La Roma vede l'obiettivo: contro il Trabzonspor per centrare la Conference
Per entrare nel tabellone principale della nuova competizione continentale ai giallorossi dopo la vittoria in Turchia può bastare anche un pareggio
Manca così, manca tanto così e poi la Roma potrà dire di aver centrato il primo mini obiettivo dell'era Mourinho. Per poter accedere alla fase a gruppi della Conference league, la prima della storia, alla Roma sarà sufficiente anche un pareggio questa sera nella gara di ritorno contro il Trabzonspor (stadio Olimpico, calcio d'inizio ore 19). Giova ricordare che con l'abolizione della regola del gol più pesante in trasferta in caso di parità tra andata e ritorno nel numero dei gol segnati, conterà relativamente il fatto che la Roma abbia vinto di misura a Trebisonda segnando due reti. Mourinho ha maliziosamente ricordato in conferenza stampa, quando gli è stato chiesto delle conseguenze dell'assenza del Var in questa competizione (fino alla finale...), che probabilmente il gol dei turchi all'andata era viziato da una posizione di partenza di fuorigioco di Bruno Peres. Gol doppio o no, con il due a zero la Roma sarebbe oggi assai più sicura. Ma anche così, oggettivamente, il vantaggio è confortante, soprattutto alla luce di quello che si è visto all'andata, sette giorni fa.
Anche la tradizione con le squadre turche resta ampiamente favorevole: su 13 incontri fin qui disputati la Roma ha vinto otto volte, tre i pareggi, due le sconfitte. Il primo precedente è legato a un risultato a suo modo storico: dopo il tre a due in trasferta contro l'Altay Izmir il 26 settembre 1962, a Istanbul, al ritorno la Roma, il 7 novembre 1962 allo stadio Flaminio, batté gli avversari 10-1, con quattro reti di Manfredini e tre di Loiacono. 10 reti in una partita la Roma non le aveva mai segnate, e non lo farà mai più. Mourinho intanto ha già battuto un record: è stato infatti il quarto allenatore della Roma a debuttare in una competizione europea, ma dopo le tre sconfitte dei suoi predecessori - Giorgio Carpi (1955), Ezio Sella (2004) e Luis Enrique (2011) - lui ha invertito la tendenza vincendo. E c'è anche un altro dato oggettivamente confortante: nella storia delle competizioni europee, non è mai accaduto in un confronto ad eliminazione diretta che la Roma dopo aver vinto l'andata in trasferta sia stata eliminata al ritorno.
Quello che certamente non mancherà la Roma è il conforto dei tifosi: dopo lo splendido esordio in campionato con la Fiorentina, con la nuova distribuzione dei posti nello stadio a coprire geograficamente tutti gli spalti nella loro estensione e non più, come accadeva una volta, solo i posti più centrali, l'effetto ottico e sonoro del tifo è stato quello delle serate dei tuttoesauriti pre-covid. Stasera l'effetto si ripeterà: già ieri sera erano esaurite la Curva sud e la Tribuna Tevere, per un totale di 23.000 biglietti venduti, altri saranno assegnati in giornata. Anche stasera si va verso un virtuale sold out. Così alla fine saranno quasi 30.000 i cuori giallorossi a palpitare.
Come ha detto Mourinho, stavolta toccherà alla Roma giocare in 12. Si sta accendendo qualcosa di speciale tra la squadra giallorossa e i suoi tifosi. Il collante Mourinho sta funzionando a meraviglia. Lo spettacolo nello spettacolo di sentire le sue parole alla vigilia e di vederlo poi spiritato in campo durante la gara galvanizza i tifosi come non accadeva da tempo. Lo dice spesso anche lui, «arriveranno i momenti difficili», e vedremo come li affronterà. Di sicuro le circostanze che si sono verificate nelle ultime settimane - l'arrivo del portoghese sulla panchina, la campagna acquisti sorprendente dei Friedkin, il ritorno del pubblico allo stadio - sta colmando d'entusiasmo un ambiente che non aspettava altro. E la squadra sembra oggettivamente trasformata in campo, non tanto nello sviluppo delle sue giocate, quando nella spinta agonistica che deriva dalla diversa convinzione. Presto per dirlo, ma le premesse sembrano incoraggianti. Stasera si potrà mettere un primo tassello. Avanti.
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