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Juan Jesus Superstar, il titolare in più: la resurrezione del difensore

Il brasiliano è tornato a giocare a grandissimi livelli grazie a Di Francesco e ora si sta prendendo la rivincita nei confronti di chi lo criticava

PUBBLICATO DA Piero Torri
03 Novembre 2017 - 11:00

Chi mai l'avrebbe detto? Juan Jesus in copertina, protagonista in una Roma che si presenterà a Firenze con il biglietto da visita della miglior difesa del campionato. Con il brasiliano in campo in sette partite su dieci, sei da titolare, più le quattro di Champions in cui ha sempre risposto presente. Appunto, chi l'avrebbe mai detto? Soprattutto ricordando tutto quello che è stato detto e scritto di questo brasiliano che ha ancora soltanto ventisei anni e un grande futuro dietro le spalle. Scritto e detto sin da quando è sbarcato in Italia, Milano, casa Inter, dove quando lo hanno visto andare via hanno festeggiato a champagne. Magari, adesso, vedendo Juan Jesus versione romanista, stanno rimpiangendo i soldi spesi per lo champagne.

Perché con Di Francesco, il ragazzo brasiliano sta tornando a giocare a livelli da protagonista, gli stessi che, a vent'anni, ne avevano fatto uno dei prospetti difensivi migliori nel pianeta, campione del mondo con l'Under 20 brasiliana nel 2011, argento olimpico a Londra nel 2012, le stimmate che sembravano quelle di un predestinato. Non è stato così. Ma ora il brasiliano si sta prendendo tutte le sue rivincite. Con la maglia della Roma che ha voluto come nessun'altra. Nonostante nel momento in cui l'Inter decise di venderlo, si fossero presentati diversi club per acquistarlo. Tra questi pure la Juventus che lo vedeva bene nella difesa a tre bianconera.

Peraltro il benvenuto a Roma tutto è stato meno che un tappeto rosso. Complici anche le pernacchie con cui fu salutato dalla tifoseria nerazzurra. La Roma lo aveva trattato anche l'anno precedente all'estate del 2016 data del suo arrivo a Trigoria, ma la quotazione fissata dall'Inter per il cartellino, aveva consigliato la dirigenza giallorossa a lasciar perdere. Il secondo tentativo fu fatto nel mercato di gennaio del 2016, era appena arrivato Spalletti che spinse per definire l'affare. Non si chiuse sempre per una questione di soldi. Fino, appunto, al luglio del 2016, quando con un comunicato la società giallorossa ne ufficializzò l'arrivo con la formula del prestito oneroso a due milioni, più l'obbligo di riscatto a otto a determinate condizioni. Che poi condizioni non erano perché l'obbligo scattava a salvezza raggiunta dai giallorossi. Appunto, Jesus era un giocatore della Roma.

Furono pernacchie per la società subito dopo l'acquisto del giocatore. Subito etichettato come uno scarto dell'Inter, giocatore scarso, inutile per un progetto che voleva essere vincente. Jesus non ha fatto una piega. Conquistato subito dalla città, felice di viverci e di veder nascere qui il suo secondo figlio. Ma la bocciatura era stata fatta e, con la complicità anche di parecchi organi di informazione non solo cartacei, non c'era verso almeno di aspettare di vedere le prestazioni in campo. Eppure già nella stagione con Spalletti, il brasiliano qualche risposta positiva l'aveva data, basti pensare alla vittoria sul campo del Napoli, con Jesus spostato sulla corsia sinistra capace di annullare un giocatore come Callejon. Niente da fare, bocciato era stato, bocciato rimaneva.

Nel suo ritorno a una considerazione perlomeno onesta, un ruolo decisivo l'ha avuto l'arrivo di Di Francesco in panchina. Il tecnico con il brasiliano ha cominciato a lavorarci sin dal ritiro a Pinzolo, facendogli capire che ci sarebbe stato spazio pure per lui. Jesus ha risposto nel modo migliore possibile, mettendosi a disposizione della squadra. Ha perso le staffe solo in un'occasione, dopo la partita contro l'Inter del 27 agosto quando, con grande disponibilità, accettò di giocare esterno destro difensivo perché tutti i compagni di ruolo erano in infermeria. La Roma la perse quella partita, Perisic a destra fu decisivo, e ripartirono gli insulti via social. Jesus ci rimase male. Soprattutto dopo aver letto quello scritto da un minorenne, in cui gli insulti andavano ben oltre la decenza. Rispose querelando i genitori. E tornando a lavorare sodo in campo e a trascorrere il tempo libero in famiglia, coccolandosi il figlio e giocando con i suoi due cani. E, quando ce ne è bisogno, facendo le cose di casa, montare un mobile, curare il giardino, cucinare.

Chi l'avrebbe mai detto? Ora per lui è arrivato il tempo delle rivincite. Ha risposto con una serie di prestazioni da voto alto in pagella, ultima quella contro il Chelsea in cui, in coppia con Fazio, ha rappresentato un muro invalicabile per gli attaccanti del Chelsea. È migliorato sotto tutti i punti di vista, in particolare in quello della concentrazione che troppo spesso in passato è stato il suo tallone d'Achille. È diventato un titolare in più nella miglior difesa del campionato. L'augurio è che se ne siano accorti tutti. Anche se la mamma degli imbecilli è sempre incinta.

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