Rui Patricio in patria tra i pali. Fuzato verso la permanenza da "dodicesimo"
L’ex Wolves torna in Portogallo e sfida gli avversari di sempre del Porto dopo l’esordio in maglia giallorossa. Rispetto allo scorso anno, Mourinho in porta cambia tutti
Tre minuti e trentacinque secondi. Tanto è bastato alla difesa romanista - grande colpevole della rete subita all'inizio dell'amichevole contro il Debreceni - a macchiare il debutto in maglia giallorossa di Rui Patricio. Un dettaglio, nulla di rilevante visto poi l'andamento della partita che ha portato Pellegrini e compagni a stravincere e l'importanza ridotta dell'impegno, da considerare come poco più di un impegno. Un dettaglio, su cui comunque Mourinho lavorerà, per cercare di presentarsi alla prima gara ufficiale - quella sì che conterà - con la miglior Roma possibile. Il tempo per lavorare c'è e lo Special One lo sta già facendo in questi giorni nel ritiro portoghese - iniziato ieri con la prima seduta nel pomeriggio -. Allenamenti in patria per il tecnico, così come per il nuovo guardiano dei pali romanisti, che in Portogallo è nato, è cresciuto al livello calcistico - diciotto anni per lui, dal settore giovanile alla prima squadra, con lo Sporting Lisbona e 466 presenze con i biancoverdi raccogliendo - e lo ha anche rappresentato, vincendo la Nations League nel 2019 e l'Europeo di tre anni prima. Per quel successo, Rui è diventato uno degli idoli calcistici del paese, tanto da meritarsi una statua celebrativa a Marrazes, luogo nel comune di Leiria che gli ha dato i natali. A circa 350 chilometri più a sud di quella statua, a Faro, domani sera l'ex Wolverhampton avrà l'occasione di collezionare la seconda presenza con la Roma, provando questa volta - errori difensivi permettendo - a mantenere inviolata la sua porta. Impresa non semplice, visto che l'avversario di turno sarà il Porto, formazione molto più gettonata degli ungheresi del Debreceni. La squadra dei dragoni: il primo grande amore calcistico per José Mourinho, gli avversari di una vita per Rui Patricio.
José il rivoluzionario
Detto che con l'arrivo di Rui il posto da titolare è stato assegnato, resta da capire quali portieri completeranno il pacchetto. Dopo un finale di stagione da protagonista, causa l'infortunio alla spalla di Pau Lopez e il rendimento altalenante di Mirante, Daniel Fuzato è pronto a rimanere a Trigoria. Il nuovo staff tecnico ha avuto modo di apprezzarlo in allenamento e nei primi test - eccezion fatta per l'errore commesso a Frosinone nel secondo gol subito - chiedendo alla dirigenza di non intavolare trattative per una sua cessione. Il brasiliano ha accettato il posto da dodicesimo e va verso la permanenza, dopo l'esperienza poco felice dello scorso anno al Gil Vicente. Resta soltanto una casella da occupare, quella del terzo portiere. Per il momento il ruolo dovrebbe essere ricoperto da Pietro Boer. Il diciannovenne, cresciuto nelle giovanili del Venezia, è stato convocato per il ritiro in riva all'Atlantico ed è il candidato principale. Lo era, a dire il vero, anche la scorsa estate, quando poi l'ingaggio a mercato chiuso dello svincolato Farelli lo rispedì in Primavera agli ordini di mister De Rossi. Nel caso in cui invece si decidesse di cedere in prestito il portiere di Mestre, potrebbe sostituirlo un altro a libro paga della Roma: Matteo Cardinali. Il classe 2001 ha trascorso l'ultimo campionato tra le fila del Matelica ed è legato al club fino al giugno del 2023. Rimangono infine da definire le sorti di Robin Olsen, escluso dal precampionato, ma non ancora ceduto. La certezza però è che, rispetto ai nastri di partenza dell'ultimo campionato, il trio di portieri sarà totalmente diverso. Una rivoluzione, anche se piccola, che porta la firma di José da Setubal.
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