Mourinho e la Conference, un nuovo torneo per il Re di coppe
Ha vinto due Champions League, una Uefa e una Europa League. Ora lancia l’assalto alla nuova competizione sulla panchina della Roma
Coppa Uefa 2002-2003, Champions League 2003-04 e 2009-10, Europa League 2016-17. È il palmarès internazionale di José Mourinho, che - come lui stesso ci ha tenuto a ricordare nella conferenza di ieri - da vice di Bobby Robson ha vinto anche la Coppa delle Coppe nel 1996-97 con il Barcellona in cui militavano Luis Enrique, Guardiola, Figo e Ronaldo. Il feeling con l'Europa di José Mourinho, del resto, è ben noto: oltre ai tanti trionfi nazionali, il poker piazzato da allenatore capo nell'arco della sua carriera contribuisce a un curriculum "Special". Ora, dopo aver superato l'ostacolo Trabzonspor nei playoff, il portoghese avrà modo di cimentarsi con la Roma nella neonata competizione Uefa, sorellina minore della Champions e dell'Europa League, ma pur sempre coppa. «Mi piacerebbe vincerla - ha confessato José - ma siamo lontanissimi dal farlo». Del resto, oggi è solo il primo atto: tutte le avversarie al momento in gioco (in attesa che scendano le terze dei gironi di Europa League sono alla portata dei giallorossi, ma non per questo mancano le insidie. A partire dal Tottenham, ultima squadra allenata da Mou prima di trasferirsi a Roma. E poi il Rennes, l'Union Berlino, l'AZ Alkmaar e una sfilza di potenziali outsider, con trasferte insidiose.
José, però, tiene fede al suo mantra: si ragiona di partita in partita, senza lasciarsi distrarre dagli impegni successivi; l'orizzonte è sempre e soltanto la prossima partita. Partire bene contro il Cska Sofia è la priorità, con l'obiettivo di vincere il Gruppo C; poi, eventualmente, si guarderà oltre. «Il campionato è più importante», ha fatto presente il tecnico di Setubal, ribadendo però il fermo intento di onorare al meglio tutte le competizioni, Coppa Italia compresa. Gli altri ventuno trofei portati a casa da José, tra coppe e supercoppe nazionali e campionati, parlano chiaro. Eppure il richiamo europeo ha un fascino particolare, a maggior ragione se in una squadra che a livello continentale ha vinto poco e tanto tempo fa.
La ricorrenza
Il caso vuole che proprio oggi cada il diciottesimo anniversario dell'esordio del suo Porto nella Champions League 2003-04, vinta stupendo tutto il mondo calcistico. Il 16 settembre 2003 i Dragoes partivano con un pareggio per 1-1 a Belgrado contro il Partizan. Poi sarebbe arrivata una sconfitta casalinga con il Real Madrid, seguita però da tre successi e un pareggio. Qualificatisi agli ottavi di finale come secondi, Mourinho e i suoi avrebbero avuto la meglio su Manchester United, Olympique Lione, Deportivo La Coruña e Monaco. Un anno dopo il trionfo in Coppa Uefa, José entrava definitivamente nell'Olimpo del calcio, iniziando così la metamorfosi nello "Special One".
Tra gli allenatori attualmente in attività, hanno vinto più trofei di lui in ambito internazionale con i club soltanto Carlo Ancelotti (7), Zinedine Zidane, Pep Guardiola e Louis van Gaal (tutti a quota 5). Nessuno di questi, però, ha conquistato sia la Champions sia la Coppa Uefa/Europa League. Rafa Benitez è l'unico altro tecnico a condividere il traguardo di Mou, ma lo spagnolo ha vinto solo una volta la Coppa "dalle grandi orecchie". La Conference non ha orecchie, ma non per questo sarebbe meno bello sollevarla. Ma niente voli pindarici: l'unica cosa che conta adesso è cercare di battere il Cska, e poi fare lo stesso con lo Zorya, e così via. Solo così si raggiungono certi traguardi.
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