L'intervista a Giannini: "Roma, ti serve il leader"
Il Principe: "Mou ha bisogno di un regista. Jorginho sarebbe l’ideale, ma temo costi troppo. Un’idea potrebbe essere Locatelli, è uno forte"
Il Principe osserva da lontano. Non per una forma di puzza sotto il naso che del resto non gli è mai appartenuta, ma per il semplice fatto che Giuseppe Giannini sta trascorrendo le vacanze in Sardegna, nello splendido Golfo degli Aranci dove le figlie gestiscono un ristorante. Uno come lui, oggi come oggi, vista la situazione, alla Roma di Mourinho potrebbe servire come il pane. Lo Special One cerca o no un centrocampista di regia, capace di garantire qualità, tempi e geometrie del gioco? Per questo abbiamo provato a parlare con lui a proposito del centrocampista che la Roma deve ancora prendere per andare a completare il reparto che, da sempre, è alle origini di qualsiasi successo. E Peppe non si è certo tirato indietro, perché quando c'è da parlare di Roma lui è uno che non si tira mai indietro. Anche se confessa che ormai il calcio lo segue un po' distrattamente, da lontano, «ma quando si tratta di Roma, ne parlo sempre con grande emozione».
Peppe, dicono che Mourinho per completare la squadra voglia un centrocampista.
«Dicono bene. Il portoghese ha bisogno di un giocatore che in mezzo al campo sia in grado di far quadrare il gioco. La società deve prenderlo per pensare di poter essere competitiva per la Champions».
Un giocatore tipo Giannini?
«Diciamo un giocatore in grado di capire quello che succede in campo che, poi, è la cosa fondamentale per vincere le partite».
Un regista, dunque?
«Sì. Un centrocampista in grado di garantire i tempi di gioco e le geometrie, un giocatore completo in grado di dare qualità, quantità e soprattutto personalità».
Chi sarebbe il giocatore perfetto?
«Uno alla Jorginho. Ma è chiaro che non si può prendere per una questione di costi. Ma uno come lui sarebbe perfetto per completare la Roma».
D'accordo, ma si può giocare anche senza Jorginho.
«Certo, ci mancherebbe. Nel mondo ci sono diversi giocatori che possono fare al caso della Roma».
Facci un nome.
«Dico quello che è stato indicato da tutti come l'obiettivo della Roma, cioè lo svizzero Granit Xhaka. So però che la trattativa con l'Arsenal si è fermata su un binario morto».
Perché ritieni Xhaka l'uomo giusto?
«Perché ha le caratteristiche che servono alla Roma per completare il suo centrocampo».
Quali?
«È bravo tecnicamente, ha i tempi giusti per valorizzare il gioco, è in grado di mettere in campo le geometrie che chiede l'allenatore. Anche se ha tempi non velocissimi, lo ritengo l'uomo giusto per la Roma».
C'è però il problema dei soldi, l'Arsenal chiede troppo.
«Il problema del cash mi pare che ci sia per tutti, guardate il Barcellona che è stato costretto a dire addio a Messi. Basta osservare le operazioni di mercato per capire. A parte un paio di club che sono in mano agli emiri, finora è successo davvero poco. E le partite ufficiali ormai sono vicinissime».
Oltre alla questione del centrocampista da comprare, c'è anche da affrontare quella del nuovo contratto di Pellegrini.
«Deciderà la società e credo che farà la cosa giusta. Lorenzo è un giocatore importante, è il Capitano, un centrocampista di livello internazionale. Penso proprio che rimarrà. Anche se io c'è una cosa che di lui non ho ancora capito».
Cioè?
«Il ruolo. Per me è una mezzala, un otto o un dieci per intenderci, in un centrocampo schierato a tre o a quattro. Invece negli ultimi anni l'ho visto sempre più spesso giocare da trequartista. Sia chiaro è un ruolo che può fare con le sue qualità, ma per me il Pellegrini migliore è quello che può avere più campo davanti. Ha il fisico per farlo».
La Roma sembra che stia per cedere Dzeko.
«Non lo so. E non conosco i motivi di un eventuale addio al bosniaco. Certo è che se dovesse andare via, sarà necessario che la società vada sul mercato per prendere un altro centravanti. Da Roma».
Per un Capitano come Pellegrini che deve prolungare, ce ne è un altro che sta per salutare definitivamente la Roma.
«Io francamente non so cosa sia successo tra Florenzi e la società. Forse si è rotto qualcosa. Ma può pure essere vero che Mourinho preferisca avere un esterno con attitudini più difensive che offensive. Un giocatore più fisico in grado di garantirgli più attenzione e disciplina quando il pallone è tra i piedi degli avversari».
Sorpreso dell'arrivo di Mourinho?
«Sì. È stato un colpo fantastico, anche perché ha spiazzato tutti. Da un punto di vista mediatico e di comunicazione non si poteva prendere di meglio. Serviva a tutto il mondo Roma una botta d'entusiasmo. E il tecnico portoghese la poteva garantire meglio di chiunque altro».
Veretout è un giocatore che ti convince?
«Sì, certamente, ma ha un problema».
Quale?
«Nella rosa della Roma non c'è un altro centrocampista con le sue caratteristiche. Il francese non può giocare tutte le partite. Quando dovrà riposarsi, sperando pure che non abbia qualche nuovo contrattempo fisico, Mourinho si dovrà inventare qualcosa per sostituirlo».
Cristante potrebbe essere l'uomo giusto?
«Cristante è l'uomo giusto a prescindere. È un giocatore che dove lo metti può fare bene. Lo ha già dimostrato nelle passate stagioni. Anche se...».
