Ibañez con José ha visto la luce
Il portoghese gli ha fatto capire che gli effetti speciali non servono. Il risultato: ventisei presenze, quattro gol realizzati e zero distrazioni
Mourinho chiama, lui risponde presente. Sempre. Dove lui è il brasiliano Roger Ibanez, ventitrè anni compiuti lo scorso ventitrè novembre, centrale difensivo arrivato da queste parti via Atalanta dove, quel simpaticone di Gasperini, non era riuscito a percepirne subito le qualità (e lo ha anche ammesso pubblicamente di essersi sbagliato, roba che per uno come il Gasp è un inedito assoluto). Meglio così. Perché oggi Ibanez è un punto fermo della Roma mourinhana, come del resto lo era stato di quella di Fonseca nella passata stagione.
Una garanzia. Basta andare a guardare i numeri per rendersene conto. Dunque: la Roma in questa stagione ha giocato diciotto partite di campionato, sei del girone di Conference League, due del preliminare europeo, la somma facile facile fa ventisei. Bene, il brasiliano assistito da Giuliano Bertolucci, cioè una specie di Mendes brasiliano, è stato sempre presente, ventitrè volte da titolare. E' lui il giallorosso che fin qui è stato maggiormente in campo. In campionato solo con l'Empoli è rimasto in panchina andando in campo nei minuti finali. In Conference in due occasioni è subentrato, nel preliminare non si è perso neppure un minuto della doppia sfida contro i turchi del Trabzonspor. Appunto, una garanzia. Come certificato, poi, pure da una inusitata confidenza per un difensore con il gol. Uno in Europa nella sfida contro il Bodo all'Olimpico, rete fondamentale per pareggiare quella partita e, a posteriori, per vincere il girone che, per come si era messo, tutto è stato meno che banale. Tre in campionato, il suo primo in un derby, poi a Cagliari e Spezia giusto per non perdere l'abitudine. Ma i numeri non dicono tutta la verità. Perché a contare è il rendimento in campo. E Ibanez da questo punto di vista è stato probabilmente il romanista più continuo in questa prima stagione mourinhana che fino a oggi è stata contrassegnata da alti e bassi, del resto il lavoro è appena cominciato.
Già, Mourinho. Se qualcuno ci dovesse domandare quali siano stati fin qui i giocatori della rosa giallorossa che hanno maggiormente beneficiato dell'arrivo dello Special One, la nostra risposta al primo posto metterebbe proprio il difensore brasiliano (al secondo Lorenzo Pellegrini). Come se con l'arrivo di Mourinho, Ibanez avesse visto la luce. Quella necessaria per capire alcuni difetti su cui lavorare. Per esempio alcune distrazioni difensive, figlie probabilmente della presunzione con cui spesso giocano i brasiliani, che nei precedenti diciotto mesi della sua esperienza in giallorosso, avevano generato alcuni errori da mani nei capelli. Ecco, quegli errori con il portoghese in panchina, praticamente non si sono più visti. Probabilmente perché il tecnico portoghese deve avergli fatto un discorsetto semplice semplice. Ovvero: caro Roger, quando hai il pallone tra i piedi e in campo c'è una situazione di potenziale pericolo, quel pallone buttalo fuori dalla stadio invece di provare una giocata, perchè quella volta che non ti riesce garantisce agli avversari minimo un'occasione da gol. Ibanez ha ascoltato bene e ancora meglio ha eseguito, perché certe distrazioni non le ha più commesse. E a quel punto è cominciata una crescita che ne ha fatto un giocatore imprescindibile della Roma griffata Mourinho.
Il portoghese ha apprezzato. E non è stato un caso che in un recente dopo partita, lo Special One abbia avuto parole di grande elogio per il brasiliano capace di rimanere in campo anche giocando sul dolore, al contrario di alcuni compagni che quando il gioco si fa duro preferiscono non giocare. Sono i giocatori come Ibanez che Morinho ama. Quelli disposti a buttarsi nel fuoco piuttosto che fare un passo indietro.
Il risultato è stato che il brasiliano si sta rivelando uno dei migliori centrali difensivi del nostro campionato. Pure oggi pomeriggio si presenterà in campo con una maglia da titolare, ventisettesima presenza in altrettante gare e speriamo che eviti un cartellino giallo visto che è diffidato e la prossima, alla ripresa dopo la pausa natalizia, sarà contro il Milan a San Siro.
Tutte queste cose positive che abbiamo visto nell'Ibanez di questa stagione, hanno però una controindicazione. Ovvero il nome del brasiliano sta finendo sulle agende degli appunti di sempre più direttori sportivi. In Italia e all'estero. Soprattutto, per quello che ci risulta, in Premier League. Del resto già l'estate scorsa a Trigoria per il brasiliano a Trigoria arrivò una mail intestata Leicester, con un'offerta da venticinque milioni di euro. Roba da farci un pensierino. I Friedkin non lo hanno fatto, anzi hanno prolungato il contratto al giocatore fino al giugno del duemilaventicinque. Cosa succederà, però, l'estate prossima se l'offerta, maggiorata, dovesse ripresentarsi? Se la risposta toccherà a Mourinho, si può stare tranquilli perché il portoghese al suo brasiliano di sicuro non vorrà rinunciare.
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