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VIDEO - Scampato alle Torri Gemelle: "La Roma mi ha salvato la vita"

L'incredibile storia di Anthony Zomparelli a vent'anni dall'attentato: "Il primo aereo ha colpito dove dovevo essere seduto. Non sono andato per vedere la partita col Real"

PUBBLICATO DA La Redazione
11 Settembre 2021 - 19:26

"Se non fosse stato per la magica Roma sicuramente sarei morto". Anthony Zomparelli racconta ai canali ufficiali del club giallorosso la sua incredibile esperienza che riguarda l'attentato alle Torri Gemelle, vent'anni dopo. "Lavoravo al 100esimo piano della Torre Nord - racconta Zomparelli - la numero uno. Il primo aereo che ha centrato la torre ha colpito proprio l'angolo in cui sedevo. Se non fosse stato per Dio, per il destino, per il fatto che mio padre era un tifoso e, ovviamente per la magica Roma, sarei morto senza dubbio. Sono un italoamericano di prima generazione, sono romanista dalla nascita grazie a mio padre. È lui che mi ha trasferito la passione e ho foto a cinque anni con la tuta della Roma. Mi considero un romanista sfegatato, nonostante io sia in America seguo la Roma ogni settimana. ESPN avrebbe trasmesso Roma-Real Madrid e per me sarebbe stata la prima volta in cui avrei potuto vedere la Roma su un'emittente americana. Il match era alle 2 di pomeriggio. Non potevo fare altro che stare a casa a guardarlo, non potevo perdermelo! Mia madre mi urlava contro dicendomi che dovevo andare al lavoro. Ma le dissi che era per la Roma che non sarei andato quel giorno ed è questa la ragione per cui restai a casa. Quel giorno da sogno si trasformò immediatamente in un incubo".

Romanista grazie al papà, di fronte a un trauma comunque difficile da metabolizzare: "Dopo la tragedia mio padre, soprattutto all'inizio mi guardava come se non fossi lì, come se fossi un fantasma. E io gli dicevo ‘che succede? Sono qui', ma capivo cosa stava pensando. E lui mi rispondeva ‘e se fossi stato un tifoso della Juventus o del Milan? Non saresti stato qua'. E gli dicevo ‘è vero'. Era destino per me essere un tifoso della Roma, era destino per me mettere la Roma al di sopra del lavoro. Ma non lo supererò mai perché c'è anche un senso di colpa. Ho poi conosciuto molte delle famiglie negli anni a venire. E con loro sono stato sempre molto sincero, dicendo ‘mi dispiace del fatto che io sia qui mentre tuo figlia o tua figlia no'"

Oltre a quello dell'11 settembre 2001, Zomparelli ha raccontato un altro episodio che lo lega ai giallorossi: "Nell'estate del 2002 la Roma venne, per la prima volta a mia memoria, in un tour negli Stati Uniti per giocare un'amichevole contro il Real Madrid. E io non potevo perdermi un'occasione come quella. C'era un amico di mio padre che, non so perché, tutte le volte che i calciatori famosi della Serie A arrivavano negli USA, veniva chiamato per fare loro da autista nella settimana o due che avrebbero passato in città. E in quell'occasione aveva portato i calciatori della Roma che erano lì per il match col Real Madrid. E mi disse che avevano chiesto di andare a Ground Zero, al World Trade Center. Raccontò ad alcuni dei calciatori, credo Batistuta e Tommasi, la mia storia. E loro gli dissero che volevano incontrarmi. È stata un'esperienza fantastica per me incontrare Capello, Samuel, Batistuta, Tommasi. È stato incredibile. Quando si riceve un dono come il mio, di essere ancora vivi, bisogna prenderlo, goderselo e continuare a guardare avanti. Forza Roma". 

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