Anche se?
«Io a Bergamo con la maglia dell'Atalanta me lo ricordo decisivo nel ruolo di trequartista, incursore di qualità verso la porta avversaria. A Roma in questo ruolo non ha mai giocato. È stato comunque bravo anche come mediano o difensore centrale nella difesa a tre. Però da trequartista non mi dispiacerebbe vederlo, perché a mio giudizio è un giocatore che può garantirti diversi gol. E con i gol si vincono le partite».
Non è encomiabile però il suo spirito di sacrificio al motto prima di qualsiasi altra cosa viene il bene della squadra?
«Certo, ci mancherebbe. Cristante va assolutamente apprezzato per il suo spirito di sacrificio, lui gioca dove lo metti e non gli ho mai sentito dire una parola fuori posto. Ma lì davanti, secondo me, può dare il meglio, ha un fisico che gli consente di poter fare la differenza anche nell'area di rigore avversaria. Mourinho, comunque, saprà come valorizzarlo. Ho letto che il portoghese ha già parlato molto bene del giocatore».
Andiamo avanti con i centrocampisti. Che ne pensi di Villar?
«Che ha una questione da risolvere per il bene suo e della squadra».
A cosa ti riferisci?
«Villar deve capire che anche gli avversari hanno una porta. Non tira mai e questo può essere un limite per un centrocampista che tra le sue qualità dovrebbe avere anche quella di realizzare qualche rete. Per il resto è un ragazzo interessantissimo, ha tecnica, qualità, buona visione di gioco. Se comincia pure a fare gol...».
Di Diawara che idea ti sei fatto?
«Mi sembra un giocatore che ha qualità potenziali, nel senso che non sempre riesce a metterle in mostra. Ha avuto pure qualche contrattempo fisico che probablmente ne ha rallentato la maturazione, ma se vuoi giocare nella Roma c'è bisogno di mettere in campo personalità e qualità».
In mezzo al campo, poi, ci sono un paio di ragazzi interessanti. Uno è Darboe.
«Mi sembra bravo, può essere l'alternativa al regista della squadra. Ma alla sua età non so quanto gli sia utile rimanere per giocare sei, sette, otto partite in una stagione. A venti anni un ragazzo deve andare a giocare con continuità per cercare di capire a che livello può stare. Discorso che vale pure per Reynolds, mentre al contrario io Calafiori me lo terrei e gli darei fiducia. Mi sembra un ragazzo con un futuro importante».
C'è poi anche Bove che si è messo particolarmente in luce in questo lungo precampionato.
«Confesso di conoscerlo poco. L'ho visto giocare solo in poche occasioni. Non ho elementi sufficienti per poter capire le sue qualità che sicuramente ci sono perché il settore giovanile della Roma ha sempre prodotto giocatori piuttosto importanti».
Per la Roma si è parlato anche di possibilità per Locatelli o Castrovilli?
«Magari ci cascano per Locatelli. Mi sembra un giocatore con splendide qualità. Temo però che per lui sia ormai troppo tardi, costa troppo. Un giocatore così doveva essere individuato quando era più giovane, ora è un problema economico andarlo a prendere. Castrovilli, al contrario, è un ragazzo che mi convince poco. Non penso possa essere utile per la Roma».
Sommando i centrocampisti al resto della Roma, questa è una squadra che può tornare a competere per un posto in Champions League?
«Rispondere adesso potrebbe essere perlomeno prematuro. Il mercato è ancora aperto, bisognerà aspettare le rose definitive per capire le reali possibilità della Roma per competere per la Champions. Certo Mourinho può essere già una garanzia».
Quali saranno le squadre da sfidare per la prossima qualificazione alla Champions?
«Le solite. Io ne vedo sei: Inter, Juventus, Milan, Atalanta, Napoli e Lazio».
Le più pericolose?
«L'Inter perché è campione d'Italia anche se sta cambiando molto e dubito in meglio. La Juventus perché è la Juventus. E il Milan».
Pure il Milan che ha perso Donnarumma e Chanaloglu?
«Sì perché ha il valore del gioco. Nel passato campionato la squadra di Pioli ha fatto quello che ha fatto perché giocava bene. E questo può rappresentare un vantaggio decisivo».
Il Napoli di Spalletti che potrà fare?
«Se rimangono tutti, sarà la sorpresa della stagione. Il tecnico è bravissimo, sa come far rendere al meglio i giocatori e noi qui a Roma lo sappiamo bene. Quindi attenzione al Napoli».
Questa è stata anche l'estate dell'Italia campione d'Europa.
«Sono stati fantastici, non posso dire di essere stato stupito perché erano già un paio di stagioni che la Nazionale ogni volta che scendeva in campo dava risposte eccellenti dal punto di vista del gioco. Hanno vinto con pieno merito».
Di chi il merito principale?
«In primis di Mancini. Roberto ha fatto uno straordinario lavoro, due anni fa era l'unico a crederci. Poi sono stati bravi i calciatori a seguirlo, convincendosi, partita dopo partita, che si poteva fare».
Quali sono stati i giocatori che ti hanno impressionato di più?
«Dovrei rispondere tutti perché effettivamente non ce ne è stato uno deludente. Spinazzola è stato straordinario, peccato davvero per il suo infortunio. Barella e Chiesa, inoltre, nell'Europeo hanno raggiunto una dimensione internazionale davvero notevole».
Chiudiamo tornando alla Roma. Che idea ti sei fatto dei nuovi proprietari della Roma, la famiglia Friedkin?
«Complesso farsela visto che non parlano mai. Ma se il silenzio vuole dire prendere Mourinho, allora continuino a stare zitti».
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