato, ha acuito i rimpianti per averlo avuto poco nell'ultimo anno e mezzo. Ma se risolve le noie fisiche una volta per tutte, è imprescindibile per rendimento e carisma.
Matias Viña: 6,15
Ambientamento in un calcio completamente diverso dalle abitudini, anagrafe e sovraccarico di presenze nel 2021 gli avrebbero fornito ogni alibi, ma fa sempre il suo. Anche qualcosa in più.
Bryan Cristante: 6,33
Come i tempi di cottura sui pacchi di pasta: gli amanti degli highlights faticano a rintraccciarlo, ma c'è. E si sente. Ovunque sia necessario. Al servizio della squadra. Clonate il soldato Bryan.
Ebrima Darboe: 5,62
Le prestazioni lucenti dei tempi del debutto hanno avuto poco seguito. Le doti sono evidenti, ma vanno accompagnate dal carattere. Il ragazzo si farà.
Amadou Diawara: 5,75
Il suo passo non è di quelli da carica e lo rende strutturalmente poco mourinhano. Sospeso nel limbo dei rimandati.
Lorenzo Pellegrini: 6,79
La prima annata da Capitano designato si è aperta alla grande: investitura urbi et orbi dello Special One, rinnovo di contratto, record di gol. E quel che più conta, prestazioni sontuose. Un infortunio ne ha frenato la corsa verso l'apice, ma sta rinunciando alle ferie per rientrare prima possibile. Esemplare. La Roma a Pelle.
Jordan Veretout: 6,33
I suoi ritmi coincidono spesso con quelli di squadra e non a caso: quando lui rifiata, a risentirne sono tutti. Se cambia marcia è ancora il motore del gruppo.
Gonzalo Villar: 5,5
Suo malgrado è diventato l'archetipo dei "messi all'angolo". Grandi mezzi tecnici, poca cattiveria agonistica: con questa gestione tecnica non poteva esserci impunità.
Tammy Abraham: 6,44
Se c'è uno che incarna l'empatia tanto cara a JM è lui. Da subito nelle grazie del pubblico, con evidenti ragioni: alta qualità, lotta dura su ogni pallone, trasmissione di emozioni. Sembra romanista dalla nascita. E vanta già un bottino di 10 gol. Scusate se è poco.
Borja Mayoral: 5,83
Fra quelli sotto la sufficienza è il meno "colpevole": schierato col contagocce, le possibilità di mettersi in luce hanno coinciso anche con gare sfortunate. A Sofia l'unico acuto.
Carles Perez: 6,06
Più di altri ha beneficiato del cambio di guida tecnica: pur utilizzato poco, è parso meno evanescente e più concreto.
Stephan El Shaarawy: 6,3
Schierato prima a piccole dosi, si è conquistato fiducia e minuti, timbrando con una certa costanza da attaccante esterno e sacrificandosi poi a tutta fascia nel modulo varato da fine novembre. Un fastidioso ko lo ha costretto ai margini sul più bello, ma è tornato. A cresta alta.
Felix Afena-Gyan: 6,9
Il volto nuovo e sbalorditivo dell'attacco porta il nome di questo ragazzo tutto corsa e muscoli. Media voto pazzesca, sia pure in sole cinque gare valutate.
Henrikh Mkhitaryan: 6,26
Non ha cominciato la stagione come le due precedenti in giallorosso: sembrava involuto, quasi intristito. Poi il cambio di modulo e la rinascita, grazie a
un'abnegazione fuori dal comune. Soprattutto per chi è fine dicitore di natura. Il nostro amico Henrikh.
Eldor Shomurodov: 6,16
Inizio sfavillante, con ingressi a gara in corso e zampate decisive, soprattutto in zona assist. Poi il calo evidente, un piccolo periodo ai margini e prima di Natale i segnali di rinascita. Se ci sta con tutti i sentimenti, come alternativa d'attacco è tanta roba.
Nicolò Zaniolo: 6,31
Il rientro dopo un anno e mezzo quasi ininterrotto fuori non era compito agevole. Ma Nicolò si è applicato, patendo anche qualche difficoltà comunque fisiologica, fino a riesplodere in tutto il suo sconfinato talento. Se il ritorno ai suoi livelli può essere auspicato vicino, la crescita è indiscutibile.
Gli altri
Troppo poche le presenze per stabilire una media credibile, ma altri 4 elementi della rosa sono stati giudicati almeno una volta. Fuzato (voto 5) ha disputato una sola gara, in coppa, poco fortunata. Peggio ha fatto Reynolds (voto 4), in campo a Bodø. Promossi invece Bove (voto 6,5) e Zalewski (voto 6).
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