Perrotta: "Non riesco a descrivere le emozioni provate sotto la Curva Sud"
L'ex centrocampista a "Il Calciatore", mensile dell'AIC: "Ho capito che il rapporto con la Roma è andato oltre le mie prestazioni. Lasciare qualcosa come uomo mi gratifica"
Simone Perrotta, ex calciatore giallorosso e consigliere dell'Associazione Italiana Calciatori, ha rilasciato un'intervista al mensile dell'AIC "Il Calciatore". Di seguito un estratto dell'intervista firmata da Fabio Appetiti, in cui l'ex centrocampista della Roma ha ricordato il bel momento del suo saluto sotto la Curva Sud allo scorso derby, così emozionante da far commuovere il figlio lì vicino.
Comincio da un ricordo recente, bellissimo, ossia il saluto che i tifosi della AS Roma, a distanza da 5 anni da quando hai smesso, ti hanno riservato durante il derby di settembre.Come dire i "calciatori passano, ma gli uomini ...si ricordano".
E' stata una emozione forte e inaspettata. Mi avevano chiamato il giorno prima dalla AS Roma dicendomi che volevano mandare un ex calciatore sotto la curva e che avevano pensato a me. Io inizialmente non volevo andare, per il mio carattere un po' schivo e perché pensavo non fosse opportuno, a distanza di tanti anni, andare a salutare i tifosi dal campo. Sinceramente non credevo di ricevere neanche quel consenso e quel riconoscimento che invece poi ho ricevuto in modo così grande e inaspettato. E' stato un qualcosa che descrivere a parole è difficile.In quei 5-10 minuti sotto la curva ho visto persone davvero felici di farmi sentire il loro affetto e la loro stima e io credo che il significato di quel tributo sia andato molto al di là delle mie prestazioni nella Roma e dei miei 9 bellissimi anni passati con la maglia giallorossa .E' stato sicuramente un riconoscimento alla persona e al ricordo che ho lasciato come uomo e per questo mi ha fatto ancora più piacere. Come hai detto nella domanda le carriere agonistiche terminano, però lasciare un bel ricordo come persona è un qualcosa che ti gratifica nel profondo. Onestamente debbo anche aggiungere che, vivendo a Roma, quel riconoscimento, quell'affetto a distanza di anni, lo avverto ancora ogni giorno a conferma di un rapporto che è ormai diventato profondo e viscerale tra me, la città e i tifosi. [...]
Hai fatto una scelta di campo entrando in Aic e in questi anni hai rappresentato la categoria in consiglio federale. Come è il calcio visto dal palazzo? Un breve bilancio della tua esperienza da "consigliere".
La mia esperienza da consigliere federale nasce cinque anni fa. Mi chiamò Damiano che aveva bisogno, come presidente di Aic, di un giocatore in attività da inserire nel consiglio federale.Conosco Damiano dai tempi della Roma, con lui abbiamo giocato insieme, condiviso la camera a e io ho grande fiducia in lui, ma inizialmente non volevo accettare la proposta perché, come quasi tutti i calciatori, ero concentrato sulle questioni di campo e poco addentrato alle questioni di politica sportiva. L'insistenza di Damiano mi ha convinto ad accettare ed ora, a distanza di qualche anno, sono molto contento di aver fatto una esperienza così importante, che ha contribuito in modo decisivo alla mia crescita come dirigente.Ho avuto modo di conoscere il nostro mondo anche da un altro punto di vista, che poi è il luogo dove si prendono le decisioni sul nostro sistema. Ma non sarei sincero se non dicessi che, alla fine dell'esperienza, mi resta un po' di amaro in bocca perché pensavo di poter portare un contributo maggiore legato alla mia carriera di calciatore. In verità di calcio in questi anni si è parlato molto poco, quasi sempre il discorso era indirizzato sugli aspetti di business e di interessi economici delle componenti.Non c' è mai stato un vero progetto sportivo su cui intervenire e discutere.Ma ripeto sono contento di aver fatto questa esperienza.
Ora però hai deciso di rinunciare alla tua presenza in consiglio, una scelta inusuale quasi in controtendenza direi. Perché?
