Da Ghiggia a Guigou: gli uruguaiani a Roma
Per prima l'ala del "Maracanazo", nel 1960 arriva Pepe Schiaffino. In tempi più recenti Fonseca e il centrocampista, campione d’Italia nel 2000-01
Matias Viña, ultimo acquisto in casa romanista, sarà il settimo calciatore uruguaiano a vestire la casacca giallorossa. Un legame, quello tra la nazionale Celeste e la Roma, meno solido rispetto a quelli con Argentina e Brasile, ma che vanta comunque nomi illustri. Soprattutto tra gli Anni 50 e 60, quando il club della Capitale andava a caccia di talenti in Italia e nel mondo per tornare a insidiare le potenze del Nord; in quegli anni, a Montevideo e dintorni si festeggiava ancora la leggendaria vittoria del Mondiale brasiliano, raggiunta grazie al "Maracanazo": sotto di un gol contro i padroni di casa verdeoro, l'Uruguay rimontò e vinse 2-1 (aggiudicandosi la Coppa) grazie a due calciatori che di lì a a qualche anno sbarcheranno nella Roma.
Il funambolo coi baffetti
Il primo, nel 1953, è Alcides Ghiggia, l'autore del gol del sorpasso uruguaiano al Maracanà. Sacerdoti ne dà l'annuncio a fine maggio, durante un'assemblea dei soci al Teatro Sistina. Reduce da una squalifica di otto mesi in patria per aver aggredito un arbitro (colpevole di avergli annullato un gol), la velocissima ala fa ben presto innamorare i tifosi del neonato Stadio Olimpico. In otto stagioni, 213 presenze e 19 gol, oltre all'onore di vestire anche la fascia di capitano. Dribbling e corse sulla fascia, cross e rasoiate: il tutto abbinato al suo look da divo hollywoodiano Anni 50, con i capelli spesso impomatati all'indietro e un bel paio di baffetti alla Clark Gable. Nel 2014 è entrato a far parte della Hall of Fame giallorossa. Nel 1960 viene raggiunto dal connazionale e amico Juan Alberto Schiaffino, detto "Pepe", che ha già fatto le fortune del Milan. Anche lui a segno contro il Brasile nel 1950, il fenomenale regista è già avanti con gli anni quando sbarca a Roma, ma contribuisce con la sua maestria tecnica e tattica alla conquista della Coppa delle Fiere (pur non disputando la doppia finale con il Birmingham). Nel suo biennio giallorosso, farà da chioccia a un giovanissimo Picchio De Sisti, che proprio di recente lo ha ricordato come uno dei suoi idoli.
Daniel e Gianni
La Roma e l'Uruguay poi si separano a lungo, trentadue anni per l'esattezza, fino al 1994: Carlo Mazzone chiede e ottiene a Franco Sensi di strappare al Napoli Daniel Fonseca, talentuoso attaccante di Montevideo cresciuto nel Nacional e portato in Italia dal Cagliari. Seppur discontinuo, il "Conejo" (come viene soprannominato per gli incisivi superiori particolarmente pronunciati) forma una bella coppia con un altro sudamericano, Abel Balbo, fino all'addio nel 1997 quando si accasa alla Juventus. Tra le sue migliori prestazioni in giallorosso, il celebre derby del 27 novembre 1994, vinto 3-0 contro la Lazio di Zeman.
Qualche anno più tardi sbarca nella Capitale, alla corte di Fabio Capello, Gianni Guigou. Anch'egli scuola Nacional di Montevideo, è un jolly del centrocampo, in grado di giocare sia in mezzo al campo, sia come esterno. È uno dei gregari che contribuisce alla conquista del terzo Scudetto (15 presenze in quel campionato), ma si mette in luce soprattutto in Coppa Uefa. Segna nella vittoria contro l'Amburgo (1-0) e nella gara di ritorno degli ottavi contro il Liverpool: dopo il ko casalingo per 2-0, i giallorossi sfiorano l'impresa ad Anfield; l'uruguaiano firma il vantaggio, ma poi la vergognosa direzione arbitrale del signor Garcia Aranda ci impedisce di completare la rimonta.
Le delusioni
C'è spazio anche per incroci poco felici tra la Roma e la nazione sudamericana: non tutti i "charrùa" che hanno vestito il giallorosso hanno lasciato il segno in positivo. Qualcuno ci è riuscito, ma in negativo. È il caso di Mauro Goicoechea, che nel 2012 viene acquistato dal Danubio su esplicita richiesta di Zdenek Zeman. Il boemo apprezza le sue doti con i piedi, ma tra i pali Goicoechea si rivela disastroso: in particolare nella sfida casalinga contro il Cagliari, persa 4-2, che porta all'esonero dell'allenatore. Arrivato in prestito, al termine di quella stagione viene rispedito prontamente al mittente. Quello stesso anno Sabatini acquista anche il giovanissimo Nico Lopez, ingaggiato appena compiuti i 18 anni. Benissimo in Primavera, il ragazzo esordisce in Serie A il 26 agosto 2012, segnando il gol del definitivo 2-2 contro il Catania allo Stadio Olimpico. Resterà la sua unica rete: a fine stagione la cessione all'Udinese, nell'ambito dell'affare che porta in giallorosso Medhi Benatia.
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