Le doppie punte di Mourinho
Nell'ultima gara difesa a tre e due attaccanti: per necessità o per scelta, il cambio di sistema può fornire diverse soluzioni tattiche per uscire dalla crisi
Per necessità o per scelta, la partita di Venezia ha aperto una nuova strada. A prescindere dal risultato, troppo condizionato dagli orrori arbitrali per essere indicativo (almeno dal punto di vista tattico). La necessità è stata dettata dalla contemporanea assenza di tutti gli esterni sinistri difensivi: Spinazzola, Viña, Calafiori. Una contingenza si spera fuori dall'ordinario, che sommata all'indisponibilità di Smalling, potrebbe aver fatto virare Mourinho verso la linea arretrata a tre. È anche vero però che il terzino uruguaiano si era già fermato in occasione della precedente gara casalinga di Conference contro il Bodø. E lo stesso centrale inglese ha occupato più spesso l'infermeria che la lista dei convocati. Ma nell'ultimo impegno europeo il tecnico ha optato per un doppio spostamento di pedine, senza cambiare modulo: Cristante in mezzo al reparto difensivo con Ibanez dirottato a sinistra. Pur avendo a disposizione un mancino di ruolo come Calafiori, che però è rimasto in panchina per tutto il match. Peraltro in coppa mancava anche Pellegrini, che oltre a essere il giocatore dal rendimento migliore finora, è anche un fondamentale elastico fra le altre linee, con i suoi inserimenti e la capacità innata di verticalizzare il gioco.
Al Penzo il Capitano era invece in campo, sia pure in condizioni fisiche non ottimali. E con lui El Shaarawy, che sta attraversando un buon momento di forma, tanto da sovvertire le gerarchie iniziali che lo vedevano partire alle spalle di Mkhitaryan. Il Faraone ha gamba per poter coprire l'intera fascia, anche se può scontare il lavoro con minore lucidità sotto porta (e la facile occasione fallita nella ripresa della sfida giocata in Laguna confermerebbe il teorema). Elementi questi che contribuiscono a far decadere l'ipotesi della formazione obbligata. O quantomeno ad affiancarla a quella dell'apertura di una nuova strada. Mourinho ha posto più volte l'accento sulla carenza di ricambi all'altezza dei titolari. E in attesa del mercato di gennaio, deve fare di necessità virtù. Il reparto più ricco di alternative al momento è quello offensivo. Oltre al binomio Micki-Elsha sulla sinistra, sul versante opposto la posizione di Zaniolo è stata più volte rilevata da Perez. Mentre i tre centravanti in rosa - cui si è aggiunta la recente "scoperta" del giovanissimo Felix - permette di affiancare un'altra punta di ruolo all'intoccabile Abraham. Shomurodov ha mostrato di poter coesistere con l'ex Chelsea. Lo stesso Mayoral, finito per qualche settimana fuori dai radar dopo la disfatta norvegese, sembra essere rientrato nelle rotazioni. È vero che il suo utilizzo è ancora risicato, ma anche nella sua prima stagione romanista lo spagnolo ha cominciato a mettersi in luce a novembre, chiuso all'epoca da un Dzeko ancora nelle grazie di Fonseca. Quanto al ragazzino della Primavera, si tratta di un prodotto ancora da sgrezzare ad alti livelli, ma perfino Mou ha ammesso che ci si può lavorare, essendo in possesso di caratteristiche uniche nella squadra. Non è un caso che negli scampoli di gara disputati abbia notevolmente vivacizzato la manovra d'attacco, risultando decisivo nella vittoria di Cagliari. Certo, la coperta è ancora corta senza un elemento che possa far tirare il fiato a Karsdorp sulla destra e un mediano affidabile, ma il doppio centravanti resta una possibilità sulla quale puntare. Non soltanto a partita in corso. Per uscire dalle secche della crisi, ogni soluzione è ben accetta.
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