Da Rüdiger a Zaniolo, da Spinazzola a Viña: quanti ko nelle nazionali
Crac al crociato per il tedesco nel 2016 e per Nicolò un anno fa. In mezzo, una sfilza di infortuni muscolari: l'ultimo è stato l'uruguaiano
Matias Viña è solo l'ultimo nome, in ordine cronologico, a finire nella (purtroppo) lunga lista di calciatori giallorossi che si sono infortunati mentre erano impegnati con le rispettive nazionali. In attesa di capire l'entità del ko dell'uruguagio, è evidente come la sosta sia un'autentica piaga per la Roma, che giusto due mesi si è ritrovata senza terzino sinistro. L'ex Palmeiras è stato acquistato per sostituire Spinazzola, reduce dalla rottura al tendine d'Achille durante Belgio-Italia, quarto di finale degli Europei. Era il 2 luglio, Mourinho era sbarcato da poche ore a Roma e il numero 37 giallorosso (fino a quel momento miglior giocatore del torneo) tentava l'ennesima accelerazione, per poi accasciarsi a terra e lasciarsi andare alle lacrime, con Cristante che subito accorreva a consolarlo. Prima di lui, il crac al legamento crociato del ginocchio sinistro aveva fermato Nicolò Zaniolo, tornato in campo da poco dopo la rottura al destro. Era il 7 settembre 2020, la stagione con la Roma doveva ancora iniziare e la Nazionale di Roberto Mancini era di scena in Olanda per la Nations League: sul finire del primo tempo, un movimento strano del ginocchio (seguito da un contrasto) faceva trattenere il fiato a Nicolò, alla Roma e a tutti i suoi tifosi. Il giorno seguente, la diagnosi confermava quanto temuto: per il talento giallorosso un'intera stagione saltata dopo l'intervento dal dottor Fink a Innsbruck. Il tutto, a nemmeno otto mesi dal primo ko, avvenuto in Roma-Juventus. Cinque anni fa, all'inizio di giugno 2016, era toccato a Antonio Rudiger: si trattava del primo giorno di ritiro della nazionale tedesca a Evian, Francia, in vista di Euro2016. Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro per il difensore, che ovviamente è costretto a saltare l'Europeo e torna a giocare alla fine di ottobre a Reggio Emilia contro il Sassuolo (nel giorno in cui si rompe il crociato Florenzi).
Polpacci e menischi
Nell'elenco dei ko vanno annoverati anche infortuni meno gravi, ma comunque fastidiosi. Le noie muscolari riportate dai giallorossi durante la sosta non si contano. A proposito di Florenzi, a marzo 2019, Alessandro si ferma per una lesione al soleo proprio durante un allenamento a Coverciano in vista delle gare di qualificazione a Euro2020 contro Finlandia e Liechtenstein. Durante quella sosta problemi anche per Cristante: pure lui lascia il ritiro azzurro per un risentimento all'adduttore. Idem Stephan El Shaarawy: guaio muscolare al polpaccio. Tre in un colpo solo, con una nazionale sola: se non è un record negativo, poco ci manca. Pochi mesi dopo, a novembre, la sosta è amara per Gianluca Mancini: piccolo problema muscolare e immediato rientro a Roma. Lo scorso marzo invece Marash Kumbulla riporta una lesione al menisco del ginocchio destro nella gara tra Albania e Andorra di qualificazione al Mondiale 2022; per l'ex Verona terapia conservativa, nessun intervento, ma è costretto a saltare sette gare tra campionato ed Europa League. Sfortunatissimo anche Lorenzo Pellegrini, che alla vigilia dell'esordio della Nazionale ad Euro2020 (10 giugno) riporta una lesione al flessore della coscia destra, perdendo la chance di prendere parte al trionfo. E prima ancora Manolas (distorsione alla caviglia con la Grecia nel novembre 2018), Dzeko (lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro nel maggio 2016): la lista è lunga. La speranza è che non si allunghi ulteriormente nei prossimi mesi.
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