Zaniolo: "Ritrovare i tifosi all'Olimpico e segnare è stato bellissimo"
"Dopo il secondo infortunio sono cresciuto tanto come uomo e come calciatore. Il talento è nulla senza il lavoro. Questo per me è un nuovo inizio"
Un anno dopo l'infortunio al crociato nella partita contro l'Olanda, Nicolò Zaniolo è tornato a Coverciano, rispondendo alla convocazione del ct azzurro Roberto Mancini. Dal ritiro dell'Italia, il classe '99 della Roma ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Rai Sport. Di seguito, le sue dichiarazioni.
La Nazionale?
"Ogni volta in cui si entra qui, l'emozione è indescrivibile, è un luogo che è un monumento per il nostro calcio. Sono contento di essere qui, di fare parte del gruppo dei campioni d'Europa, giocare e allenarmi con loro. Sono molto felice".
Sul ritorno al gol.
"Tornare all'Olimpico e trovare i tifosi è stato bellissimo, poi per fortuna è arrivato anche il gol. È stata la serata perfetta. Un nuovo inizio per me, speriamo che in futuro ce ne siano ancora tanti di gol".
L'infortunio?
"La prima riabilitazione è stata diversa, perché era tutto nuovo per me. La seconda volta quando mi sono fatto male in Olanda è stata una bella mazzata, perché venivo da sette o otto mesi di riabilitazione e sapevo di dover ricominciare da capo. È stato un colpo duro, però questo ha tirato fuori tante cose che non sapevo di avere dentro: mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore, diciamo che non tutti i mali vengono per nuocere. Sono riuscito a vedere le piccole cose a cui prima non facevo caso. Prima ad esempio andavo in palestra prima dell'allenamento tanto per, ora invece ci vado perché altrimenti in allenamento non riesco a dare il massimo. La cultura del lavoro, andare prima al campo, curare l'alimentazione: tutte piccole cose a cui prima non prestavo molta attenzione. Penso di essere migliorato in questo. Puoi avere talento quanto vuoi, ma se dietro non c'è un grande lavoro non vai da nessuna parte. È importante il lavoro quanto il talento".
Cos'è per te il pallone?
"Tutto. Un motivo di orgoglio, la mia passione fin da bambino, quando giocavo con gli amici".
La foto con Baggio?
"Giocavo nella Fiorentina e facevo il raccattapalle e lui era presente. Baggio per me è un idolo da sempre, poi il destino ci ha accumunato con i due infortuni al ginocchio, l'ho voluta postare perché per me è un esempio da seguire come persona e calciatore".
La foto del bambino a Milano con la tua maglia durante il lockdown?
"Per me è stata una grandissima emozione, perché essere l'idolo o comunque un punto di riferimento per dei bambini piccoli vuol dire che le cose che stai facendo sono giuste. Ho provato tanta emozione, poi ci siamo scritti con lui e con la sua famiglia".
Sulla paternità.
"L'emozione più grande della mia vita, però sono cose che preferisco tenere per me".
Sul paragone con Totti.
"Totti è un'icona, è stato il giocatore più forte e rappresentativo di tutta la storia della Roma. Posso soltanto ammirarlo, ma lui rimane lui, con il suo percorso straordinario, e io rimango io".
Il rapporto con Mourinho.
"È un grandissimo allenatore, una persona carismatica dentro e fuori dal campo, sa fare gruppo. È una persona molto alla mano e dal punto di vista dell'allenatore non servo io per descriverlo. È una persona umile, tranquilla, che sa anche essere duro e dire le cose come stanno".
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