Dall'hockey alla Roma: Shomurodov ritrova Mourinho
L'uzbeko arriva nella Capitale tra la delusione dei tifosi genoani. Sarà allenato dallo Special One: «L'ho incontrato nel 2019, mi conosceva e non ci potevo credere»
«Son scappato via ma ti ritrovo qua!». Con queste parole il soldato protagonista della celebre Samarcanda di Roberto Vecchioni si rivolge alla Morte quando, dopo aver tentato invano di sfuggirle per «fiumi e poi campi», se la ritrova davanti una volta arrivato nella città in cui pensava di nascondersi alla sua vista, Samarcanda, l'attuale capitale dell'Uzbekistan. Tentando di allontanare il proprio destino, il soldato lo ha in realtà portato a compimento. Chissà se al destino crede anche l'uzbeko Eldor Shomurodov, e soprattutto se ci credeva il 3 febbraio 2019, mentre in un ristorante di Mosca posava per una foto insieme a José Mourinho: all'epoca solo uno dei suoi idoli, presto suo nuovo allenatore alla Roma. Il tecnico portoghese il giorno dell'incontro con Shomurodov si trovava in Russia per assistere a una partita di hockey sul ghiaccio, mentre l'attaccante aveva da poco concluso la sua avventura in Coppa d'Asia con la nazionale uzbeka, terminata con una sconfitta ai quarti di finale con l'Australia. In quella manifestazione Shomurodov si mise in luce con 4 gol (secondo marcatore del torneo alle spalle del qatariota Almoez Ali), ma quella sera al ristorante questo Mourinho lo sapeva già: lo Special One aveva seguito la Coppa d'Asia da opinionista per beINSPORTS e aveva potuto osservare con attenzione le prestazioni dell'attaccante uzbeko. «Quando gli dissi che avevo preso parte al torneo e segnato dei gol, mi disse che lo sapeva - ha detto Shomurodov a Match Tv ricordando l'incontro con lo Special One - All'inizio non ci volevo credere, poi ci siamo presentati e abbiamo iniziato a parlare». L'emozione è facilmente giustificata. Per Shomurodov, Mourinho non era solo un grande personaggio incontrato per caso, ma il suo allenatore preferito e la ragione per cui simpatizzava per il Chelsea quando da bambino iniziava a dare i primi calci al pallone a Jarkurgan, città dell'estremo sud dell'Uzbekistan a 300 km da Samarcanda.
La storia di Eldor
Nato in una famiglia di calciatori (il padre e lo zio erano professionisti) Shomurodov cresce calcisticamente nel Mash'al, dove esordisce nella massima divisione uzbeka nell'aprile del 2014, a 18 anni. L'anno dopo approda al Bunyodkor dove resta per due anni prima del grande salto verso la Premier League russa, destinazione Rostov. Delle tre stagioni in Russia è l'ultima quella della consacrazione, la 2019/2020: in 30 partite tra campionato e coppa mette a referto 11 gol e 8 assist, guadagnandosi l'attenzione di molti club europei. Lui sceglie il Genoa e il 1 ottobre 2020 arriva in Italia. La sua stagione parte in sordina e si chiude in crescendo (con 5 gol nelle ultime 6 giornate): a fine stagione il bottino di Shomurodov in campionato recita 8 gol e 1 assist in 32 presenze (di cui quasi nessuna da titolare, con una media di 54' a presenza).
La delusione dei genoani
Nonostante una stagione d'esordio buona ma non memorabile, nell'ultimo anno Shomurodov ha acceso la fantasia dei tifosi del Genoa. Proprio per questo la notizia della trattativa per la sua cessione alla Roma non è stata presa bene dalla tifoseria rossoblù. Dopo aver perso giocatori importanti per fine prestito (come Strootman e Zappacosta), i genoani vedevano in Shomurodov il punto di partenza per l'allestimento di una squadra più competitiva: una sua cessione appesantirebbe ulteriormente il clima già teso tra i tifosi e il presidente Preziosi. Negli scorsi giorni Claudio Onofri, ex capitano del Genoa Anni Ottanta, ha espresso a Telenord il suo disappunto per la trattativa che vuole portare l'attaccante uzbeko alla Roma: «Io non so chi arriverà, ma dar via Shomurodov, anche se ti danno del grano importante, sarebbe una cosa sbagliata».
Come gioca l'uzbeko
Ma che tipo di giocatore è Eldor Shomurodov? Di ruolo fa il centravanti, ma non incarna le caratteristiche del 9 vecchio stampo. Nonostante si trovi nel suo habitat naturale quando attacca la profondità, ama abbassarsi e cucire il gioco in uno stile che ricorda quello di Edin Dzeko. Con il bosniaco condivide un fisico imponente (190 cm di altezza), ma rispetto all'attaccante della Roma è più bravo di testa e meno abile nella difesa del pallone spalle alla porta. Grazie alla buona velocità può ricoprire anche il ruolo di esterno offensivo, anche se non brilla nella gestione della palla in progressione. Caratteri da attaccante moderno, duttilità e margini di miglioramento: sotto la guida di Mourinho Shomurodov può ambire a trovare la via per la consacrazione.
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