Mancini, Pellegrini e Zaniolo: l'Europeo è anche loro
Solo gli infortuni e le scelte last minute hanno privato altri romanisti del sogno del trionfo a Wembley
Quando finisce una festa, è il momento di mettere a posto. Si recuperano piatti e bicchieri, si buttano le bottiglie vuote, si pulisce per terra. E nel frattempo nella testa scorrono le immagini della serata appena conclusa, dei sorrisi, dei canti di gioia. Poi capita che il pensiero vada a quelli che alla festa volevano partecipare, ma per un motivo o per un altro non hanno potuto: può bastare questo per non farli sentire protagonisti della festa, specie se hanno contribuito ad organizzarla? Un po' quello che è successo a Gianluca Mancini, Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo dopo il trionfo dell'Italia a Wembley.
Se i tifosi della Roma nel corso della cavalcata azzurra hanno potuto fregiarsi di essere rappresentati, oltre che da De Rossi, da Cristante, Spinazzola e Florenzi - che anche se nell'ultima stagione e mezzo ha vestito altre maglie, resta un giocatore della Roma - allo stesso modo non hanno potuto astenersi dal dedicare un pensiero ai tre romanisti che quest'Europeo hanno potuto vederlo solo da casa e che avrebbero invece meritato di vincerlo tanto quanto i loro compagni. Perché Mancini, Pellegrini e Zaniolo non fanno semplicemente parte del "giro" della Nazionale: loro sono giocatori della Nazionale. Lo testimonia la loro presenza nel gruppo azzurro fin dalle prime partite di qualificazione: per Zaniolo l'esordio assoluto con la maglia azzurra arriva proprio nella prima gara del girone contro la Finlandia; Mancini viene chiamato per 8 partite su 10, con le ultime gare con Bosnia e Armenia saltate solo per un problema muscolare; per Pellegrini sono 4 le convocazioni nelle qualificazioni, tante quante quelle a cui ha dovuto rinunciare per infortunio.
Già, gli infortuni. Sono loro che hanno strappato ai nostri il sogno Europeo. Almeno a due di loro. Nel settembre 2020, durante Olanda-Italia, Zaniolo si rompe il crociato del ginocchio sinistro dopo essere appena rientrato dall'infortunio ai legamenti del destro. La diagnosi è di circa sei mesi: sembra poter recuperare per gli Europei di giugno, ma i tempi di riabilitazione si allungano, Nicolò non rientra in campo in tempo e Mancini è costretto a lasciarlo lascia a casa. Per Pellegrini la stessa sorte, seppur in forma diversa. Dopo un derby giocato sul dolore al flessore della coscia sinistra, Lorenzo rientra comunque nei pre-convocati per Euro2020, ma salta precauzionalmente le due amichevoli di preparazione. Mancini lo inserisce nei 26, contando di riaverlo al 100% nel corso del torneo, ma a un giorno dalla partenza della spedizione in allenamento il dolore si riacutizza, e Lorenzo è costretto a dare forfait.
Discorso diverso per Gianluca Mancini. Nonostante la costante presenza in gruppo in fase di qualificazione, al momento della consegna della lista definitiva il ct gli preferisce Toloi, probabilmente in virtù della maggiore duttilità tattica dell'italo-brasiliano.
Nell'albo d'oro non risulteranno campioni, ma in piccola parte questa vittoria è anche loro. Delusione e amarezza vanno messe da parte, tra poco più di un anno ci sarà un Mondiale da giocare e Pellegrini, Mancini e Zaniolo vogliono esserci: la sorte è in debito con loro.
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