Io posso dare il mio contributo in tanti modi, visto che porto avanti altri progetti e incarichi in Aic. C'era la necessità di fare un passo indietro, per provare a coinvolgere un altro grande calciatore come Gianluca Zambrotta e per me è fondamentale che calciatori con un certo tipo di percorso e riconoscibilità riescano ad essere coinvolti dentro l'associazione.Credo che la riconoscibilità e l'esperienza di un calciatore sia importante per ricoprire determinati ruoli in rappresentanza di tutta la categoria.Quando ti vai a relazionare con altri colleghi ed entri in uno spogliatoio, avere un passato di un certo tipo aiuta ad avere un maggiore impatto con i ragazzi ed a comprenderne più facilmente i problemi. Credo sia importante costruire una nuova classe dirigente di calciatori preparati e formati e quindi non posso che essere contento di questa scelta e fare un grande in bocca al lupo a Gianluca, che ho trovato molto motivato e determinato ad iniziare questa nuova avventura. [...]
Parliamo di Figc. Si parla sempre di "cambiamento" che sembra una sorta di araba fenice che non arriva mai.Ma che cosa significa per te la parola "cambiamento" nel calcio?
Io credo intanto che la federazione non debba aver solo un presidente ma ci debbano essere più figure ai vertici che possano presiedere alle varie aree di competenza: area amministrativa- gestionale , tecnica, istituzionale- politica, in ognuna ci deve essere un riferimento specifico e poi un presidente che sappia coordinare e tirare le fila del lavoro di tutti. Certo, il vero cambiamento, sarà quando avremo un presidente che ha frequentato lo spogliatoio e che conosce le dinamiche del campo e quindi un ex calciatore. Io credo che solo chi conosce il calcio e i calciatori possa essere in grado di gestire al meglio le cose e spero non accada più di avere un presidente di federazione che neanche riconosce un campione del mondo dentro il consiglio federale, cosa che considero grave, perché significa che del calcio conosce poco.L'aspetto sportivo dovrebbe essere il cuore di una federazione.Se oggi siamo una delle federazioni più importanti è perché abbiamo vinto 4 mondiali sul campo e perché il campionato italiano era tra i più importanti al mondo. E' chiaro che la vittoria sul campo arriva se si lavora bene in tutti gli ambiti e se tutti insieme, calciatori, tecnici, dirigenti, fanno al meglio il loro lavoro.Quando abbiamo vinto il mondiale nel 2006 lo abbiamo vinto tutti e tutti erano sul pullman scoperto a festeggiare per le vie di Roma ...ma anche quando si perde, come nel caso dell'eliminazione dopo Italia-Svezia, si perde tutti e non solo i calciatori, che invece dopo quella partita sono stati lasciati da soli.
Intanto Gabriele Gravina è diventato il nuovo presidente della Figc...cosa ti aspetti da lui? Lo avresti votato?
Non potevo votarlo perché non ero delegato e quindi è una domanda a cui non posso rispondere.Lui ha delle competenze che tutte gli riconoscono essendo un dirigente di lungo corso, ma come ho detto prima avrà bisogno di persone che vengono dal calcio. Leonardo come è arrivato al Milan, il primo che ha chiamato è stato Paolo Maldini , ma non perché Paolo è simpatico o perché sono amici , ma perché ha bisogno delle sue competenze e anche della sua esperienza nella società .Il presidente Gravina si deve affidare a qualcuno che possa aiutarlo e spero che possa coinvolgere più ex calciatori di livello, così come ha fatto lo stesso Infantino nella Fifa.Io credo che la loro presenza sia importante e da fuori possono aiutare a far crescere la nazionale e tutto il movimento del calcio italiano. Se vogliamo tornare una grande federazione bisogna ripartire, sembra una frase banale ma non lo è, dal calcio, dal calcio giocato. Quindi ci vogliono ex di spessore intorno a lui e sono certo che i loro consigli gli saranno preziosi.
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Il futuro di Simone Perrotta come lo immagini?
Io sono abituato, come forma mentis, a ragionare anno per anno come quando giochi e pensi sempre al campionato in corso. Per ora non lo so, sto facendo questa esperienza in Aic che mi sta gratificando e formando, ho aperto con altri ex questo un bel circolo con la scuola calcio a Casal Palocco (anche se io ci sto poco...) e infine ho l'incarico nel settore giovanile scolastico. E' abbastanza evidente che questi tre incarichi sono molto connessi tra loro e mi danno tutti modo di occuparmi di settore giovanile e, in qualche modo, danno anche una proiezione su quello che sarà il mio futuro.Ma per ora non escludo nulla, ho molte curiosità e l'importante è avere sempre voglia sempre di imparare e di crescere ..il futuro verrà da sé, intanto mi godo questo mio presente.
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