Com'è andata la festa a Trigoria con i Friedkin
Al centro sportivo l’incontro con tutti i dipendenti. Discorso del vicepresidente Ryan: «Non chiamateci proprietari, noi siamo i custodi di quello che rappresenta la Roma»
«Stronger, togheter». Più forti, insieme. Questo il titolo della festa dei dipendenti che ieri la Roma, con Francesco Pastorella nel ruolo di attentissimo organizzatore, ha celebrato nel centro sportivo giallorosso (festa, quella con i dipendenti, che va in scena ormai da qualche anno, in passato era griffata All togheter, tutti insieme). I propositi che hanno spinto la società a un incontro corale, sono stati proprio quelli di ribadire come la forza di un gruppo dipenda da tutti, dal primo all'ultimo dipendente. Perchè solo remando insieme dalla stessa parte si diventa più forti e si raggiungono gli obiettivi.
Nessuno (o quasi) ha disertato l'appuntamento. Compresa la proprietà. Rappresentata da Ryan Friedkin, accompagnato dal fratello Corbyn in questi giorni a Roma e segnalato già come grande tifoso giallorosso. E questa, se vogliamo, è una piccola notizia, visto che la famiglia texana, da quando è sbarcata da queste parti, ha fatto della riservatezza un modo di essere e di vivere. Al punto che solo durante la festa di ieri, molti dipendenti hanno incrociato per la prima volta di persona Ryan Friedkin (papà Dan, sempre per il discorso della riservatezza, ha scelto di non partecipare). Insieme al proprietario, anzi il custode come spiegheremo, era presente anche il vice presidente Bryan Walker. E i massimi dirigenti della società, Francesco Calvo (sempre più in ottimi rapporti con la proprietà e nonostante un contratto in scadenza il prossimo trentuno dicembre, non è escluso che continui a lavorare con e per la Roma), Stefano Scalera, Francesco Pastorella. E per la prima volta il nuovo amministratore delegato Pietro Berardi. L'erede di Guido Fienga (assente), ha completato il trasloco da New York. È sbarcato ieri intorno all'ora di pranzo a Fiumicino, dirigendosi subito a Trigoria per cominciare a prendere confidenza con la sua nuova realtà lavorativa.
La festa è stata fortemente voluta dalla proprietà che crede molto nel coinvolgimento di tutti per poter lavorare al meglio. Tutto è cominciato a metà pomeriggio, presenti pure José Mourinho, Tiago Pinto, Lorenzo Pellegrini, Bryan Cristante, Gianluca Mancini. Il programma inizialmente ha previsto una serie di giochi e tornei, dal calcio balilla ai calci di rigore, dal tirare per prendere la traversa a fare gol tirando dal calcio d'angolo (non conosciamo il nome dei vincitori ma indagheremo). Dopo si è passati alla parte istituzionale, Tutti si sono trasferiti intorno alla piscina dove era stato allestito un palco. Sul quale, per primo, è salito Ryan Friedkin per un breve discorso (in inglese, al fianco il traduttore che sa tutte le lingue Claudio Bisceglie). Il figlio del presidente ha usato parole che non possono che far piacere: «Siamo felici di questo incontro. Per la verità lo avremmo voluto organizzare prima, ma le problematiche legate alla pandemia ci hanno costretto a rinviarlo. A noi non piace essere definiti come i proprietari della Roma. No, noi siamo solo i custodi della Roma e di tutto quello che questo nome vuole dire. La Roma è troppo grande per poter essere di un proprietario. La Roma è di tutti i suoi tifosi, di tutti i dipendenti, di tutti quelli che amano i colori giallorossi».
Applausi. Ribaditi subito dopo quando a parlare è toccato al nuovo Ad Pietro Berardi (grande amico di Calvo e, per quello che ci dicono, sarà il primo a voler convincerlo a continuare la sua avventura in giallorosso). Poi è toccato a Mourinho, accompagnato sul palco da Pinto. Quando c'è da parlare, come sappiamo, lo Special One non è secondo a nessuno. E le sue parole, come sempre, hanno colto nel segno. Nei proprietari, anzi custodi, e nei dipendenti. «Quando ho incontrato per la prima volta la famiglia Friedkin, mi è capitata una cosa che nella mia lunga carriera non mi era successa. Perché non hanno parlato di se stessi, ma dei tifosi della Roma e di quello che rappresenta questa squadra che porta il nome di una città che ha fatto la storia e continua a farla. Il nostro obiettivo è tornare a vincere. Ma per riuscirci sarà fondamentale che tutti noi, dal primo all'ultimo, dia il centodieci per cento di se stesso. I riflettori, come sapete, sono sempre sulla squadra, ma per centrare l'obiettivo sappiate che voi siete fondamentali. Insieme, ce la faremo».
Alla fine dei discorsi ci sono state alcune premiazioni. Tra cui quella di Antonio Tozzi che per decenni è stato il tour operator giallorosso: gli è stata regalata una maglia con il numero 31 sulle spalle, trentuno quanto gli anni in cui ha organizzato tutti gli spostamenti della Roma. Premiate anche le signore Monteiro e D'Ippolito della segreteria e la signora Tacchi dell'amministrazione. Dopo un ricco buffet, intorno alle ventidue tutti a casa, compreso Mourinho. Appuntamento a oggi per tornare a lavore, tutti insieme.
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