Le rimonte da scalare: questa Roma non sa reagire
Nella gestione Difra sono 23 gli svantaggi iniziali. Soltanto in tre occasioni la squadra è riuscita a ribaltare. L’ultima volta in campionato a Napoli il 3 marzo scorso
Fra i tanti mali che affliggono la Roma in questo periodo, ce n'è uno che più degli altri balza agli occhi per la sua inesplicabile ciclicità. Questa squadra non sa rimontare. In alcun modo. Che vada in svantaggio a inizio gara, a metà o alla fine, cambia poco. Perfino per le statistiche, che restano impietrite su uno zero cosmico riferito alla stagione in corso. E si discostano di pochissimo per quanto riguarda l'intera gestione tecnica di Di Francesco.
Con l'allenatore abruzzese in panchina, i giallorossi sono andati sotto in 23 occasioni, riuscendo a ribaltare completamente il risultato soltanto tre volte. Un dato che equivale a poco più del tredici per cento del totale. L'ultima volta in campionato a Napoli il 3 marzo scorso, ovvero quasi nove mesi fa. Una vita in termini calcistici. Più recente la rimonta in ambito europeo, nella semifinale di Champions della scorsa stagione contro il Liverpool, quando il (doppio) svantaggio si è tramutato nel 4-2 finale, che però non è servito a passare il turno dopo il passivo del match d'andata.
Poi più nulla. Come se questo gruppo fosse travolto dall'ineluttabilità degli eventi. Che è il caso di specificarlo, non sono esattamente guidati dalla dea bendata, fra infortuni, pali, rigori negati (un tiro dal dischetto manca addirittura da febbraio, nella prima delle partite di Serie A dall'esito ribaltato, in casa contro il Benevento) e ogni genere di episodi di campo che girano sempre dal versante opposto. Ma fortuna o meno, appena una circostanza negativa si presenta, la Roma la fa accomodare con tutti gli onori. Senza mai prendere nemmeno lontanamente in considerazione l'idea di scacciarla o affermare il proprio sacrosanto diritto di ribellione.
Le ultime due gare non hanno fatto altro che confermare la tendenza. A Udine come con il Real Madrid l'andamento è stato simile: primo tempo discreto nel primo caso, più che buono nel secondo, con un'occupazione più o meno perenne della metà campo avversaria. Poi l'errore difensivo e il gol puntualmente incassato, a ripresa appena cominciata. E da allora stop, fine. Con metà tempo totale ancora da disputare: gioco, partita, incontro. Negli occhi dei giocatori, come in quelli ben più inermi dei tifosi. Ai quali ormai non resta che sperare che il primo vantaggio sia sempre romanista per portare a casa qualche punto.
In quattro occasioni la prima rete dell'avversario di turno è stata parzialmente annullata, valendo un pareggio finale. È successo l'ultima volta a Firenze, che resta l'unico recupero della stagione in corso. In precedenza la Roma è riuscita a pareggiare uno svantaggio iniziale sempre in trasferta: a Genova, Bologna e Londra contro il Chelsea, in quella che ancora oggi viene ricordata come una delle prestazioni migliori della gestione difranceschiana. Forse anche perché la squadra - oltre a esprimere un gran bel calcio - ha mostrato quegli occhi della tigre da allora raramente esibiti. Inversione di tendenza cercasi. Urgentemente.
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